La torre di Nociglia: nuove evidenze storiche e nuovi significati
La questione della pochezza dei documenti medievali che poco supporta il lavoro degli studiosi della storia minima del nostro territorio è sempre aperta. Pochi riferimenti molto spesso relativi a successioni feudali o fiscali e mai a edifici o luoghi di interesse, tranne che per i castelli regi, alcune chiese, abbazie o comunque realtà e città di una certa entità.
Questo però non può demotivare la ricerca e non deve costituire un limite a quello che un’architettura è in grado di raccontare. Nociglia costituisce la summa degli intoppi documentari medievali con esempi costruttivi e decorativi che rappresentano un unicum. Basta ricorda la chiesetta bizantina della "Madonna dell'Idri", posizionata sull’arteria pellegrinale verso il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae (via Leucadense), che fornisce una linea temporale rilevante su cui collocare alcune tappe nocigliesi, alle quali si aggiunge la posizione topografica preminente del paese (102 metri slm), con affaccio sul sottostante antico Bosco di Belvedere.
È evidente che un luogo di continuo passaggio doveva avere una “sentinella” che fungesse da controllo e avvistamento. È pertanto quasi scontata la presenza del longilineo torrione che oggi offre diversi spunti di riflessione. La struttura turrita, suddivisa in tre livelli serviti da un’unica scala spiraliforme ricavata nello spessore murario e con un’unica stanza per piano, presenta interessanti volte nelle due camere ai piani terra e primo contraddistinte da un grande arco a sesto acuto equilatero, caratteristica dell’opus francigenum che nell’Italia meridionale trovò la sua massima diffusione durante il governo degli Angioini (1266-1382).
Questa tipologia architettonica in Terra d’Otranto sviluppò un proprio carattere identitario in virtù delle commistioni tra le conoscenze francofone e le maestranze locali, da sempre abituate ad assimilare le influenze esterne. La stanza principale al primo piano è la più alta e l’unica con un caminetto. Sulle sue pareti si aprono delle finestre che originariamente consentivano l’illuminazione naturale, due delle quali tamponate dall’esterno per via di una sorta di rifoderatura applicata nei secoli al torrione, tant’è vero che c’è grande difformità tra tessitura e forma dei tufi tra interno ed esterno.
Una di queste costituisce un pezzo unico dell’intera torre, sormontata da un concio in pietra calcarea sagomato con archetti pensili che disegnano il fiore del giglio di Francia, elemento decorativo per eccellenza della finestra gotica. Di questa tipologia costruttiva due-trecentesca rimane ben poco nelle architetture non religiose del Salento, due rari esempi si riscontrano nella Guglia Orsini di Soleto e nella parte più antica del castello Risolo di Specchia. Alla luce di questi elementi utili a restringere la forbice temporale si può affermare che la Torre di Nociglia può essere agevolmente inserita nel cuore del Basso Medioevo, presumibilmente nella prima porzione del Trecento, in una fase storica che, più che l’incastellamento, ha visto costruire strutture turrite e piccoli presidi per un controllo capillare del territorio promosso in particolar modo dagli angioini.
Sulla scia di quanto detto finora ossia sul discorso di un edificio retrodatato, può essere spiegato anche un nuovo elemento riconducibile alla torre nocigliese: la scoperta di un simbolo esoterico presente all'interno della camera di sicurezza. Si tratta di un graffito raffigurante un “Alquerque”, inciso sotto la finestra della parete Est della torre (che punta là dove nasce il Sole). Nel suo schema più diffuso, l’Alquerque ha un tavoliere formato da una griglia di quadrati che sono collegati fra loro da linee diagonali, creando così 25 incroci.
La scacchiera ospita 25 posti e i due giocatori hanno 12 pedine a testa, bianche o nere. Il gioco è una versione più antica della Dama. Ma oltre alla funzione ludica, questo tipo di figura divisa in quattro quadrati a loro volta divisi in otto triangoli ciascuno, per realizzare 32 triangoli complessivi, dovevano assumere una grande importanza poiché sono stati riprodotti dai cavalieri Templari sulle pareti dei monumenti sacri e sulle fortezze, soprattutto nei posti più visitati dai pellegrini. Nociglia, proprio come luogo di passaggio, è piena di simboli esoterici. Ricordiamo anche la presenza dell'Ordine Teutonico nel Salento con le loro varie "Commanderie" o "Commenda".
Ai tempi più recenti la simbologia templare è stata ripresa dalle sette segrete e Nociglia è famosa per la presenza di massoni (affiliati all'Ordine Osirideo Egizio) e carbonari (affiliati al 5° Idume di Lecce). Nei secoli passati il significato esoterico veniva presentato come essoterico e divulgativo. C’era il bisogno di correlare significati comuni di uso quotidiano a simboli più complessi con i quali s'intendeva rappresentare delle verità, dei valori e degli aspetti mistici riconoscibili solo da iniziati e non da tutti. Per questo, un semplice gioco diventa emblema. (a cura di Salvatore Musio e Luigi Ruggieri)
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