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Sabato, 20 Aprile 2024
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"Tre manifesti a Ebbing, Missouri", il film da non perdere è al Db d'Essai

Alla terza settimana di programmazione numeri importanti per una sala d'autore: 220 spettatori di media per il capolavoro di Martin McDonagh

LECCE – In programmazione per la terza settimana consecutiva al Db d’Essai di Lecce con 220 spettatori di media, “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” è l’evento cinematografico degli ultimi mesi. Chi non lo ha ancora visto può farlo fino al 30, tenendo presente che le proiezioni dell’ultimo giorno sono in lingua originale, come ogni martedì.

Il pubblico leccese lo ha apprezzato moltissimo e non ha esitato a mettersi ordinatamente in coda, fatto altrettanto insolito, occupando pure la sede stradale antistante la storica struttura dei Salesiani, da anni entrata nel circuito delle sale d’autore della Regione Puglia. Il film di Martin McDonagh (che ha firmato nel 2012 l’altro lungometraggio, 7 psicopatici) è perfetto dal punto di vista tecnico (fotografia top) e geniale da quello narrativo (dialoghi capolavoro): violento e ironico allo stesso tempo, non ha mai una scena o una parola di troppo, anzi, dopo i 115 minuti della sua durata si resterebbe incollati alla poltrona un’altra buona mezzora tanto scorre piacevolmente e intensamente, e, come un distillato di pregevole fattura, lascia il segno del suo passaggio insieme a una certa euforia di sottofondo.

Insignito di premi e nomination, dal festival di Venezia ai Golden Globe, concorre con sette candidature per sei statuette agli Oscar: miglior film, miglior attrice (Francis McDormand), due volte per miglior attore non protagonista (Sam Rockwell e Woody Harrelson), migliore sceneggiatura originale (dello stesso regista), miglior montaggio, migliore colonna sonora.

Difficilmente una pellicola lascia una sensazione di pienezza come “Tre manifesti a Ebbing, Missouri” e allora diventa difficile anche trovare un elemento che prevalga sugli altri: certamente l’interpretazione di Francis MacDormand, nei panni di una madre disperata ma determinata, cinica ma non preclusa all’empatia affettiva, è magnifica ma addirittura magistrale è quella di Sam Rockwell (già nel cast di 7 psicopatici) poliziotto scapestrato e irritante ma non privo di un’etica. Notevole la performance di Woody Harrelson, già a proprio agio con il ruolo poliziesco nell’impareggiabile prima stagione di True Detective, probabilmente la serie più bella di sempre.

Ascrivibile al genere della black comedy, il film narra la storia di una donna che nel tentativo di spronare le indagini sull’omicidio della figlia sbugiarda il locale corpo di polizia affiggendo manifesti su tre grandi cartelloni pubblicitari appena fuori la città di Ebbing, in Missouri. La scelta divide la comunità e innesca una serie di cortocircuiti emozionali che dispensano sorrisi e lacrime in egual misura e che disegnano un universo dove le cose non sono quasi mai quel che sembrano: il bene e il male, il giusto e l’ingiusto convivono e mutano, così come la condizione umana che non è mai irreversibile né netta nei suoi contorni. 

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