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Auto e gommone rubati, speronati i carabinieri tenta la fuga con una pistola

L'arma era un giocattolo, ma questo si sarebbe scoperto solo dopo. Rocambolesco arresto a Lecce di un 36enne di Racale. Il complice è riuscito però a scappare

LECCE – La tangenziale di Lecce s’è trasformata quasi in un set cinematografico hollywoodiano, ieri sera, quando i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile, evitata una collisione dopo uno speronamento, hanno bloccato una Panda che trainava un carrello con sopra un gommone. Tutto rubato in due località diverse e segnalato dalla centrale operativa, dopo un primo tallonamento iniziato sulla statale 16, nella Grecìa Salentina.

E' sbucato dall'auto pistola in mano

Quando auto e rimorchio sono andati a finire contro il New Jersey di cemento che separa le carreggiate, Gianluca Manni, 36enne di Racale, è sbucato impugnando una pistola. Un giocattolo senza tappo rosso, ma questo ovviamente i militari non potevano saperlo. E allora, s’è rischiata forse anche la sparatoria in strada.

Sarebbe bastato un gesto inconsulto del 36enne per sfiorare la tragedia. “Getta  la pistola”, gli hanno intimato i militari, puntando le loro armi di servizio. E Manni ha avuto quantomeno l’accortezza di non continuare a sfidare la sorte. L’ha gettata e s’è dato a una fuga precipitosa nelle campagne. Con lui un complice, riuscito a scappare. Ma il 36enne racalino s’è dovuto arrendere. Acciuffato, è stato trascinato in caserma e poi arrestato per rapina impropria, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, possesso di arnesi da scasso (fra cui un paio di spadini per aprire le auto) e di una pistola giocattolo priva di tappo rosso.  

La prima pattuglia in avaria

Manni e il suo complice, al momento ignoto, avevano escogitato un piano piuttosto ardito. Rubare prima un’auto e poi con quella il gommone sul traino. Quale fosse la loro meta ultima, è da capire e sarà motivo di uno sviluppo investigativo. Di certo, prima hanno sottratto la Panda a Casarano, senza che il proprietario si accorgesse di nulla, poi, con quella, hanno raggiunto Martano e hanno agganciato il carrello con tutto il gommone, di proprietà di un noleggiatore di imbarcazioni.

Proprio nella zona di Martano, però, sono iniziati i primi guai per i due ladri, perché un conoscente del proprietario, vedendo il gommone viaggiare in strada, ha trovato la cosa molto strana. L’ha chiamato sul telefono e s’è così scoperto il furto. L’uomo ha iniziato quindi a seguire la Panda con tutto il rimorchio, mentre già era stato contattato il 112. I carabinieri della compagnia di Maglie sono stati i primi a mettersi all’inseguimento, seguendo le indicazioni dell’automobilista, ma tutto ha rischiato di andare a monte per un’improvvisa avaria del motore.

La seconda li aggancia a Lecce

Ladri fortunati? Non tanto. Il fato li ha soccorsi una prima volta, ma intanto, raggiunto il territorio di Lecce, sono stati avvistati da una seconda pattuglia. Panda e gommone agganciato avevano appena imboccato la tangenziale est, in direzione di Brindisi, quando l’autoradio li ha affiancati, a sirene spiegate, intimando l’alt con la paletta fuori dal finestrino. Per tutta risposta, il conducente ha bruscamente sterzato a sinistra, nel tentativo di speronare i militari. L’autista ha avuto la prontezza di scansarsi, evitando il pericoloso contatto.

Con una Panda, per giunta vecchio modello, già sarebbe stato difficile tenere testa ai carabinieri, immaginarsi con un carico così pesante agganciato dietro. Manni e il complice hanno capito che non potevano andare oltre e che presto sarebbero arrivati anche rinforzi, così si sono spostati in modo netto, verso sinistra, andando a finire contro il divisorio e abbandonando tutto in quella posizione, per tentare la fuga a piedi.

Manni si arrende, il complice fugge

Uscendo dall’auto, i militari si sono accorti che il 36enne impugnava anche una pistola. Gli hanno ordinato di gettarla e questo breve lasso di tempo in cui i carabinieri sono stati costretti a rimanere immobili, armi spianate, è forse servito al complice per guadagnare terreno. E’ infatti riuscito a dileguarsi nelle campagne buie (erano quasi le 21,30), cosa non riuscita a Manni che, lanciata la pistola giocattolo, s’è messo a correre a sua volta. Ma invano: è stato subito acciuffato. Avvisato il pubblico ministero di turno, Maria Rosaria Micucci, è stato destinato ai domiciliari.

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