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Sindacati sul piede di guerra

Sanità, precariato e problemi irrisolti: la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil

I confederali si sono dati appuntamento il 4 gennaio davanti alla Asl per reclamare la proroga dei contratti in scadenza e sollecitare la soluzione dei disagi dovuti alla mancanza di personale (Oss e infermieri) e delle liste d'attesa

LECCE – Problemi organizzativi negli ospedali, liste d'attesa, precariato e carenza di personale: sono tanti i nodi da sciogliere nella sanità salentina.

Per queste ragioni i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, hanno proclamato, per il 4 gennaio, una giornata di mobilitazione con annesso sit-in davanti alla direzione generale della Asl di Lecce.

La Cisl Funzione Pubblica ha aderito alla protesta ma confida in un intervento risolutivo da parte della direzione strategica aziendale al fine di scongiurare uno stato di agitazione che potrebbe sfociare in ulteriori forme di protesta, come uno sciopero del personale dipendente.

Il sindacato spiega che le criticità da risolvere sono tante. Troppe. A cominciare dai tempi per le liste di attesa per le visite specialistiche e per le diagnostiche strumentali, in particolare la risonanza magnetica e la mineralometria ossea computerizzata, settore che vede in sofferenza anche le strutture private convenzionate.

“Negli anni non si è riusciti a calmierare le liste di attesa con le sole prestazioni aggiuntive (con tariffa pari a 60 euro per ogni ora di lavoro) per il personale medico, quando invece si sarebbe potuto ricorrere a reclutamento di personale in pianta stabile o pur a tempo determinato che potesse essere in grado di alleggerire il pesante fardello delle liste di attesa”, si legge in una nota stampa.

Cisl coglie l'occasione anche per segnalare il modesto impiego della risonanza magnetica nel Poliambulatorio di Sannicola, sottoutilizzata per carenza di personale medico.

“Grave, poi, è la paventata chiusura dei punti dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura ospedalieri di Galatina e Casarano per mancanza di personale medico – prosegue il sindacato -. Il mancato rinnovo dei contratti ai circa 600 infermieri a tempo determinato in servizio presso la Asl Lecce, metterebbe poi in serio pericolo la salute pubblica, l’assistenza sanitaria leccese e i Lea”.

E ancora, desta preoccupazione la situazione all'interno di alcuni presidi ospedalieri come il Vito Fazzi di Lecce, gli ospedali di Casarano, di Copertino e Gallipoli e il servizio di emergenza-urgenza 118 dove, la carenza di personale già in atto e il possibile mancato rinnovo delle proroghe dei contratti in scadenza, farebbe degenerare le condizioni di assistenza in degenza e in emergenza urgenza.

Un problema a parte è quello degli operatori socio-sanitari il cui contratto è scaduto ad aprile, ottobre e novembre e che, da quanto dice Cisl, non sono stati sostituiti: “In questo modo i turni sono rimasti sguarniti di personale, specie quelli h24 nelle unità operative di degenza delle strutture ospedaliere”.

“Da tanto si ripropone anche il problema del demansionamento delle professioni sanitarie infermieristiche che ha visto il nostro sindacato coinvolto nella maxi denuncia presso l’Ispettorato del lavoro di Lecce”, prosegue la Funzione pubblica.

“E’ evidente che i numeri relativi al personale, in funzione di fabbisogno, siano completamente saturi e che tale fabbisogno di personale sia stato già assorbito – prosegue la nota stampa -. Insomma c’è tanto da fare e basterebbe una buona predisposizione che al momento appare ancora assente. Lo stato di agitazione è alle porte; i lavoratori del comparto sanità e soprattutto i pazienti meriterebbero più attenzione”.

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