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Martedì, 23 Aprile 2024
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Consiglio di Stato, il centrodestra vuole tempi più brevi per una decisione

Tondo vuole premere per anticipare l'udienza. Marti fiducioso nell'esito, ma non si aspettava che si sarbbe arrivati a febbraio

LECCE – Il giorno dopo il provvedimento cautelare emesso dalla III sezione del Consiglio di Stato, il centrodestra cittadino continua a mantenere un profilo di moderato ottimismo sull’esito finale, sebbene i tempi non siano quelli che più di qualcuno prospettava, come trapela dalle parole del deputato Roberto Marti: “Non ci si aspettava un’udienza a febbraio – commenta oggi - e si sperava di avere entro la fine dell’anno una pronuncia che liberasse un Consiglio comunale, pienamente legittimo, dal fardello di quattro pronunce che invece ne dichiarano l’illegittimità”. 

Così, dunque, l’animatore della lista civica Grande Lecce, fresco di passaggio in Parlamento sotto l’ala di Matto Salvini, il quale spiega di non essere comunque sorpreso da quanto avvenuto a Palazzo Spada. “Attenderemo la pronuncia di merito – aggiunge - senza far mancare il nostro apporto costruttivo ai lavori dell’amministrazione cittadini, augurandoci che chi governa la città voglia fare qualcosa di più che limitarsi alla propaganda fine a se stessa”.

“L’ordinanza del Consiglio di Stato era prevedibile e, sentiti i legali, anche processualmente corretta - spiega Marti - poiché la questione va risolta in sede di merito. Tuttavia, sebbene fiduciosi che la sentenza del Tar Lecce sarà confermata, attenderemo la sentenza del Consiglio di Stato con serenità, senza far mancare il nostro apporto, serio e non pregiudiziale, ai lavori dell’amministrazione”.

Tondo: "Anticipare l'udienza"

Angelo Tondo, uno dei consiglieri non eletti e quindi fra i più attenti alla questione, ritiene che non vi sia “alcuna ragione di natura istituzionale e di carattere giuridico perché qualcuno possa ritenersi pienamente soddisfatto”, in riferimento ad alcune dichiarazioni di esponenti della maggioranza.

Angelo Tondo-2-3Per Tondo restano quindi valide a tutti gli effetti di legge le quattro sentenze del Tar salentino di annullamento del verbale dell’ufficio elettorale di proclamazione degli eletti. “Il Consiglio di Stato ha solo sospeso la esecutività delle sentenze, che, altrimenti, avrebbero comportato, nell’immediato, la modificazione della composizione del Consiglio comunale di Lecce”, è la sua lettura. Questo perché tali pronunciamenti “costituiscono un oggettivo condizionamento della funzionalità dell’organo consiliare in termini di legittimazione amministrativa, atteso che tutti i provvedimenti che saranno adottati dal Consiglio avranno sullo sfondo le sentenze di annullamento del Tar e sono suscettibili di impugnativa in sede giurisdizionale per la viziata composizione dell’organo deliberante”.

Che non sia una bella situazione per Lecce e i suoi cittadini, lo dice lui stesso: “Hanno diritto alla certezza dell’assetto giuridico della loro principale istituzione, che rappresenta la comunità. Dovrebbe quindi essere interesse di tutti sotto l’aspetto istituzionale – conclude Tondo – sollecitare il giudice d’appello a una urgente definizione del giudizio di merito, con la necessaria anticipazione dell’udienza prevista per l’8 febbraio 2018”.

Rotundo: "Perrone ora venga in aula"

Il consigliere del Pd Antonio Rotundo, invece attende “l'ex sindaco in aula per confrontarci sui problemi concreti della nostra città”. “Nel mese che va dalla sentenza del Tar, 11 ottobre, all'udienza di ieri del Consiglio di Stato, 9 novembre – dice  il  centrodestra capeggiato da Paolo Perrone ha disertato per due volte le sedute del Consiglio comunale in quanto illegittimo,      sostenendo persino che non avremmo dovuto neppure convocarlo sino al pronunciamento di merito”. 

“Si trattava di una posizione palesemente strumentale – dice Rotundo - perché anteponeva l'interesse politico di parte agli interessi della città e bene abbiamo fatto ad andare avanti. Anche perché le decisioni della magistratura si rispettano sempre e non quando conviene.
Ora prendiamo atto positivamente della svolta a U di Perrone, svolta a cui è stato indotto dall'ordinanza del Consiglio di Stato e dal crescente  orientamento di non pochi consiglieri comunali  del suo stesso schieramento di partecipare alle prossime sedute consiliari”.

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