Chi è Cristina Buonerba, l'influencer leccese che ha creato un brand gipsy
Cristina crea contenuti originali su instagram, in cui parla di viaggi e lifestyle. Condivide, inoltre, il tema della fibromialgia, patologia che le è stata diagnosticata già da un po' di tempo. Ha ideato, tra l'altro, un e-commerce chiamato Indigena Bazaar
LECCE - Navigando nel mondo di instagram potrà capitare di imbattersi in un profilo seguito - attualmente - da circa 37,4mila follower. Si tratta di @thelazytrotter, account di una salentina d'origine ma cittadina del mondo.
Cristina Buonerba è nata a Lecce e a settembre compirà 36 anni. Pubblica quotidianamente dei contenuti molto interessanti: tra le tematiche più gettonate - sicuramente - il mondo dei viaggi, ma anche quello della fibromialgia. Argomento - quest'ultimo - di interconnessione con la sua nutrita community, essendo una patologia che le è stata diagnosticata e che prova a raccontare interagendo con i follower.
La sua formazione
"Da piccola ricordo di aver visto un'amica di mio padre che, partendo dall'Aeroporto di Brindisi, doveva andare a Roma per poi raggiungere New York. - Racconta Cristina a LeccePrima.it - Affascinata da ciò, a soli 5 anni, decisi che avrei fatto degli studi che andavano in quella direzione. Così mi sono laureata a Roma in Traduzione e interpretariato, per le lingue inglese e spagnolo".
"Dopo la fine degli studi universitari, i miei amici mi regalarono una postepay con all'interno circa 500 euro. - Prosegue - In quattro giorni avevo già comprato un biglietto per Buenos Aires, il mio primo grande viaggio in solitaria, che ho svolto zaino in spalla fino a raggiungere (solo) via terra il Perù.
Il lavoro
"Proprio dal mio primo viaggio in poi ho iniziato a capire che avrei voluto adoperare lo smart working, ma parliamo di più di 10 anni fa - ovvero - quando c'erano ancora tantissimi dubbi su questa forma di lavoro".
"Avevo constatato che per traduttori e freelance all'estero - soprattutto negli Stati Uniti - ciò fuzionava, e che da lì a poco si sarebbe aperto un mondo di opportunità. - Continua - Comunque ho fatto anche uno stage di 3 mesi al Consolato italiano di Boston. Dopodiché sono tornata in Italia, a Milano, e ho lavorato in una rivista di lifestyle, ma poi ho capito che il mio posto era fuori e mi sono trasferita per due anni in Australia".
"Al mio rientro in Italia ho deciso di continuare a lavorare online, grazie ad un giro fisso di clienti che mi ero creata per le traduzioni. Dopodiché mi sono trovata ad andare in Guatemala, terra che risulterà fondamentale per il mio percorso. Qui avevo delle clienti, delle travel blogger per cui traducevo contenuti, e (circa 6 anni fa) su instagram è nato The Lazy Trotter. All'inizio ci ho messo un po' a capire cosa dovessi fare, come mi dovessi comportare, e che tipo di contenuti pubblicare. Si iniziava a parlare di video-blogging, ma ancora questo mondo non era sviluppato come adesso".
"Dunque, ho iniziato a dar vita ad una community attiva, reale, nonché molto attenta e presente. Instagram mi ha aperto tantissime possibilità ed un'infinità di strade. Grazie ai social sono entrata in contatto con una serie di persone che ora sono diventate amiche".
"Ho avuto modo di fare lavori unici: sono stata invitata dall'ente del turismo della Thailandia per prendere parte al Festival delle lanterne, riuscendo a far ascoltare la mia voce su varie tematiche".
La fibromialgia
"Qualche anno fa mi è stata diagnosticata questa patologia autoimmune, che porta ad avere dolore cronico insieme a tanti altri disturbi. Anche in questo senso instagram ha giocato un ruolo fondamentale: ho trovato il profilo di un'altra ragazza che aveva lo stesso problema e che condivideva il suo percorso. Questo mi ha dato tanta forza, oltre che la possibilità di condividere ciò che stava succedendo. Quindi anche io sono diventata il punto di riferimento di altre persone sui social, ragazze che - come me - convivono con la fibromialgia. La mia community - così facendo - si è consolidata."
Indigena Bazaar
"I miei viaggi in Guatemale proseguivano" dice Cristina. "Le donne indigene hanno rappresentato una fonte di forza incredibile per me, e così - visto che molte donne mi facevano i complimenti per il mio stile un po' gipsy - ho creato Indigena Bazaar, progetto di cui sono diventata madre da pochissimo".
"Si tratta di un e-commerce che propone alcuni prodotti di artigianato - Specifica - La produzione è affidata alle sapienti mani di alcune artigiane indigene che si trovano in Messico e Guatemala. Ho dedicato tantissimo tempo a questa iniziativa, che sta crescendo come ho fatto io da moltissimi punti di vista".