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"Fondi per rimettere in piedi il sistema educativo": la manifestazione studentesca

I ragazzi hanno scioperato anche a Lecce. Critici gli universitari di Udu: "Questo governo ha ignorato, ancora una volta, le nostre richieste. Vogliamo riformare il sistema, garantendo il diritto allo studio"

LECCE – Una giornata di mobilitazione per risollevare le sorti dell'istruzione pubblica: questa mattina studenti e universitari si sono dati appuntamento davanti a Porta Napoli per reclamare maggiori finanziamenti da destinare alla scuola e alle università.

“Il mondo dell’istruzione negli ultimi anni è stato infatti vittima di una fortissima politica di sottofinanziamento che ne ha determinato un drastico impoverimento”, spiegano i ragazzi del sindacato Udu che hanno partecipato allo sciopero indetto a Lecce e in tutta la Puglia.

L'obiettivo della manifestazione, che ha avuto carattere nazionale, è quello di sollecitare il governo a intervenire sulle carenze strutturali del sistema educativo che sono emerse, con prepotenza, durante e dopo i mesi più critici della pandemia da covid-19.

Molti istituti richiedono un'azione di seria e profonda ristruttuazione, i mezzi di trasporto spesso sono affollati, la didattica non pare essere al passo dei tempi e il diritto allo studio sembra essere entrato ormai in crisi.

Ai disagi della scuola pubblica si sommano i problemi degli atenei. Non a caso gli universitari di Udu si dipingono come “attori passivi di un sistema che appare immutabile, nel quale ci vediamo deformati e trattati come meri numeri, soggetti il cui scopo sembra essere quello di ottenere titoli di studio nel minor tempo possibile, ingranaggi di un meccanismo alienante”.

I ragazzi chiedono, sostanzialmente, di tornare ad avere voce in capitolo: “È il momento di compiere un’inversione di rotta. La crisi pandemica ha fatto emergere, insieme alle notevoli criticità del sistema socio-economico, anche la necessità di avere figure professionali di alto livello: questo modello di istruzione, tuttavia, non assolve tale compito”.

Udu ha esortato l'esecutivo, impegnato con il Pnrr e con la stesura della legge di Bilancio, ad impiegare una parte di quei fondi nella riforma del sistema universitario.

“Ma questo governo ha ignorato, ancora una volta, le richieste, i bisogni e le speranze di milioni di giovani”, spiegano i rappresentanti Udu.

Cruciale continua ad essere anche il tema del diritto allo studio. Conti alla mano, nel 2021 il costo medio annuo per ogni studente è di circa 5mila euro; 5mila 500 euro è la spesa dei pendolari e di 11mila euro la somma annua che sborsa chi vive fuori sede.

Nel capoluogo salentino, poi, gli universitari del sindacato lamentano “residenze fatiscenti e un numero di pasti a disposizione esiguo e non sufficiente”. E, per sostenere il diritto allo studio in condizioni di equità e di gratuità, sono necessari congrui finanziamenti per le borse di studio.  

Secondo i ragazzi, negli anni si è verificato un peggioramento della didattica. “Le Università, specie le più piccole, affrontano i tagli offrendo un servizio sempre più scadente; siamo quotidianamente testimoni di docenti insufficienti a smaltire in tempi consoni il numero di prenotati agli esami, di un metodo di insegnamento obsoleto e di una incapacità di adeguarsi alle nuove esigenze”, ha affermato Sabrina Loparco, delegata alla didattica di Udu Lecce.

“Chiediamo una didattica rinnovata, in grado di fornire realmente gli strumenti per costruire e migliorare la nostra società”, ha concluso lei. 

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