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Salute Campi Salentina

"No alla chiusura del Punto di primo intervento": a Campi nasce il comitato civico

Un gruppo di cittadini chiede il potenziamento del Ppi soggetto a chiusura per via del numero di accessi. Domani manifestazione del centrodestra davanti all'ospedale

CAMPI SALENTINA – Il Punto di primo intervento (Ppi) di Campi Salentina è a rischio chiusura. Il numero di accessi annuale (stimato intorno ai 3mila o poco più) non raggiunge infatti la soglia minima prevista dal decreto 70 del ministero della Salute (pari al doppio) necessaria per sventare la soppressione. Insieme ai due Ppi di Nardò e Poggiardo, dovrebbe essere quindi riconvertito in una postazione medicalizzata del 118, dotata di ambulanza ed in funzione h24.

La comunità di Campi Salentina è però pronta ad opporsi al provvedimento che ricade nel Piano di riordino sanitario della Regione Puglia. Non esistono date precise in merito alla chiusura e anche l’indicazione del 1° maggio resta generica e soggetta a modifiche: il presidente Michele Emiliano, prima di muovere ulteriori passi in avanti, si è detto disposto ad ascoltare le istanze del territorio, per tramite dei sindaci e degli amministratori locali.

Non di meno, in assessorato sono arrivati anche i vertici delle direzioni generali delle Asl pugliesi per discutere i dettagli della delibera regionale in oggetto. Ma la comunità si è portata avanti con il lavoro, costituendo nella serata di ieri in comitato civico “No alla chiusura del punto di primo intervento (ospedale) di Campi Salentina”.

“Il comitato ha natura apolitica perché nasce da un movimento d’opinione trasversale – ha spiegato il referente Francesco Cantoro -; la nostra intenzione è quella di avere voce in capitolo nella questione e una rappresentanza a livello istituzionale anche come unione dei Comuni del Nord Salento”.

Il comitato sta già lavorando ad una bozza di delibera che verrà presentata all’interno di ogni Comune interessato, in sede di Consiglio monotematico, per costruire l’ossatura politica di un’opposizione all’eventuale chiusura. Una premessa è doverosa: il Punto di primo intervento, così com’è strutturato, può garantire un trattamento sanitario di base, prendendo in carico i soli codici bianchi e verdi e dirottando le urgenze verso i reparti degli ospedali. In più il Ppi, a seconda dei casi, può funzionare anche solo per mezza giornata.

Rappresenta un punto di riferimento dell’utenza che vi accede, però, solo autonomamente e non accompagnata da un'ambulanza del servizio di emergenza/urgenza. Quello di Campi, poi, come si diceva, supera di poco di 3mila accessi annuali.

“È vero che così com’è serve a poco e questi numeri dimostrano la scarsa fiducia riposta dai pazienti nel Ppi, perché i servizi forniti non sono molti – precisa Cantoro -. Siamo però preoccupati per la contestuale chiusura del Ppi di San Pietro Vernotico che peggiorerebbe le conseguenze. Un bacino d’utenza importante che comprende il Nord Salento e una parte del territorio brindisino, si riverserebbe nei Pronto Soccorso degli ospedali, sovraccaricandolo ulteriormente di casi non urgenti”.

Il comitato chiede, sostanzialmente, il potenziamento dei servizi offerti dal Ppi di Campi salentina. La battaglia è stata sposata dall’opposizione politica in Regione, tanto è vero che domani mattina è prevista una manifestazione davanti all'ospedale "Padre Pio da Pietrelcina" dal titolo emblematico: “Fermiamo lo smantellamento”. All’iniziativa, organizzata dai dirigenti salentini del centrodestra, parteciperanno i consiglieri regionali Andrea Caroppo, Luigi Manca e Saverio Congedo.

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