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Giovedì, 25 Aprile 2024
Giornata del sollievo

Non solo cure mediche: il supporto al malato oncologico e alla sua famiglia

Nel corso di un convegno Lilt Lecce ha lanciato un messaggio chiaro: serve maggiore attenzione per gli aspetti sociali. Anche il disbrigo delle pratiche tra le criticità emerse dalle testimonianze

LECCE – La Lega italiana per la lotta contro i tumori di Lecce vanta oramai una lunga esperienza nella quale competenze e pratiche di tipo medico e infermieristico si sono accompagnate sempre all’attenzione per le relazioni umane. Nella parte centrale e meridionale della provincia assiste ogni anno circa 400 malati in fase terminale, metà dei quali attraverso l’assistenza domiciliare erogata in convenzione con Asl.

In occasione XXII Giornata nazionale del sollievo, che è stata celebrata oggi con un convegno sull’assistenza in oncologia, la Lilt ha voluto lanciare un messaggio molto chiaro: quello per uno sforzo di innovazione, perché non basta garantire le cure, ma occorre più attenzione sugli aspetti sociali collegati alla malattia.

“L’esperienza trentennale nel campo dell’assistenza domiciliare oncologica ci ha insegnato che la qualità di intervento dei medici palliativisti deve viaggiare di pari passo con l’attenzione globale ai bisogni della famiglia, perché solo così potrà esprimere i più alti livelli di umanizzazione”, ha evidenziato nell’intervento di apertura l’oncologo Carmine Cerullo, presidente della Lilt di Lecce.

Silvana Leo, direttrice dell’Unità operativa complessa di Oncologia al “Vito Fazzi” di Lecce ha sottolineato l’importanza della continuità assistenziale: “I malati oncologici aumentano, per fortuna cresce anche la sopravvivenza grazie ai progressi della scienza e con essa i bisogni che il servizio di continuità assistenziale deve garantire”. È stato quindi introdotto il concetto delle cure simultanee, da attuare secondo un modello in cui l’oncologo medico è affiancato dal palliativista, dallo psicologo, con il coinvolgimento del medico di base, dei servizi territoriali e delle associazioni di volontariato.

Anche Emiliano Tamburini, direttore di Oncologia dell’ospedale “Panico” di Tricase, ha insistito sul tema dell’integrazione: “Se il passato prevedeva l’intervento a chiamata del palliativista, oggi oncologo e palliativista vedono insieme il paziente, ma il futuro deve essere quello di una reale integrazione tra rete oncologica, rete delle cure palliative e dei servizi dei territori per arrivare a garantire una presa in carico globale, nei fatti, del paziente”.

da sin_carmine cerullo e il dg Asl stefano rossi

Nel corso del convegno le testimonianze rese da familiari e volontari hanno contribuito a centrare il focus sulle criticità più avvertite: le difficoltà del percorso ospedale-territorio per il paziente che necessita dell’attivazione tempestiva di una terapia antalgica palliativa, il supporto spesso carente alla famiglia per il disbrigo delle pratiche e il conseguente disorientamento, le difficoltà economiche legate all’acquisto dei presìdi sanitari che solo in parte sono forniti gratuitamente da Asl.

Delle caratteristiche e dei modelli assistenziali degli hospice ha parlato invece Evelina Pedaci, responsabile di quellodi San Cesario di Lecce. “Negli ultimi anni – ha rimarcato - la presenza degli hospice è diventata un valore aggiunto per il sistema sanitario nazionale a causa della transizione demografica ed epidemiologica verso la cronicità complessa ed avanzata. Anche in queste strutture il volontario è parte integrante dell’équipe assistenziale e svolge un ruolo fondamentale nel supporto al paziente e alla sua famiglia”.

Giuseppe Serravezza, responsabile scientifico LILT Lecce, ha spiegato: “La medicina dei farmaci è solo una parte della cura, serve anche e soprattutto l'integrazione dei saperi e delle diverse discipline, interventi di tipo psicologico e soprattutto sociale, per contribuire a far crescere la cultura della solidarietà e dell'umanizzazione dell’aiuto verso la persona affetta da tumore. Su questo aspetto – ha concluso - c’è ancora tanto lavoro da fare e occorre senz’altro intensificare i nostri sforzi”.

Il convegno è stato aperto da Stefano Rossi, direttore generale dell’Asl Lecce, che ha colto l’occasione per ringraziare tutte le associazioni di volontariato impegnate su questo fronte: “È soprattutto grazie al loro sacrificio che oggi si realizza l’assioma della casa come luogo di cura”.

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