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Salute

“Pronto soccorso come il mercato”, il sindacato degli infermieri invoca ispezione Nas

Il segretario provinciale del Nursind ha eseguito un sopralluogo nei locali del presidio sanitario leccese, alla presenza dei referenti di altre sigle: "Viene meno la dignità di pazienti e lavoratori"

LECCE –  È polemica sulla gestione del nuovo pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi”, trasferito nel vicino Dea. “Nella hall dedicata al triage gente che gridava, via vai di persone e di operatori che trasportavano pazienti su sedie a rotelle, letti, armadi scaldavivande, biancheria sporca e pulita, carrelli degli attrezzi, scatoloni vari e farmaci tra i reparti che sembrava fossimo al mercato”. Lo ha dichiarato Graziano Paolo Accogli, il segretario provinciale del Nursind, sindacato degli infermieri, a margine di un sopralluogo eseguito all’interno del presidio sanitario assieme ai referenti di altre sigle. E che ora invoca anche l’intervento dei carabinieri del Nas, il Nucleo antisofisticazione e sanità.

“Una situazione inverosimile – dice, in quanto il sopralluogo effettuato ha fatto emergere che il pronto soccorso è un vero e proprio reparto di degenza geriatrico. Viene meno anche la dignità della persona, di utenti e lavoratori. Il caos non permetteva al personale infermieristico addetto al triage di espletare le funzioni di raccolta dati e anamnesi infermieristica, se non facendo gridare i  pazienti e mandando al diavolo la privacy. L’arrivo delle ambulanze ha poi completato il tutto”, scrive il portavoce dall’organizzazione sindacale.

Stando a quanto dichiarato dal segretario provinciale non sarebbe inoltre andata meglio nella sala emergenza, la cosiddetta “sala rossa”. “Ben otto pazienti geriatrici su altrettante barelle allettati e tutti vigili con un solo medico e un solo infermiere a prestare assistenza. Alla domanda: in caso di codice rosso? Ci viene risposto: interverremo in mezzo alla sala. Impietriti ci spostiamo nella "sala gialla", situazione peggiore con ben 18 pazienti di cui tre su lettighe di ambulanza gestiti da due infermieri e un medico. La sala Obi (Osservazione breve intensiva, ndr) quel giorno era chiusa casualmente per sanificazione, ma ci è stato detto che in altri giorni anche quella è piena”, prosegue Accogli nella sua denuncia, tra le altre cose, contro la carenza di medici e oss. “Abbiamo chiesto l’intervento urgente dei Nas, dello Spesal (Ii Servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro della Asl, ndr),  dell’Ispettorato del lavoro, e dell’assessore alle Politiche della salute e al Welfare della Regione Puglia”, conclude.

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