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Salute

"Priorità alla mobilità nelle assunzioni": il Tar di Lecce dà ragione agli infermieri

Un gruppo di 30 professionisti ha fatto ricorso contro il concorso della Asl di Lecce per il reclutamento, chiedendo che si procedesse con lo scorrimento delle graduatorie esistenti

LECCE - La Asl di Lecce, alle fine del 2016, aveva indetto un concorso pubblico per reclutare infermieri, in virtù della cronica carenza di personale: i posti a disposizione erano 100 posti, la metà dei quali riservati al personale precario interno, in attesa di stabilizzazione.

Contro il provvedimento dell’azienda sanitaria si sono però schierati una trentina di infermieri, con contratto a tempo indeterminato fuori provincia o regione, che hanno presentato ricorso al Tar di Lecce.

Il motivo? I professionisti rivendicavano lo scorrimento delle graduatorie di mobilità preesistenti e valide, di cui facevano parte. Il provvedimento dell'azienda sanitaria, a detta dei ricorrenti, non spiegava il perché non fosse stata accordata questa priorità alle graduatorie, optando invece per un concorso che determinava “un inutile dispendio di denaro”.

I ricorrenti hanno chiesto ai giudici amministrativi di sospendere l’efficacia dei provvedimenti. La Camera di Consiglio del Tar Lecce ha però respinto l’istanza e gli infermieri, assistiti dal legale Alfredo Caggiula, si sono rivolti al Consiglio di Stato.

Il Consiglio di Stato, nel luglio del 2017, ha deciso di sospendere il bando della Asl Lecce limitatamente alla quella metà dei posti da coprire con la procedura di stabilizzazione.

Nelle more della fissazione dell’udienza pubblica dinanzi al Tar Lecce, si sono aggiunti al ricorso anche altri infermieri, assistiti dai legali Alfredo Caggiula e Simone Scotellaro e con la collaborazione dell’avvocato Rebecca Longo, che reclamavano la priorità della mobilità rispetto a qualsiasi altra forma di reclutamento.

Il Tar di Lecce, con sentenza del 28 maggio 2018, ha dato loro ragione accogliendo il ricorso e i motivi aggiuntivi: ha infatti stabilito che occorre dare priorità alle procedure di mobilità rispetto all’indizione di un nuovo concorso, ma anche rispetto alla procedura di stabilizzazione.

L’avvocato Alfredo Caggiula ritiene quindi che, alla luce di questo provvedimento del tribunale amministrativo, l’Asl debba dare corso alle procedure di mobilità, “annullando eventuali atti contrari e lesivi degli interessi dei ricorrenti”.

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