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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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A Calimera il San Valentino in biblioteca: appuntamenti contro la violenza ostetrica

Due eventi del Festival del benessere psicologico inseriti nella settima edizione della campagna internazionale voluta dalla drammaturga statunitense Eve Ensler

CALIMERA - Una chiamata all’azione nata nel giorno di San Valentino del 2012 partendo dalla drammatica statistica che vede una donna su tre vittima di violenza nel corso della sua esistenza. Un miliardo di donne ha vissuto in prima persona episodi di violenza. One Billion Rising è nato come un flash mob, una danza collettiva per focalizzare l’attenzione sul problema, ed è cresciuto, si è evoluto. Sono milioni le persone che ogni anno danzano nelle piazze, nelle scuole, sui luoghi di lavoro, e allo stesso tempo organizzano seminari, incontri, raccolte fondi. Tutto sotto un unico slogan: “Alzati! Resisti! Unisciti!”.

Calimera partecipa a One Billion Rising Italia per il terzo anno consecutivo, con due eventi del Festival del Benessere Psicologico, rassegna di incontri avviata nel dicembre scorso e che si concluderà il prossimo marzo. Giovedì 15 febbraio, dalle 19, presso la Casetta della memoria con l’associazione Rinascere al Naturale che propone l’intervento “Nascere bene per vivere bene: il parto tra immaginario collettivo, salute e violenza ostetrica”, a cura di Esterina Marino e Desire Montinaro, socie fondatrici dell’associazione.  Si fa fatica a parlare di violenza ostetrica ma è una realtà che molte donne conoscono e stanno imparando a denunciare.

Di recente è stata infatti presentata la prima indagine italiana sul tema. I dati dicono che dal 2003 sono circa 1 milione le donne in Italia – il 21 per cento del totale – che affermano di aver subito una qualche forma fisica o psicologica di violenza alla loro prima esperienza di maternità. Un altro 23 per cento ha risposto di non esserne sicura. Il concetto di “violenza ostetrica”, soprattutto in Italia, non è molto conosciuto se non per l’azione e le singole campagne di alcuni gruppi femministi e di alcune associazioni di donne: può essere definita in modo generico come un insieme di comportamenti (in cui rientrano ad esempio l’eccesso di interventi medici, le cure senza consenso o anche la mancanza di rispetto) che hanno a che fare con la salute riproduttiva e sessuale delle donne, declinata sia nella scelta della maternità che, all’opposto, nel suo rifiuto.

Si tratta di atteggiamenti profondamente rappresentativi delle disuguaglianze di genere, hanno spiegato l’Organizzazione mondiale della sanità e diversi studi scientifici in materia: si possono infatti descrivere come la forma più invisibile e naturalizzata della violenza contro le donne che, in questo caso, si verifica all’interno dei sistemi sanitari. A seguire, lunedì 26 febbraio, ore 18, in collaborazione con Cepss - Centro pugliese di sessuologia scientifica, le psicosessuologhe Azzurra Carrozzo e Francesca Corchia trattano “La donna nella storia: dalla cintura di castità all’eiaculazione femminile”.

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