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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Botrugno, sogni e messaggi: la cassetta delle lettere per l’Aldilà

Nata da un’idea di Stefania Semeraro del teatro “Tela”, in via Cufra si spedisce ai cari che non ci sono più, per ristabilire una connessione con sé stessi e con chi si ha amato

BOTRUGNO- In una via di Botrugno, un comune che fa parte dell’Unione delle Terre di mezzo in provincia di Lecce, c’è una cassetta di legno con una buca per le lettere con su scritto “nel cuore e nei sogni” e subito sotto, le indicazioni per raggiungere il mare (16 chilometri), la luna (384mila chilometri) e i boschi dei Paduli (3,6 chilometri). È stata installata domenica 7 febbraio e le persone che ci passano davanti imbucano una lettera per chi non c’è più.

“Se pensiamo qualcosa, allora si può realizzare, i piccoli sogni si possono avverare e quello che sogniamo coincide con quello che ci manca. Cosa ti manca? Il primo pensiero è per le persone che non ci sono più. Un nonno, un papà. Allora scriviamogli”: a parlare è una grintosa e sensibile Stefania Semeraro, fondatrice del teatro “Tela” di via Cufra, dov’è ubicata la casa natale del IMG_20190202_194712-2papà che lei ha perso quando aveva solo 11 anni.

“In realtà, spiega Stefania, la cassetta delle lettere riapre una possibilità di dialogo interiore perché quando sei afflitta dal dolore o desiderosa di fare qualcosa, la prima cosa che viene in mente è una connessione con sé stessi. E noi che siamo salentini dove andiamo a trovare la forza, l’ispirazione in un momento di riflessione? Al mare. Ma c’è chi guarda la luna o chi si rifugia nei boschi dei Paduli” svela sorridendo e raccontando che da piccola si rifugiava spesso in quel posto magico per lei.

Dunque, Stefania Semeraro, che ha coinvolto il marito Gregory nella creazione della cassetta di legno fai da te, ha offerto l’opportunità di riaprire un dialogo interiore ma soprattutto di creare legami reali e tangibili tra vivi che consentano di rimanere ancorati al presente e di pensare a un domani possibile. Perché il vero miracolo, oltre al ponte tra l’al-di-là e l’al-di-quà, è il senso di comunanza e di vicinanza che siIMG_20210207_131058-2 percepisce con chi, perso nel proprio dolore, ha scelto di frequentare quel posto di via Cufra.

Ma quando l’è venuta in mente questa idea? “A volte capita che la notte non dormo e mi vengono in mente delle cose. Mamma mi ha cresciuta sempre con l'idea che nelle favole succede sempre qualcosa, e mi ha aiutata anche a sviluppare la scrittura, un ottimo rifugio e una buona connessione con sé stessi per esorcizzare le cose brutte" confida, mentre racconta che fin da piccola ha avuto una passione per il teatro, mai abbandonata nonostante la laurea in scienze politiche.

“Portare un teatro a Botrugno qualche anno fa non è stato semplice, ma con la mia amica Eleonora siamo riuscite a scalfire una certa mentalità. E ora che il nostro teatro è chiuso e non si può andare in giro a fare spettacoli, il teatro l’ho portato a casa. Perché nutre la mia anima”.

Stefania Semeraro, in questo modo, sta aiutando tutti a esprimere i propri sentimenti, cercando di lenire il dolore in cui sprofonda chiunque perdendo per sempre chi ha amato. E lo fa permettendo di instaurare un dialogo con il proprio defunto, dirgli quelle parole che non si è riusciti a pronunciare quando era in vita, consentendo così, di vivere senza rabbia o dubbi. Insomma, Stefania Semeraro, al tempo del coronavirus, in cui tutto sembra più difficile e forse, più cupo, aiuta ad aprire il cuore, sollevando lo sguardo verso l’orizzonte e ricominciare a pensarsi in un futuro possibile.

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