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Martedì, 23 Aprile 2024
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Dal Torre Chianca a Rimini per rifornire il mercato della droga: nuovi guai per tre

Oltre 250 chilogrammi di marijuana sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini, in collaborazione con i colleghi leccesi. I tre sono gli stessi fermati a Torre Chianca a febbraio

RIMINI – Sono stati arrestati nel Salento, a Torre Chianca, i tre grossisti della droga fermati, nella notte, dai carabinieri del comando provinciale di Rimini e dai colleghi della compagnia leccese. Si tratta di due individui di nazionalità albanese, di 36 e 29 anni e di un 43enne residente a Brindisi, acciuffati nei giorni scorsi anche dai militari salentini: S.L., R.U. e O.P.. Oltre 250 chilogrammi di sostanza stupefacente, del valore di oltre un milione di euro, sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro dai militari del Nucleo investigativo.

La marijuana, secondo i primi riscontri, sarebbe partita da Lecce, per giungere sulle piazze e nei locali della città romagnola.  Per tre cittadini sono scattate le manette al termine della perquisizione nel blitz notturno. Tutto è cominciato da un appostamento, nel giorno di San Valentino, nei pressi del casello autostradale Rimini sud. Un individuo originario del Paese delle Aquile, in quell'occasione, è stato sorpreso con oltre 65 chili di stupefacente nascosto nel bagagliaio di una Renaul Scenic (così come si apprende da RiminiToday).

Tramite un'analisi dei tabultai telefonici dell'uomo arrestato, gli investigatori dell'Arma sono andati a ritroso, fino ad arrivare al litorale salentino, quello della marina leccese. Lo stesso luogo dove, giorni addietro, i militari del Nucleo investigativo del luogo, diretti dal maggiore Paolo Nichilo, hanno eseguito alcuni arresti e scoperto delle case al mare usate a mo' di centrali di smistamento.

Come accertato dai colleghi di Rimini nel blitz di queste ultime ore, quello della marina leccese era lo "scalo" dei carichi di droga e il punto di ripartenza Il punto di approdo dei quantitativi di marijuana provenienti dai Balcani, che poi venivano spediti sulla Riviera romangnola. Al termine delle formalità di rito, per i tre sono scattati i nuovi provvedimenti.

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