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Sabato, 20 Aprile 2024
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Video porno e richieste di sesso a una 14enne spacciandosi per coetaneo

Per mesi un 30enne campano ha tormentato una ragazzina salentina. Presentatosi sui social con profilo falso e in modo romantico, su Whatsapp è poi uscito il lato diabolico: le aveva teso una vera trappola

GALLIPOLI – Dottor Jekyll e mister Hyde. Il diabolico molestatore si era presentato attraverso social, con un profilo falso. Toni gentili e atteggiamenti romantici avevano fatto breccia nel cuore di una ragazzina appena 14enne. Un’età delicata, in cui si è spesso vicini a toccare il cielo con un dito di fronte alle attenzioni garbate di una sorta di principe azzurro come sempre più raramente se ne vedono in giro.

Ma non era una favola moderna. Piuttosto, un incubo nel quale la ragazzina sarebbe presto stata trascinata quando, riuscito l’uomo – sì, un uomo, di oltre 30 anni, e non certo il coetaneo che lei immaginava – a carpire il suo numero, usando Whatsapp aveva iniziato a tempestarla di messaggi provocatori, video e immagini pornografiche, avance spintesi fino alla richiesta di sesso a distanza.

E’ una storia scivolosa, dai contorni morbosi, quella che arriva da un comune dell’area jonica del Salento, con indagini condotte dagli agenti di polizia del commissariato di Gallipoli, che li hanno portati fuori regione, fino in Campania. Per la precisione, in provincia di Salerno.         

I genitori si rivolgono alla polizia

Tutto è nato nel corso dell’estate, quando i genitori della ragazzina si sono presentati nel commissariato per raccontare quanto scoperto. Una storia che aveva intaccato a tal punto la psiche della figlia, tanto da apparire nervosa, a tratti tormentata. E’ stato l’occhio della madre, in particolare, a svelare tutto. Alla fine la ragazza s’è confidata, ormai esausta. Ovunque si trovasse, ecco arrivare di continuo contenuti audio espliciti e video con organi sessuali in vista. Messaggi spesso condite dalla richiesta di atti erotici in chat.

Una trappola studiata in ogni dettaglio, in modo da impedire alla vittima di scoprire la reale identità del molestatore, spacciatosi fin da subito per un minorenne. Ma gli accertamenti hanno rivelato tutt’altro.

Risponde di adescamento di minore

Ora l’uomo risponde di adescamento di minore. E’ questa l’ipotesi di reato per la quale è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Lecce. Fra l’altro, le indagini condotte degli uomini coordinati dal vicequestore aggiunto Marta De Bellis, intendono andare a fondo, sviscerando, se possibile, ulteriori dettagli. Non sarebbe inusuale, infatti, se si venisse a scoprire che ad agire con il 30enne c’erano anche dei complici. Soprattutto, bisogna capire se il caso sia stato isolato, circoscritto alla sola ragazza salentina, o se si possa palare di un molestatore seriale. Vi saranno altre vittime finite nella sua rete? Questi i prossimi passi da compiere nell’indagine.

Difendersi delle trappole: come?

Ma come difendersi dai malintenzionati che pullulano su Internet? Purtroppo, come spiegano gli stessi investigatori della polizia, non esistono accorgimenti ben precisi per evitare simili trappole. Tuttavia, è sempre buona norma la prudenza, prima di consegnare a sconosciuti i propri dati personali e altro materiale come fotografie e numeri di telefono. In ogni caso, è opportuno denunciare tutto e al più presto alle forze dell’ordine. Anche perché si corre sempre il rischio che un molestatore possa essere un violento, capace di gesti più concreti che mandare oscene avance virtuali.     

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