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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Rischi per gli operatori e turni sballati nei trasporti: i nodi da sciogliere nella sanità

Fsi Usae scrive ai vertici: "Serve più personale nel servizio Sten, occorre riorganizzare il lavoro e prevedere l'indennità di rischio per tutto il personale"

Lecce – Caos e disorganizzazione nel servizio di trasporto secondario, nel sistema di trasporto in emergenza del neonato (Sten) e nel servizio di navetta interna. A lanciare l'allarme è il sindacato Fsi Usae. Il segretario Francesco Perrone ha scritto ai vertici della sanità locale per chiedere un intervento su questi servizi di trasporto che fanno capo all'ospedale Vito Fazzi di Lecce.

Il sindacalista rileva che, in piena emergenza estiva, e quando occorre assicurare le ferie, si sarebbero verificati problemi con i turni nella copertura h24.

“Si sono verificati casi di trasporti secondari che hanno sforato l'orario previsto, senza che venisse però riconosciuto il lavoro straordinario. In alcuni casi il servizio è stato affidato a ditte esterne”, scrive Perrone stigmatizzando anche la mancata assunzione, a tempo determinato, di un congruo numero di operatori tecnici e autisti utili a tamponare le falle del periodo estivo.

Perrone chiede intervenire immediatamente per riorganizzare il servizio Sten: “Non è possibile avere solo tre autisti di ambulanza in turno: dovrebbero essere in servizio almeno 6 unità per poter eliminare i turni di pronta disponibilità”.  

Ma i problemi non finiscono qui. Il sindacato ha stilato, e messo nero su bianco nella missiva, un elenco di presunte criticità: “La presenza di un inceneritore non utilizzato da circa 30 anni nella palazzina  e di 2 ambulanze utilizzate per il trasporto defunti e dei pazienti oncologici prive dei dispositivi di protezione”.

E ancora, scrive il segretario: “I pazienti deceduti presso l'unità di Malattie infettive, che potrebbero essere trasportati verso la camera mortuaria attraverso un percorso interno, vengono invece trasportati con le ambulanze senza la successiva disinfezione. Segnalo anche la presenza di un'isola ecologica adiacente alla palazzina; la presenza di estintori scaduti da 8 anni; 2 ambulanze assegnate al Pronto soccorso che hanno superato i 600 chilometri di percorrenza”.

Violenze sugli operatori del Pronto soccorso e indennità

Dopo le ennesime aggressioni ad infermieri e medici dei Pronto soccorso e del 118 di Lecce, il sindacato chiede alla Asl di intervenire per limitare le condizioni di pericolo cui sono esposti gli operatori sanitari. Prevedendo, in particolare, un posto fisso di polizia, attivo h24 nell'ospedale Vito Fazzi, e assicurando la presenza di vigilanti armati.

“Il nostro auspicio è che il Parlamento approvi il disegno di legge 2908 relativo all’incolumità di cittadini ed operatori sanitari presso le strutture ospedaliere. È arrivato il momento di riconoscere l'indennità di rischio ai lavoratori soggetti a prestazioni gravose: la gestione del rischio clinico, l’utilizzo di un maggior numero di strumenti e l’esecuzione di manovre avanzate sulla base di protocolli e procedure interne derivanti da linee guida internazionali, hanno infatti causato un aumento esponenziale dei carichi assistenziali, con conseguente incremento della probabilità di incorrere in eventuali errori o di subire ulteriori fattori di rischio. Tra questi bisogna contare anche i rischi da videoterminale, quelli legati alle radiazioni non ionizzanti e i rischi di incidente stradale”, puntualizza Perrone.

Per queste ragioni Fsi chiede al dipartimento della Salute di adottare la delibera per il riconoscimento e corresponsione dell’indennità di terapia intensiva e sub-intensiva a tutto il personale del 118, del Pronto soccorso, della Medicina penitenziaria, psichiatria e Serd, erogando risorse aggiuntive regionali.  

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