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L'Università libera dalla violenza: nasce l'Osservatorio dell'odio in rete

Il progetto approvato da Cda e Senato: è stato istituito presso il dipartimento di Storia. Il rettore Pollice: "Un linguaggio aggressivo scatena comportamenti distruttivi. L'obiettivo è prevenire"

LECCE – Il linguaggio di odio che infesta internet e i social network troppo spesso si traduce in azioni violente. Questa deriva è sotto gli occhi, preoccupati, di tutti ed è diventata oggetto di studio dei docenti e dei ricercatori dell'Università del Salento, al punto che presso il dipartimento di  Storia, società e studi sull'uomo è stato istituito l'Osservatorio sui linguaggi di odio in rete.

L'osservatorio è stato approvato, con due delibere, sia dal Senato accademico, sia dal Consiglio d'amministrazione ed è diretto dal professor Luigi Spedicato. Al centro delle attività di ricerca, studio e intervento vi sono numerosi temi cruciali per lo sviluppo dell'umanità: il negazionismo, l'odio politico, l'apologia di regimi, la discriminazione etnica o basata sul genere e sulle abitudini sessuali, l'odio religioso e razziale, l'attacco al diverso in ogni sua accezione, la propaganda terroristica.

Il progetto è stato presentato in conferenza stampa dal rettore Fabio Pollice, dal delegato alla Comunicazione Stefano Cristante, dal direttore del dipartimento di Storia, Mariano Longo e dal professor Spedicato.

“L'Osservatorio nasce da un'intuizione – ha spiegato Spedicato -: il nostro rapporto con la realtà è determinato dal linguaggio e quest'ultimo influenza il mondo in cui ci relazioniamo con gli altri, esprimendo i nostri valori e i nostri giudizi. Le parole aggressive e intolleranti è molto probabile che si traducano in comportamenti distruttivi e violenti, con gravi conseguenze per l'intera società. L'Osservatorio è stato istituito anche in chiave di prevenzione e si collega ad altre iniziative dell'Unione Europea, come quella del 2017 adottata dal Consiglio europeo che indica le linee guida per contrastare questo fenomeno”.

“L'odio verbale è legato a doppio filo al concetto di inclusione – ha commentato il rettore Pollice – : la rete acuisce il distacco mentre la conoscenza reciproca abbatte le manifestazioni di intolleranza. Sono i soggetti che si sentono esclusi, o vogliono escludere, quelli che caricano di violenza il confronto. L'ateneo, e il dipartimento di Storia, hanno fatto dell'inclusione un valore fondamentale: l'obiettivo è quello di lavorare per valorizzare le differenze. Per questo l'Osservatorio deve diventare un progetto dell'intera comunità e chiedo a tutti di collaborare con noi”.

Il professore Spedicato ha ricordato come l'ateneo sia già al lavoro sul tema: “La nostra è un'esperienza consolidata sul territorio e, in occasione del progetto Unisalento Plus, terremo due incontri con gli studenti sul tema dell'odio razziale che sta dilagando pericolosamente in tutta Europa”.

Il direttore dell'Osservatorio ha lanciato anche una richiesta formale da sottoporre agli organismi accademici: quella di dichiarare UniSalento una zona “hate free”, libera dalle parole e dai comportamenti di odio e intolleranza.

“Abbiamo condotto delle ricerche sulla comunicazione tramite whatsapp, durante la pandemia – ha aggiunto il professor Longo – e ci siamo accorti della quantità dei messaggi d'odio che circolavano, tesi alla ricerca di un capro espiatorio su cui scaricare le frustrazioni. Ritengo che il lavoro dell'Osservatorio sia cruciale e di grande attualità anche perché realizza la terza missione dell'Università, quella relativa al rapporto con il territorio”.

“Esiste un'unica realtà in cui è inserito il piano virtuale che, nel corso del tempo, sta diventando sempre più importante – ha aggiunto il delegato Cristante -. La separazione tra realtà fisica e virtuale per troppo tempo ha giustificato i comportamenti violenti in rete, concedendo loro l'attenuante dell'innocuità. Non è così. Ci sono casi di persone che si sono tolte la vita perché divenute bersaglio dell'odio in rete. Online si compiono veri e propri atti di bullismo, di cui rimane traccia per sempre. E anche il famoso leone da tastiera, individuo schiacciato nella propria solitudine, non è innocuo. Bisogna intervenire poi sui fenomeni di violenza organizzata online”.

E ancora: “L'Osservatorio serve per migliorare noi e i nostri studenti: dal punto di vista linguistico bisogna ricordarsi di esprimere il disaccorso senza offendere. Una zona libera dall'odio influenzerà positivamente la comunità. Non abbiamo bisogno dell'escalation di violenza: la società, al contrario, vive di mediazione e di riconoscimento e apprezzamento degli altri”.

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