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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola

Taglio del nastro per i nuovi corsi di laurea. Zara: "Siamo ottimisti"

Unisalento ha incassato +11 percento delle immatricolazioni lo scorso anno accademico e punta a crescere ancora, migliorando la qualità e la varietà dell'offerta formativa

LECCE – Nuovi corsi di laurea e nuove opportunità per gli studenti del territorio: l’anno accademico 2018/2019 offrirà 4 novità che arricchiranno e qualificheranno l’offerta formativa di UniSalento.

Concluso l’iter di accreditamento presso il Miur, da settembre partiranno infatti i corsi triennali in “Scienze motorie e dello sport”, “Management digitale”, “Ingegneria delle Tecnologie Industriali” ed il corso di laurea magistrale in “Governance euro-mediterranea delle politiche migratorie”.

E l’Università è già pronta a fare il pieno di immatricolazioni, forte del successo riscontrato con l’attivazione dei nuovi corsi dell’anno 2017/2018: “Quest’anno abbiamo registrato un incremento dell’11 percento dei nuovi iscritti, a dimostrazione di come queste scelte formative, orientate ad intercettare i bisogni del territorio e legarli alle occasioni di impiego, siano risultate vincenti. Ci aspettiamo quindi risultati altrettanto positivi”, ha chiosato il rettore Vincenzo Zara.

Il dato della crescita delle immatricolazioni è ancora più confortante se confrontato con la media del sistema universitario nazionale che dal 2013 è cresciuto dell’8 percento, contro il 15 percento di UniSalento. Quasi il doppio, quindi.  

“Un successo eccezionale” lo definisce Zara, se si considerano le difficoltà strutturali di un ateneo collocato nel profondo Sud Italia che paga il duplice scotto della crisi economica e del calo demografico. “Il ministero ci ha posto il limite del 2 percento sui corsi che potevano essere presentati quest’anno e noi abbiamo raddoppiato la cifra, proponendone 4. In questo modo puntiamo a variare l’offerta formativa ancorandola ancora una volta alle specificità del territorio, come è stato per Enologia e Viticoltura il Dams, Viticoltura ed Enologia, Manager della filiera turistica, Cultura, enogastronomia e turismo. Ma con qualche novità”, ha anticipato Zara.

Il taglio del nastro dei nuovi corsi è avvenuto questa mattina presso il campus Ecotekne alla presenza, tra gli altri, di Sebastiano Leo, assessore al Lavoro, Scuola, Università della Regione Puglia; del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini; del presidente di Confindustria Lecce, Giancarlo Negro e del direttore generale dell’ateneo Donato De Benedetto. Assente, invece, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, volata a Bruxelles per impegni istituzionali.

I nuovi corsi sono stati presentati innanzitutto dal rettore. Il primo, quello magistrale, relativo alla “Governance delle politiche migratorie” preparerà gli studenti nell’analisi dei fenomeni migratori: “Il corso è strategico se si considerano sia la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, sia l’attualità nazionale ed internazionale della tematica”, ha precisato il rettore.

“Scienze dello Sport” è invece un corso breve che era già stato messo in agenda un paio di anni addietro ma la sua approvazione è costata non pochi sforzi, come ricorda Zara: “Il corso era già presente a Bari ed il coordinamento regionale dei rettori aveva espresso alcuni dubbi. Tre anni più tardi siamo riusciti a portare il percorso di studi nel Salento perché abbiamo intercettato una richiesta degli studenti che, nella maggior parte dei casi, sceglievano di recarsi fuori regione”.

Il corso in “Management digitale”, invece, si colloca nel solco delle novità a carattere internazionale: “Lo sviluppo dell’economia digitale e l’hi tech sono tematiche che valicano i confini nazionali e per questo speriamo di attirare studenti interessati anche da fuori regione”, aggiunge Zara.

“Ingegneria delle tecnologie industriali” si pone invece come una novità assoluta nel panorama nazionale: “Si tratta di un corso triennale e immediatamente spendibile nel contesto lavorativo, partito con un anno di ritardo insieme ad altri 13 atenei in Italia. Bisognerebbe insistere, nel nostro Paese, per un cambio culturale che riconosca la validità e l’utilità dei profili tecnici intermedi perché accade che il mercato del lavoro sia reticente rispetto a profili che presentano troppi titoli di studio e specializzazioni”, ha concluso Zara.

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