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Sabato, 20 Aprile 2024
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Rinnovo Aia per Colacem: Galatina e Comuni limitrofi si mettono di traverso

I sindaci del comprensorio scrivono alle istituzioni, chiedendo maggiori garanzie e controlli, compresa la preliminare valutazione di impatto sanitario

GALATINA – Un secco “no” al rinnovo dell’Aia per Colacem arriva dai Comuni del comprensorio di Galatina. Insieme al sindaco di Galatina, territorio direttamente interessato all’insediamento del cementificio, anche i primi cittadini di Corigliano d'Otranto, Cutrofiano, Martano, Melpignano, Sogliano Cavour, Soleto e Zollino continuano a esprimere ferma contrarietà al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale.

I motivi di questa opposizione sono stati messi nero su bianco in una lettera inviata alle istituzioni che proprio questa mattina si sono riunite per un tavolo tecnico nell'ambito della Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’autorizzazione: quindi Asl di Lecce, Arpa Lecce, Provincia e Regione Puglia.

In riferimento alla istanza di riesame Aia, presentata dalla Colacem spa, i sindaci rilanciano chiedendo una nuova seduta della Conferenza dei servizi per valutare i contenuti dell’atto autorizzativo. Secondo loro, infatti, “i devastanti danni alla salute e all'ambiente del cementificio” non possono essere esclusi dalla discussione finale sul provvedimento.

E, a questo proposito, ricordano che Colacem “è classificata come industria insalubre in base al testo unico delle leggi sanitarie; tra il 2008 ed il 2012, il cementificio ha causato un inquinamento tale da generare costi per danni ambientali e sanitari compresi fra 37 e 67 milioni di euro, secondo le stime dell’Agenzia ambientale dell’Unione Europea (Eea)”.

I sindaci, per motivare la loro presa di posizione, scrivono anche che “lo stabilimento è situato ai margini di un’area urbana caratterizzata, secondo rilevazioni Arpa, da livelli di particolato fine costantemente superiori alla soglia raccomandata dall’Oms”.

E ancora: “Il rinnovo Aia rappresenta un’occasione per ridurre il livello di pressione ambientale e il rischio sanitario nel distretto di Galatina e nei comuni limitrofi, ovvero l’area con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche nella provincia di Lecce (dati del registro tumori della Asl Lecce, del registro tumori Puglia e dell’Osservatorio epidemiologico regionale), identificata dall’Istituto superiore di sanità (Iss) come area cluster per tumori polmonari”.

“Il progetto realizzato dal laboratorio di igiene del Disteba dell'Università del Salento ha verificato la presenza di danno al Dna nelle cellule della mucosa del 42 percento dei bambini reclutati e l'effetto biologico precoce evidenziato è sensibilmente più alto di quello riscontrato tra i bambini di Lecce della stessa età”, si legge ancora nel documento.

I sindaci rivolgono l’attenzione anche al progetto di copertura integrale del carbonile che “deve prevede un cronoprogramma più ridotto dei quattro anni proposti dalla Colacem, così come richiesto anche da Arpa, Asl e Regione. In ogni caso, è opportuno imporre sin d’ora alla società un piano per l’abbandono progressivo dell’uso delle fonti fossili, in linea con le strategie europee e mondiali”.

Altro capitolo, quello relativo alle ceneri provenienti dallo stabilimento di Cerano: i primi cittadini chiedono che queste non vengano impiegate nel ciclo produttivo, in via cautelare, per via delle indagini in corso e dei provvedimenti di sequestro che hanno interessato il cementificio Cementir di Taranto,  l’Ilva e la stessa centrale termoelettrica di Brindisi.

I sindaci chiedono anche maggiori controlli delle emissioni a camino e un potenziamento del monitoraggio ambientale nell’area in questione, che comprenda qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e della catena alimentare.

“Riteniamo fondamentale la fase del controllo di parte pubblica e siamo fortemente preoccupati dalle dichiarazioni dell’Arpa che ha rappresentato una cronica scarsità di risorse e di personale per affrontare tutte le criticità ambientali del territorio”, aggiungono i cittadini che chiedono alla stessa agenzia regionale di verificare anche la taratura dei sistemi di autocontrollo effettuati dalla Colacem.

Indispensabile poi, a loro dire, è una valutazione di impatto sanitario - da effettuarsi secondo linee guida ministeriali ad opera di tecnici esperti –, preliminare al rilascio dell’Aia.

Secondo i sindaci, l’Aia dovrebbe contenere “adeguate garanzie finanziarie a fronte dei possibili inquinanti ambientali prodotti”. Provincia e Regione dovrebbero acquisire anche “idonee garanzie in merito ad una possibile dismissione futura dello stabilimento”. Il documento, inviato per conoscenza anche al ministero dell’Ambiente, contiene anche 13 prescrizioni di tipo tecnico proposte dai Comuni citati. 

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