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Firmato l'armistizio tra Asl e Casarano: fine del presidio al "Ferrari"

L'accordo raggiunto in prefettura: sospesa l'occupazione della Chirurgia pediatrica, le parti riprendono il dialogo sulla bozza di accordo che riguarda l'ospedale

LECCE – Fine dell’occupazione del reparto di Chirurgia pediatrica nell’ospedale di Casarano. L’armistizio tra l’amministrazione comunale, la Asl di Lecce e la Regione Puglia è stato firmato questo pomeriggio presso la prefettura di Lecce.

Deposte le armi, si riapre il dialogo sul dislocamento dei reparti (attivazioni e disattivazioni) nel “Ferrari” previste dal piano di riordino ospedaliero regionale. Esiste una bozza di accordo e da lì si ripartirà, con il prefetto di Lecce in qualità di garante della rinnovata intesa tra le istituzioni.

Intanto il “Comitato Pro-Ferrari” ha rinunciato alle maniere forti, ed ha già chiesto ai volontari che hanno presidiato il reparto h24 di far cessare la mobilitazione. Ma non è una resa gratuita.

Seppur non si possa parlare tecnicamente di un 1° livello per l’ospedale di Casarano, avviato verso il declassamento al livello base, qualche modifica nel piano di riordino a vantaggio della comunità casaranese non si può escludere.

La bozza sarà oggetto di contrattazione nel corso della prossima riunione già calendarizzata per il 3 novembre presso la prefettura. E nel dettaglio prevede la dismissione della Chirurgia pediatrica e del punto nascita, ma il mantenimento della Neurologia, dell’Urologia e della Rianimazione, come precisato dal direttore sanitario della Asl di Lecce, Antonio Sanguedolce che ha partecipato al tavolo insieme al direttore amministrativo, Antonio Pastore, ad Antonella Caroli dell’assessorato regionale alla Salute, al presidente del Comitato, Claudio Casciaro, ad una delegazione del Comune di Casarano ed al viceprefetto Guido Aprea.

“Ringraziamo il prefetto per il suo intervento risolutore in una controversia aperta tra le istituzioni – ha commentato Claudio Casciaro -: dopo due ore di dibattito serrato abbiamo stabilito di riprendere le intese su quella bozza di accordo già condiviso. Ora con la dismissione del presidio noi stiamo dimostrando di essere disposti a trovare un punto d’incontro. Il muro contro muro non è positivo, a maggior ragioni di quando si parla di diritti dei cittadini in materia di salute”.

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