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Scoperte nella colonia romana di Aquinum: un successo firmato da Unisalento

Riportati alla luce l'atrio di una grande domus, una monumentale sala circolare e i resti di una strada urbana. La campagna di scavi, in provincia di Frosinone, è stata condotta dai professori Giuseppe Ceraudo e Veronica Ferrari

LECCE – Il dipartimento di Beni culturali di Unisalento incassa un altro successo. I ricercatori salentini hanno infatti messo la loro firma su alcune scoperte archeologiche nella colonia romana di Aquinum, a Castrocielo, comune in provincia di Frosinone.

Nel corso della tredicesima campagna di scavi, diretta da Giuseppe Ceraudo e Veronica Ferrari sono stati aperti tre saggi di scavo nel settore a nord del Balneum di Marcus Veccius (Terme Vecciane).

I ricercatori hanno portato alla luce i resti dell’atrio di una grande domus con il pavimento in massetto cementizio e decorazione musiva a losanghe, di una monumentale sala dalla particolare forma circolare all’interno di un viridarium (giardino) di un’altra grande domus, e i resti perfettamente conservati di uno dei principali assi stradali urbani, un decumano parallelo alla via Latina e agli altri due decumani già portati alla luce nelle campagne precedenti (via del Teatro e via delle Terme).

L’asse stradale, nominato via delle Domus, è caratterizzato da un’insolita ampiezza della carreggiata, che in questo caso raggiunge i sette metri di larghezza ed è interamente lastricata con enormi basoli di calcare bianco.

Le indagini, su concessione della Soprintendenza archeologia di Frosinone e Latina, sono state condotte in collaborazione con docenti e ricercatori dell’università di Ghent (Belgio) e, nonostante le restrizioni dovute al covid, hanno visto la partecipazione di oltre 60 studenti provenienti in gran parte dall’università del Salento ma anche da altre università italiane e straniere.

La scoperta di UniSalento

“Questi nuovi interventi sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione aerea, mediante l’utilizzo di droni con sensori diversi (ottico, termico, multispettrale, Lidar), accompagnata da campagne di prospezioni geofisiche – ha spiegato il professor Giuseppe Ceraudo -. Le prospezioni mostravano nitidamente in traccia la presenza di numerose strutture sepolte, riconosciute come i resti di grandi domus”.

“Si tratta infatti dei quartieri residenziali della colonia romana, di una vasta area interessata da tre insulae (isolati) che contenevano ricche e sontuose abitazioni private appartenute all’élite aquinate – ha proseguito -. La nostra è un’attività di ricerca di punta nel campo dell’individuazione non invasiva dei beni sepolti del nostro patrimonio: attraverso il puntuale riscontro con lo scavo archeologico, costituisce la conferma della bontà del metodo applicato.”

Il professore Ceraudo ha spiegato che questa campagna di scavi costituisce una scoperta fondamentale per la ricostruzione e per la definizione dell’impianto urbano della grande città romana, estesa oltre cento ettari, la megale polis di Aquinum.

“La prosecuzione delle ricerche potrà servire da volano per una migliore conoscenza e tutela del sito, anche in previsione della valorizzazione strategica dell’area, che il Comune di Castrocielo ha iniziato ad attuare ormai da oltre un decennio”, ha concluso lui.

Per il lavoro archeologico ultradecennale ad Aquinum, nei giorni scorsi è stata attribuita al professor Giuseppe Ceraudo la cittadinanza onoraria di Castrocielo per mano del sindaco Filippo Materiale.

Il riconoscimento è legato all’impegno profuso dal professor Ceraudo, che ha favorito la riscoperta della grande città romana attraverso la programmazione e la direzione di sistematiche campagne di scavo; queste, fin dal 2009, hanno consentito di portare alla luce resti di importanti edifici pubblici come le Terme Vecciane, il Teatro romano e il grande complesso porticato nei pressi del Foro e oggetti di notevole valore e di rara bellezza, su tutti, la testa marmorea del cosiddetto Cesare di Aquinum.

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