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Vernici e lastre di amianto accanto agli olivi. E qualcuno appicca anche il fuoco

Numerose segnalazioni per i cumuli di rifiuti pericolosi nelle campagne di Galatone, una zona scelta dalla Regione Puglia come oasi di protezione

GALATONE – Una piccola premessa. Lasciandosi alle spalle il centro abitato di Seclì, in direzione di Sannicola, si apre sul lato destro una delle campagne più rigogliose del Salento.  Si tratta della zona delle ex cave, circondate da olivi e da macchia mediterranea, che ricade nel territorio comunale di Galatone. Campi talmente ricchi dal punto di vista naturalistico, che la Regione Puglia, diversi anni addietro, ha deciso di farne un’oasi di protezione, per consentire le soste ai volatili, durante i loro flussi migratori stagionali. Un investimento di risorse pubbliche, senza un criterio di continuità ed efficienza. Quell'area prescelta è ora lasciata completamente allo sbando e a "disposizione" di tuttofare privi di licenza ed esponenti della criminalità locale.

Video: viaggio nello scempio

Tutt’intorno, tempo addietro, vi era anche una riserva di caccia. Poi divenuta vietata. Ora, invece, soltanto cumuli di rifiuti, anche pericolosi, tra alberi di olivo, corbezzolo e rosmarino. I muretti a secco si sono trasformati in “comodi” giacigli per spazzatura di ogni tipo: materiale di risulta edile, frigoriferi, vecchie cucine appena smontate, tubi in gomma svuotati dall’anima in metallo. Ma non è tutto. L’aspetto ancora più inquietante, anche considerata la zona particolarmente delicata dal punto di vista idrogeologico, la presenza di lastre di amianto, barattoli di vernici, materiali isolanti e persino olio lubrificante per motori.

Diversi cumuli di materiale nocivo per la salute e l'ambiente

Sono numerose le segnalazioni giunte dai cittadini del posto, in particolare ciclisti che si ritrovano spesso a pedalare lungo quelli che, fino a poco tempo fa, erano tra i sentieri più paradisiaci del Tacco. Ora, è tutto uno slalom fra aria irrespirabile e allarme tumori. La nostra redazione si è recata sul posto, noto peraltro anche per la produzione dell’olio d’oliva. Non abbiamo avuto il tempo di immortalare fotograficamente alcuni dei cumuli dislocati in zona: poco prima, infatti, qualcuno ha pensato bene di dare alle fiamme quella montagna, ricoperta di teli in plastica per cercare di dissimulare quella scomoda presenza. Al nostro arrivo, bruciava tutto (in video)IMG_5575-2, in un’atmosfera insostenibile che non era data soltanto dall’aria pesante, dal retrogusto plastico. Ma anche dalla violenza visiva: i rifiuti bruciavano ancora, nei pressi di alberi che hanno oltre cento anni. Dell’accaduto abbiamo immediatamente informato i carabinieri forestali, i quali eseguiranno al più presto un sopralluogo sul posto, per i successivi provvedimenti.

Intanto, il primo cittadino di Galatone, Flavio Filoni, è stato contattato dalla nostra redazione. Si è impegnato a bonificare la zona, a partire dai prossimi giorni. “Noi dell’amministrazione siamo sensibili sui temi ambientali. Un gruppo di attivisti volontari spesso si dedica alla pulizia di campagne e strade. Ma occorrerebbe anche il senso di civiltà da parte di cittadini e artigiani che smaltiscono il materiale, soprattutto l’eternit. Purtroppo, con la discarica di Castellino bloccata, molte richieste di smaltimento dell’amianto sono rimaste inevase. Un elemento, questo, che incentiva il comportamento illegale e un ente comunale non ha quasi mai le risorse economiche per far fronte a deterrenti come videocamere piazzate anche nelle campagne. Occorrono fondi, basti pensare che in questo territorio mi sono ritrovato anche animali abbandonati lungo le strade, come carcasse di maiali e un cavallo”, è la risposta del sindaco.

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