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Sabato, 20 Aprile 2024
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Come McCurry anche Battaglia ritrova la musa: è la madre del poliziotto rapper salentino

Ritrovata la protagonista del celebre scatto della “bimba col pallone”: è Caterina, palermitana, per anni residente nel quartiere Stadio e madre di Revman, l’agente intervistato due anni fa da LeccePrima

LECCE - I ricami del tempo, a volte, sono in grado di creare arabeschi tanto perfetti da assomigliare a dei mandala, quei coloratissimi disegni “spirituali”, utilizzati da induisti e buddisti. Ed è proprio con un complesso intreccio che la vita di Letizia Battaglia è andata ad intersecarsi con quella di Catia e con quella di Revman, il rapper-poliziotto di cui, appena due anni addietro, la redazione di LeccePrima vi ha parlato in un’intervista. Che cosa abbiano da spartire queste tre esistenze è presto detto: la prima è una delle più famose fotografe italiane nota, oltre alle immagini denuncia di mafia, anche per la celebre immagine della bimba ritratta in una Sicilia anni Ottanta, tra i colorati mercati de la Vuccirìa di una Palermo in bianco e nero, con un pallone in mano (In foto). Il broncio, una canotta e poi non se ne è più saputo nulla.

Quella bambina, rintracciata dall’artista 38 anni dopo grazie al programma televisivo, ragazza-pallone-2-2 ora ha un nome: è Catia, 47enne di origini palermitane, per ben nove anni residente nel quartiere Stadio del capoluogo salentino. Ed è qui che  sono nati i suoi due figli: Giorgio, il più piccolo e Sebastiano. Quest’ultimo è “Revman”, l’agente innamorato del rap, noto sul web per il suo tormentone “Riduci la velocità”: un inno alla vita, e alla sicurezza stradale, tradotto in musica dalla sua passione. Questa potente perturbazione nella vita di Catia è cominciata circa tre settimane addietro quando la fotoreporter siciliana, ora 85enne e che ha ricoperto anche la carica di assessore comunale a Palermo, ha lanciato un messaggio tramite la trasmissione in onda su Rai 3 e condotta da Federica Sciarelli.

La Battaglia avrebbe voluto rintracciare quella bimba, immortalata nei pressi di un portone 38 anni prima. Quella fotografia, in tutto questo tempo, è stata esposta nei musei, nelle mostre, ma Catia non era ancora rientrata in Sicilia. Era ignara di quanto il suo broncio fosse ormai familiare a milioni di italiani. Così come accadde per Sharbat Gula, la dodicenne che visse tra Pakistan e Afghanistan, immortalata da Steve McCurry nello scatto -tra color ruggine e verde petrolio-  che ha fatto il giro del mondo.

Il caso ha però voluto che la trasmissione sia stata vista da suo fratello (zio di Revman). Contattata la redazione del format - di cui proprio nella serata di ieri è andata in onda una seconda puntata nella quale si è parlato dell’incontro tra le due donne – le due si sono ritrovate. “E’ stata un’emozione indescrivibile”, ci ha raccontato in una conversazione telefonica Catia. “Appena mi ha rivista, davanti ad alcuni giornalisti, è scoppiata in lacrime”. La musa ha posato nuovamente per la grande artista, in un altro scatto che è destinato a restare altrettanto memorabile. Un volto mediterraneo votato al successo, così come è accaduto per suo figlio Revman, seppur per ragioni differenti.  Il lato ultrasensibile e l’apertura verso l’umanità deve essere del resto proprio di famiglia se il padre di Sebastiano “Revman”, a sua volta, è un agente di polizia diventato famoso per aver salvato dal freddo, assieme a una collega, una neonata partorita da una donna senzatetto, nei pressi di Piazza San Pietro, a Roma.

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