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A un mese dalla scomparsa: affettuoso ricordo di Leonardo Alvino

Angelo De Pascalis ha avuto l'onore di collaborare con la storica testata Voce del Sud. Oggi ricorda la figura del direttore, per la sua saggezza, l'onestà intellettuale, la forza morale e l'impegno assunto e portato avanti pur con difficoltà economiche. Rimanendo sempre libero nel pensiero

LECCE - Anche se non vedevo il direttore di Voce del Sud, Leonardo Alvino, dalla chiusura del giornale, non si può dimenticare il valore di un rapporto leale di collaborazione volontaria durato circa un ventennio specialmente se l’alter è un maestro di professionalità e dirittura morale.

Proprio per questo ho provato un forte sussulto il 22 maggio scorso nell’apprendere la triste notizia, come lo ebbi il 27 dicembre del 2003 nel leggere il suo ultimo articolo con cui annunciò la fine della storica testata. Certo nel leggere “Basta così, grazie” non mi colse di sorpresa come la notizia del suo decesso, poiché diverse volte, negli ultimi anni, confidenzialmente mi aveva manifestato l’affanno economico a cui doveva resistere per poter pubblicare senza chiedere il contributo ai “potenti” della politica. Anzi, molti di questi mi diceva, senza però fare nomi per serietà personale ed etica professionale, non versavano più neanche la quota annuale di abbonamento pur ricevendo il giornale.

Voce del Sud non aveva padroni, era stato fondato dal padre, Ernesto Alvino, come giornale libero e indipendente e continuava ad esserlo anche con Leonardo pur tra tante difficoltà economiche, ricevendo il necessario per poter uscire puntualmente ogni sabato soltanto dagli abbonamenti, da un po’ di pubblicità e il resto dal bilancio familiare.  Ma, nonostante ciò, il nostro direttore trovava la forza in un nutrito legame sentimentale all’eredità ricevuta e in motivi ideologici da cui scaturiva una critica costruttiva contro il dilagare di un servilismo intellettuale e una certa cialtroneria politica.

Egli, invece, aveva della politica una concezione, possiamo dire, gentiliana come “fuoco che brucia le scorie del più basso egoismo”. In sostanza, tutti i suoi articoli erano il riflesso di un amore schietto per la verità spesso offuscata da subdoli compromessi, ma anche di un amore sincero per Lecce e per l’Italia, per cui Voce del Sud era una cattedra da cui si elevava un insegnamento di nobili valori morali e sociali.

Leonardo Alvino, dunque, apparteneva a quella schiera educata ad agire sempre senza calcoli e sottintesi con sincera affabilità nel rispetto di ogni persona. Scopo fondamentale della sua vita sia come uomo, geologo, ma soprattutto come giornalista e scrittore (ha pubblicato anche dei libri) è stato quello di porgere con saggezza esempi e insegnamenti per apportare alla nostra società chiarezza e onestà intellettuale di cui spesso ne notava la carenza. Alla luce di ciò, senza ombra di dubbio si può affermare che ha vissuto non in funzione di interessi materialistici, ma in funzione dello spirito per tanto la morte fisica non potrà mai tagliare quel legame che unisce un uomo nobile, come lui, con quanti lo hanno conosciuto.

* Ex collaboratore di Voce del Sud

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