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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Malessere psicologico tra i più giovani: avviato progetto da Dsm e Associazione Itaca

Le conseguenze della pandemia incombono sulle aspirazioni e sulle aspettative di reddito di una generazione che non ha potuto ricevere un’istruzione continuativa

LECCE - Il tema del malessere psicologico tra gli adolescenti è una delle priorità di questa fase pandemica per psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, tecnici della riabilitazione psichiatrica e, più in generale, per tutto il Dipartimento di Salute Mentale (Dsm) di Asl Lecce che dal 2019 collabora con Progetto Itaca, un'associazione di volontariato con diffusione nazionale. 

Nelle scorse settimane è stato avviato un progetto di ascolto e di sensibilizzazione che ha già coinvolto gli studenti del "Galilei" di Lecce e interesserà anche gli istituti "Costa" e "Scarambone", sempre nel capoluogo, e l’Istituto Tecnico Economico "Volta" di Campi Salentina. Ulteriori attività saranno programmate sulla base delle adesioni di altre scuole secondarie. L'iniziativa, che prevede due incontri, in presenza o da remoto, e prevede il ricorso a metodi interattivi e questionari, si pone all'interno delle progettualità del Dsm da tempo impegno in percorsi di sostegno per la salute mentale dei più giovani.

Secondo alcuni dati riferiti al 2019, ultimo anno prima della pandemia, il 16,6 percento della popolazione tra i 10 e i 19 anni ha sofferto di problemi legati alla salute mentale. La pandemia ha certamente peggiorato la situazione a causa di diversi fattori di rischio come l'isolamento, le tensioni familiari, la perdita di reddito. Una meta analisi su 29 studi che hanno incluso oltre 80mila ragazzi, pubblicata sul prestigioso Jama Pediatrics, ha messo in luce un problema globale: un adolescente su quattro presenta i sintomi clinici della depressione e uno su cinque soffre di ansia. Casi raddoppiati rispetto all’epoca pre-pandemica, con una situazione tuttora perdurante e della quale non è possibile ancora valutare l’impatto a lungo termine sulla salute mentale.

Le conseguenze della pandemia incombono sulle aspirazioni e sulle aspettative di reddito di una generazione che non ha potuto ricevere un’istruzione continuativa, una “connessione” reale con amici ed educatori, e che ha visto fortemente ridimensionate le opportunità di socializzazione, apprendimento e crescita. E se è nota la capacità di resilienza e di recupero della popolazione giovanile, è anche vero che l'isolamento sociale, l'impossibilità o i condizionamenti nel frequentare in piena serenità i coetanei, nel vivere la propria età tra prime relazioni e impegno scolastico e sportivo in presenza, sono fattori che, protraendosi, impattano in modo significativo sulla salute mentale. Il disagio mentale è sottile e sotterraneo, occorre quindi capillarizzare i servizi sul territorio e costruire una rete intorno ai giovani, che garantisca loro un benessere psicologico e relazionale.

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