Caso Ilva, lettera al presidente Emiliano
Egregio Presidente Emiliano, Le scrivo nel tentativo di indurLa a riconsiderare la possibilita' di ritirare l'esposto presentato da Lei e dal Sindaco di Taranto per il caso Illva. Mentre le luci di un Natale sempre piu' consumistico e sempre meno umano scintillano rutilanti celebrando non la venuta di Cristo ma l'orgia del consumismo piu' sfrenato,un dramma atroce rischia di abbattersi su Taranto e l'intero Salento:il Ministro Calenda e' stato brutalmente chiaro.Ove i ricorsi al Tar non fossero ritirati,il 9 di gennaio Illva procedera' allo spegnimento degli alltoforni.Tradotto:20 mila persone e le rispettive famiglie nel baratro della disperazione piu' assoluta.Lei oggi si e' detto disposto a discutere e negoziare con Gentiloni;bene,molto bene. Ma non puo' pretendere di sedersi a farlo tenendo,eufemisticamente,una pistola puntata alla tempia dell'interlocutore.Non posso credere che non le tremino i polsi considerando la possibilita' che il durissimo scontro frontale possa essere foriero di enormi disgrazie per tantissime persone.Rifiuto di pensare che il Suo atteggiamento e quello del Sindaco siano frutto di mero calcolo politico,di mania di protagonismo esasperata ogni oltre limite,di arroganza intellettuale di coloro i quali presumono di aver sempre e comunque ragione.Sul piatto,Presidente,c'e' molto di piu' di quello che Lei crede,pensa o vuole;parliamo del futuro di decine e decine di migliaia di esseri umani che questo Natale lo vivranno con suprema angoscia,che non puo' ne' deve essere alimentata ulteriormente da personalismi inconcepibili,massimalismi pseudoideologici,strategie miopi ed ottuse.In questo momento,l'emergenza vera e' quella di scongiurare,ad ogni costo,la chiusura dell'Illva.su questo semplice presupposto credo dovrebbero trovarsi d'accordo tutti coloro che conservano un minimo di raziocinio e capacita' di discernimento cum grano salis.Persino nella URSS degli albori,quando Lenin dovette prendere atto del fallimento totale della politica delle collettivizzazioni forzate che causo' carestie costate decine di milioni di morti si verifico' un brusco cambio di strategia..Ed allora quello che a ragione ritengo uno dei Suoi padri ideologici,visto che Lei ha sempre vantato la sua militanza nel PCI sin da ragazzo,non esito' ad invertire la rotta e lancio' la famosa NPE,nuova politica economica.Qesto per dirLe che non c'e' vergogna a rimangiarsi una decisione per quanto eclatante esso sia,se fatto per il bene comune.La prego,faccia un passo indietro,un atto di generosita' ed umilta' non verso un Governo bensi' nei confronti di tantissimi suoi concittadini,che non meritano di vivere tale situazione.Probabilmente Lei sara' un non credente,ma anche se lo fosse,i valori del Santo Natale,quelli veri,appartengono a tutti noi.Ed anche per Lei,Presidente,non esisterebbe a mio avviso maniera migliore per celebrarli ed onorarli. I miei Auguri Antonio Ancora