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L'autorità sanitaria garantisce: "Nessuna sospensione"

Servizi domiciliari per pazienti Covid, prosegue attività dei medici Usca

La direzione sanitaria della Asl di Lecce ha stabilito la nuova riorganizzazione in vigore da domani per le unità di continuità assistenziali. Ne sono previste quattro, con oltre 70 medici in organico, accorpate sulla base della prossimità dei dieci distretti

LECCE - Riunione operativa nelle scorse ore presso la direzione sanitaria della Asl di Lecce per approntare la riorganizzazione del servizio dei medici Usca, le unità speciali di continuità assistenziale per i pazienti covid. Il punto nodale parte dalla necessità si rendere innanzitutto edotta l’utenza del fatto che le attività delle Usca, composte dai medici che si recano nelle abitazioni dei pazienti covid per fornire loro assistenza e cura, non sono state sospese.

Da domani 3 maggio e sino al 14 maggio saranno quattro le unità assistenziali che opereranno sui dieci distretti socio sanitari della Asl attraverso gli accorpamenti territoriali definiti dalla situazione epidemiologica e dalla prossimità dei distretti. La riorganizzazione è stata pianificata in una riunione convocata dal direttore sanitario Roberto Carlà.

Sono complessivamente 18 i medici assegnati all'Usca dedicata ai distretti di Lecce e Galatina, altri 17 quelli dell'Usca dei distretti di Campi e Nardò, 20  dell'Usca dei distretti di Gagliano, Casarano e Gallipoli e 16 dell'Usca dei distretti di Maglie, Martano e Poggiardo.

Le funzioni delle unità speciali organizzate dall’avvio della pandemia, in base ai protocolli della Regione Puglia, continuano ad essere i seguenti: valutazione domiciliare di pazienti affetti da Covid-19 che non hanno bisogno di ricovero ospedaliero; pazienti positivi in isolamento, pazienti dimessi, pazienti paucisintomatici, pazienti in isolamento fiduciario per i contatti avuti e pazienti sintomatici che con hanno avuto contatti con positivi.

Rimane il collegamento stretto con gli ospedali Covid, collegamento con il sistema informativo regionale e la valutazione dei pazienti, ricoverati presso strutture socio-sanitarie, sintomatici ma che non necessitano di ricovero ospedaliero, il supporto sanitario ai malati rari domiciliati sia covid che non covid, il controllo ravvicinato per i pazienti positivi a cui il medico specialista o il medico di medicina generale ha prescritto la terapia anti-covid prevista dal protocollo terapeutico della Asl.

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