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Poliziotti leccesi con vena creativa fanno breccia con racconti su migranti

Marinella Martina tra i finalisti del concorso della rivista "Polizia Moderna". E Andrea Tondo pubblica un sorprendente racconto

LECCE – Poliziotti nella vita quotidiana, ma con una vena letteraria, e in grado di trasformare le esperienze sul campo in pagine ricche di significati ed emozioni. Nel Salento ve ne sono almeno un paio emergenti, come il sovrintendente capo Marinella Martina, leccese e l’assistente capo Andrea Tondo, di Guagnano.

Lavorano nel capoluogo e sono operatori del controllo del territorio della Sezione Volanti, quelli dell’intervento sulle strade, nei negozi, nelle case, che raccolgono le prime informazioni su furti e rapine, inseguono i malviventi a sirene spiegate, spesso mettono pace fra le liti e rincuorano chi si trova in una situazione di difficoltà.

Sono il volto della polizia fra i cittadini e, sotto quell’apparenza che per formazione e deontologia deve farli apparire impassibili, spesso assorbono dolori, disagi, situazioni complicate delle persone che soccorrono e, a volte, ammanettano. Sì, perché a volte, anche dietro a un crimine, c’è una storia di umanità che la cronaca non conosce. Ed ecco che a volte alcune storie si tramutano in spunti per la narrativa.  

Fra le tante emergenze dei tempi moderni vi è quelle dei migranti e della loro integrazione, ed era proprio questo il tema al centro del quinto concorso letterario indetto dalla rivista ufficiale della Polizia di Stato, “Polizia Moderna”. Il titolo, appunto, “Pagine Migranti”. La premiazione dei finalisti si è tenuta presso il Circolo funzionari di Roma.

Il concorso era suddiviso in due sezioni: una riservata a tutti i poliziotti, in servizio o in pensione, l’altra a tutti i ragazzi under 21. I finalisti sono stati selezionati tra diverse centinaia di racconti giunti in redazione e fra questi vi era “Multumesc”, di Marinella Martina. La sovrintendente leccese ha partecipato con un racconto che descrive l’amicizia tra una poliziotta e un ragazzino rumeno, del viaggio affrontato con lui in Romania alla ricerca di un passato dimenticato e della scoperta di un sentimento di fratellanza che va al di là dei legami di sangue, della nazionalità e del percorso di vita di entrambi.

Tra i cinque finalisti, sebbene non sia arrivato primo, il racconto ha comunque ricevuto una menzione particolare dalla redazione di "Polizia Moderna".  La giuria era presieduta dallo scrittore noir Maurizio De Giovanni e vi facevano parte anche Bruno Mengale (dirigente della V Zona Polizia di frontiera Lazio, Sardegna, Umbria), Annamaria Giannini (docente universitaria), Filippo Gaudenzi (vicedirettore del TG1). Ai concorrenti è stato chiesto di narrare storie inedite di persone, culture, tradizioni e lingue diverse che possono convivere e integrarsi.

foto autore-3-2-2“Ritrovarsi fratelli” è invece un racconto breve di Andrea Tondo. Sebbene abbia già all’attivo più pubblicazioni, sono tutte nell’ambito della ricerca storica. Quindi, per lui, un esordio nella narrativa, con una libricino il cui messaggio di fondo è stato molto apprezzato dal Comune di Guagnano, tanto che giovedì prossimo ne distribuirà 150 copie agli studenti della scuola media locale.

La vicenda prende spunto da uno sbarco realmente accaduto, intessendovi però sopra un racconto frutto della sua fantasia, in cui un giovane somalo, studente di medicina e arruolato per forza come militare nel suo Paese piagato dalla guerra civile, fugge dalle atrocità e approda nel Salento dopo un drammatico sbarco. Soccorso in una gelida notte di gennaio a San Cataldo da un poliziotto, i due, in un crescendo di colpi di scena, si riscopriranno parenti in virtù di una storica presenza italiana in Somalia (qui la recensione completa del libro realizzata da LeccePrima).

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