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Patto sicurezza, Cgil non firmerà: “Non prestiamo il fianco alla propaganda”

La segretaria generale Fragassi ha declinato l’invito alla sottoscrizione in contrasto con Salvini. Per una serie di ragioni

LECCE - Più sicurezza partecipata per incrementare i servizi di controllo e valorizzare il territorio. Questa la prospettiva annunciata per la firma del “Patto per la sicurezza urbana” di Lecce che verrà sottoscritto domani in prefettura alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Un appuntamento al quale la Cgil di Lecce ha già fatto sapere che non  parteciperà e soprattutto non porrà in calce la sua firma accanto a quelle del prefetto Maria Teresa Cucinotta, del commissario straordinario del Comune di Lecce, Ennio Mario Sodano, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e degli altri soggetti pubblici e del privato sociale. Per la segretaria generale del sindacato, Valentina Fragassi, la posizione in merito all’invito, definito “intempestivo”, della prefettura, è chiara: “Non prestiamo il fianco a sfilate di propaganda elettorale” il commento della rappresentate della Cgil salentina.

E tra le motivazioni addotte dalla camera territoriale del lavoro di via Merine, non ultime proprio le “lacune” sul tema del lavoro che sarebbe "ignorato" nel documento posto all’attenzione dei soggetti sottoscrittori. Da qui la volontà manifestata dalla Cgil di declinare l’invito, ringraziando il prefetto, e confermando la disponibilità a portare un contributo nel merito dei contenuti del protocollo, superando “ogni speculazione elettorale”. Senza troppi giri di parole il sindacato avrebbe gradito un’attenzione “più marcata” in merito al comparto del lavoro. E del resto per la Cgil risulta difficile sottoscrivere un documento che, a suo dire, “nelle sue premesse e nei suoi riferimenti legislativi si inquadra nella cornice formata anche dal decreto-Salvini che ha smantellato il sistema dell’inclusione sociale e dell’accoglienza dei migranti, aumentando disoccupazione ed insicurezza reale e percepita nel paese”.

Per la segretaria generale dell’organizzazione sindacale l’appuntamento di domani si colloca in un momento temporale sbagliato, a ridosso della tornata elettorale per il rinnovo dell’Europarlamento, del Consiglio comunale e del sindaco di Lecce. Senza contare che uno dei soggetti firmatari, il Comune di Lecce, è commissariato.

“Sarebbe stato probabilmente più corretto attendere l’esito delle imminenti elezioni amministrative, anche per dare maggiore legittimità democratica ai contenuti del protocollo” evidenzia Valentina Fragassi, “inoltre, ci sembra inopportuna la firma del Patto alla presenza del ministro, pochi minuti prima del tour elettorale che lo stesso, in qualità di leader della Lega, ha ampiamente preannunciato in città: la Cgil non presta il fianco alla propaganda elettorale. Il 10 aprile dello scorso anno, durante una manifestazione sul rapporto tra legalità, democrazia e lavoro alla presenza di magistrati e rappresentanti della prefettura” spiega ancora la segretaria generale leccese, “ponemmo all’attenzione dei presenti un’anomalia: il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e la scarsa attenzione al lavoro regolare nella sottoscrizione dei protocolli per la legalità che dal 2012 in poi l’Ufficio territoriale del governo si era impegnato a realizzare".

"Questa volta siamo stati invitati a mettere una firma frettolosa, senza un coinvolgimento vero, che avrebbe presupposto una fase di ascolto ed elaborazione che ora come allora è mancata del tutto. Da una lettura veloce del documento inviatoci oggi alle 14” conclude Valentina Fragassi, “appuriamo che nelle premesse del Patto si sottolinea come il tema della sicurezza debba necessariamente accompagnarsi ad una affermazione dei principi di legalità, anche attraverso una più incisiva ed integrata azione di vigilanza in materia di tutele nel lavoro, con particolare riferimento al rispetto delle normative contrattuali e previdenziali e delle leggi sulla sicurezza sul lavoro. Un passaggio che nel testo non è approfondito, se non in tre righe a pagina 14, in cui si immaginano azioni di prevenzione di ogni illegalità in danno dei lavoratori. Un buon proposito, insomma: avremmo gradito un’attenzione ben più marcata”.

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