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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"I diritti non si vendono a Pasqua": sindacati proclamano due giorni di sciopero

I lavoratori della grande distribuzione organizzata sono pronti a incrociare le braccia per rivendicare il diritto al riposo ed al tempo libero. Con loro Cgil, Cisl e Uil

LECCE – Saracinesche abbassate nei giorni di Pasqua e Pasquetta. I lavoratori della grande distribuzione organizzata sono pronti a incrociare le braccia domenica e lunedì, per rivendicare il diritto al riposo ed al tempo libero.

Al loro fianco ci sono le segreterie sindacali di Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Fisascat Cisl che hanno proclamato unitariamento lo sciopero in occasione delle festività religiose. In provincia di Lecce dovrebbero restare aperti nella fascia oraria mattutina di Pasquetta: la galleria del centro commerciale di Cavallino, Md e la maggior parte dei punti vendita Eurospin. Coin resterà invece aperto per tutto il giorno di lunedì. Rimangono chiusi Coop, Mercatone Uno e Metro.

Puntuale come ogni anno, e in circostanze analoghe, si è riacceso quindi il dibattito sull’opportunità di tenere aperti i negozi delle grandi catene commerciali così da recuperare i margini persi per effetto della contrazione dei consumi.

Una teoria che però i sindacalisti non sono disposti a sposare. Anzi. Mirko Moscaggiuri e Daniela Campobasso della Filcams, evidenziano un paradosso: la liberalizzazione delle aperture nel settore del commercio, voluta dall’allora primo ministro Mario Monti, non ha prodotto gli effetti sperati.

“Monti giustificò la manovra con la previsione di un recupero del 10 percento sul Pil. Un incremento che aspettiamo ancora dopo 7 anni”, chiosano i due segretari.

Al contrario, Moscaggiuri e Campobasso hanno constatato “sia il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, sia la perdita del valore sociale della festa, intesa come momento di aggregazione e incontro delle famiglie e come momento di riposo dei lavoratori”.

“Ad oggi constatiamo soltanto continue chiusure di negozi, con conseguenti licenziamenti, e crisi aziendali”, incalza la Filcmas che stigmatizza le aperture selvagge e chiede che “si recuperi una volta per tutte l'essere persone e cittadini, prima ancora che lavoratori”.

Insieme a Cgil, anche Cisl e Uil ribadiscono la contrarietà alle aperture dei negozi in prossimità delle festività religiose, perché il commercio non è indispensabile, e chiedono il rispetto dei valori per le persone.

“Non è accettabile l’atteggiamento intrapreso dalle aziende della grande distribuzione che hanno di fatto peggiorato le condizioni di lavoro e vita familiare dei lavoratori e delle lavoratrici”. I sindacati confederali hanno proclamato lo sciopero su scala regionale in tutti i centri commerciali, negozi, iper delle associazioni datoriali. L’astensione è prevista per l’intero turno di lavoro per il 1° ed il 2 aprile.

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