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La protesta dei ricercatori precari del Cnr: "Vogliamo la stabilizzazione"

Attendevano il presidente Inguscio a Lecce, ma l'incontro è saltato: "La legge Madia prevede la stabilizzazione nella PA; vogliamo interventi seri e non promesse"

LECCE – I precari dell’università sono pronti a mobilitarsi. Questa mattina, in occasione della visita del presidente del Cnr, Massimo Inguscio, i ricercatori hanno inscenato una protesta che mira alla stabilizzazione della loro posizione lavorativa all’interno del Centro nazionale della ricerche.

La visita del presidente si sarebbe dovuta tenere intorno alle 12.00, presso l’aula seminari del Cnr-Nanotec di Lecce, ma Inguscio ha comunicato poco prima la sua indisponibilità a partecipare. Il personale Cnr aspetta di incontrarlo per manifestare il malcontento dovuto alla vaghezza delle notizie che circolano in merito alla  stabilizzazione dei contratti. Con la legge Madia, infatti, il governo ha impresso un’accelerazione al superamento del precariato negli enti pubblici di ricerca ma all'interno del Cnr è tutto fermo.

“Il presidente Inguscio continua a nascondersi dietro ad un’assenza di fondi che, seppur reale, non può giustificare l’assenza di un documento attuativo”, denuncia il sindacato Flc Cgil.

Guardando nel dettaglio l’articolo 20 della legge offre alle Pubbliche amministrazioni la possibilità di assumere a tempo indeterminato il personale subordinato, reclutato con concorso e che abbia maturato almeno tre anni di servizio. Le PA possono anche riservare la metà dei posti disponibili, all’interno dei concorsi, ai lavoratori con contratto flessibile e con tre anni di servizio alle spalle.

E ancora, il comma 8 dell’articolo 20, a garanzia del più ampio accesso alle possibilità fornite dai primi due commi, recita: "Le amministrazioni possono prorogare i corrispondenti rapporti di lavoro flessibile con i soggetti che partecipano alle procedure di cui ai commi 1 e 2, fino alla loro conclusione".

Cgil evidenzia come, nonostante l’esecutivo abbia messo nero su bianco la possibilità di procedere con le stabilizzazioni nel trienni 2018-2020, il presidente Inguscio “continui a fare solo promesse verbali, prive di concretezza per quei lavoratori che da anni danno lustro all’ente”.

I precari della ricerca, in bilico ad ogni scadenza dei contratti, intendevano cogliere l’occasione per chiedere ad Inguscio di aprire un dialogo con il governo, al fine di ottenere un finanziamento dedicato nella prossima legge di bilancio.

"Il presidente non è venuto ma la nostra protesta non finisce qui - annuncia Giovanna Occhilupo, ricercatrice precaria da 7 anni  -. Il Cnr di Lecce, nel mese di luglio, ha stilato un piano di fabbisogno che individua tutti gli aventi diritto alla stabilizzazione, ma azioni concrete in questa direzione non ce ne sono state. Da indiscrezioni relative alla bozza della legge di bilancio, le cifre sui posti disponibili sul territorio nazionale sono davvero ridicole. Rimaniamo in attesa di saperne di più, e intanto speriamo che si lavori per migliorare la situazione attraverso l'iter parlamentare degli emendamenti alla legge".

“È urgente che il presidente definisca le modalità con cui intende avviare e concludere nel triennio il processo di stabilizzazione – chiosano i lavoratori- . Ed è urgente che rinnovi tutti i contratti di prossima scadenza, per garantire a tutti gli aventi diritto l'accesso al processo di stabilizzazione come previsto dal comma 8”.

 “Non c'è più tempo per le promesse – ammoniscono i sindacalisti di Flc Cgil - perché i lavoratori precari non sono dei numeri da tirar fuori all'occorrenza, ma uomini e donne con un bagaglio di competenze e di esperienze che il Cnr non può permettersi di perdere”.

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