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Carlo Calenda: "Gli ulivi sradicati per il Tap sono gli unici salvi dalla Xylella"

"Sono finito sotto scorta", afferma in diretta televisiva il leader di Azione, rivendicando la scelta effettuata quando era ministro dello sviluppo economico

Nel corso degli ultimi dieci anni, per i salentini non sono esistiti argomenti più sentiti del Tap e della Xylella. Il primo è un tema controverso, che ha raccolto sensazioni e pareri differenti. Scontri e proteste da parte dei cosiddetti "No Tap" non sono riusciti ad impedire la realizzazione dell'opera che trasporta gas in Italia dall'Azerbaijan.

La Xylella, invece, è una ferita ancora aperta - che continua a sanguinare - per tutti coloro che amano questa terra splendida. Non è stata mai trovata una soluzione efficace, per impedire l'avanzata del batterio capace di colpire gli ultivi secolari e la storia che essi custodivano.  Entrambi, dunque, sono argomenti da trattare con i guanti perché confluiscono nella storia di un intero territorio e della sua gente. 

Carlo Calenda, ospite televisivo in vista della elezioni politiche del prossimo 25 settembre, ha  toccato tutte e due le tematiche in un colpo solo.  Nel tardo pomerigigo di ieri (10 agosto), intervistato da "Tg4 L'ultima ora" si è espresso in merito.  La giornalista che stava conducendo il programma ha chiesto al leader di Azione come fosse possibile seguire il corso della transizione ecologica, evitando di paralizzare l'Italia sulle infrastrutture e sul tema del'indipendenza energetica. La risposta dell'ex ministro è stata decisa: 

"Si fa come fanno i Paesi civili del mondo. - Ha esordito Calenda - Io sono finito scortato per il Tap, che oggi porta il 15% del nostro fabbisogno non dalla Russia, perché dicevano che avrebbe deturpato una spiaggia. Andatela a vedere! Io ci sono stato, non si riesce a capire dov'è il tubo - sostiene il segretario di Azione -  perché passa 8 metri sotto, e si interra a 8 Km dalla costa. Le persone tiravano i sassi agli operai per spostare trecento ulivi, che sono andati in un vivaio, e sono stati ripiantati - conclude - sono gli unici sopravvissuti alla xylella, perché Emiliano non voleva curarla". 

Ecco il video

La risposta del comitato "No Tap"

"Nel rispondere al signor Calenda ribadiamo che sul tracciato del Tap non ci sono stati reimpianti degni di nota. - Si legge in un comunicato arrivato presso la redazione di LeccePrima.it - Dei 1936 ulivi censiti, Tap ha impiantato circa 800 giovani piante. - Prosegue - La visone del tracciato, anche da google maps, parla chiaro".

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"Il tracciato del Tap é completamente spoglio rispetto alla campagna circostante. - Conclude - Ricordiamo al signor Calenda che Tap, nonostante la campagna elettorale, é a processo, il 12 settembre, per questa e altre problematiche".

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