rotate-mobile
social Andrano

Castiglione d’Otranto, il decennale Notte verde inaugurato con due mostre

Dal 26 al 31 agosto sarà possibile ammirare sui muri un percorso artistico di arte pubblica

ANDRANO- Un percorso artistico di assoluto spessore quello che anticipa l’avvio del decennale della Notte Verde di Castiglione d’Otranto, evento curato da Casa delle Agriculture Tullia e Gino e in programma dal 27 al 31 agosto. A partire dal 26 agosto, però, i muri del paese accoglieranno due mostre di arte pubblica in grado di interrogare i cittadini sulle urgenze del nostro tempo e del nostro territorio.

Paradossi dell’abbondanza” è il titolo del lavoro di Marzia Migliora, esposto sulle facciate del Mulino di Comunità e della cappella di Santa Maria Maddalena, in area Trice, il cuore della manifestazione. Per i vicoli del marzia migliora paradossi abbondanza-2centro storico, invece, si snoderà A Cielo Aperto, “Per fare un tavolo. Arte e territorio”, a cura di Bianco-Valente e Pasquale Campanella, evento di “Comunità Resilienti” a cura di Alessandro Melis, Padiglione Italia alla 17esima mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia.

Marzia Migliora è artista che usa un’ampia gamma di linguaggi, tra cui fotografia, video, suono, performance, installazione e disegno, per creare opere che elevano le più semplici attività umane a momenti in grado di raccontare stralci di storia collettiva. Le tematiche ricorrenti nel suo lavoro sono la memoria come strumento di articolazione del presente e l’analisi dell’occupazione lavorativa come affermazione di partecipazione alla sfera pubblica. In occasione della decima edizione della Notte Verde di Castiglione, nel contesto dei temi urgenti esplorati nel laboratorio politico del festival attraverso il dialogo diretto con i cittadini, l’artista interviene per le strade di Castiglione con una serie di affissioni pubbliche di grandi dimensioni con soggetto i collage e disegni appartenenti alla serie Paradossi dell’abbondanza (2017-2021). Il titolo è preso a prestito da un capitolo del libro “Una storia commestibile dell’umanità” del giornalista inglese Tom Standage che, nel suo saggio, ripercorre una certa idea di modernità attraverso la storia dell’agricoltura e del suo asservimento alla produzione di cibo come merce: con l’introduzione di monoculture, produzioni intensive, pesticidi, organismi geneticamente modificati e quanto ha permesso un presunto dominio dell’uomo sui cicli naturali della germinazione.

Migliora ha, quindi, realizzato una serie di collage che mescolano la tecnica del disegno alla tradizione del papier collé, per raccontare le contraddizioni vissute in campo agricolo dalla prospettiva dagli agricoltori stessi, che fossero questi gli stagionali migranti dei nostri giorni, i braccianti delle piantagioni coloniali, oppure più semplicemente provenienti dal background contadino familiare dell’artista e dalla storia della sua famiglia. Le giustapposizioni rivelano l’intreccio di immaginari differenti, relativi a momenti storici diversi ma prossimi l’uno col l’altro, perché caratterizzati da un rapporto di dominio, controllo e sfruttamento dell’uomo nei confronti del mondo naturale. Il paradosso, come forma retorica, serve sia ad illuminare l’assurdità di una situazione, ma anche per illustrare un senso di possibilità e di metamorfosi in giustapposizioni impreviste e generative di nuovi immaginari.

A Cielo Aperto, “Per fare un tavolo. Arte e territorio” è a cura di Bianco-Valente e Pasquale Campanella ed evento di “Comunità Resilienti” a cura di Alessandro Melis, Padiglione Italia alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

Per i muri del centro storico di Castiglione, sarà affissa una selezione di 13 manifesti (dei 34 complessivi) incentratiDaniela Poli-2 su temi quali arte e territorio, mediazione politica, ruralità, localismo consapevole, bene comune, economie sostenibili. I manifesti prodotti sono da considerarsi come un dialogo fra diversi punti di vista, con l’intento di non armonizzare le differenze ma, al contrario sottolinearle, facendo emergere un’altra Italia: quella delle aree interne. L’intervento di arte pubblica, attraverso i manifesti realizzati da urbanisti, architetti, artisti, storici dell’arte, sociologi, antropologi, economisti e geografi, sperimenta metodi di comunicazione che non esulano da un confronto “stretto” con la storia locale, non nella direzione di un ripristino del folklore o di un passato che non c’è più, ma spostando l’attenzione dall’oggetto al processo, dal materiale alla narrazione, dallo spazio alla comunità, in termini di nuove possibilità culturali.

L’installazione per la Notte Verde 2021 comprende interventi di: Giorgio Azzoni / Stefano Boccalini/ Sergio Cotti Piccinelli, Leone Contini, Luigi Coppola, Pietro Gaglianò, Guilmi Art Project, Interferenze / Liminaria, Alessandra Pioselli, Daniela Poli, Rete Nazionale Giovani Ricercatori Aree Interne, Riabitare l’Italia, Carmela Rinaldi / Veronica Vitale, Vincenzo Tenore / +tstudio, Ivano Troisi.

L’attività di A Cielo Aperto è sostenuta dall’Associazione Culturale Vincenzo De Luca che ha avviato da molti anni una ricerca sulle pratiche dell’arte in relazione alle specificità del territorio, con l’intervento di artisti in residenza per la realizzazione di un museo all’aperto a Latronico in Basilicata. Ha promosso, autofinanziandosi, il progetto A Cielo Aperto, a cura di Bianco-Valente e Pasquale Campanella, un’occasione per fare il punto sul senso e sui possibili sviluppi dell’arte in relazione a un contesto locale e alle sue specificità (www.associazionevincenzodeluca.com).

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Castiglione d’Otranto, il decennale Notte verde inaugurato con due mostre

LeccePrima è in caricamento