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Otranto, 14 agosto 1480: la storia raccontata da un cronista dell'epoca

Il tragico evento accaduto quel giorno è stato raccontato dettagliatamente da Galateo, cronista salentino vissuto a quel tempo. Le sue parole sono state riprese da Rai Storia, ecco cosa affermava

OTRANTO - I cosiddetti Martiri di Otranto sono gli 813 abitanti della città salentina uccisi il 14 agosto 1480 dai Turchi guidati dal comandante Gedik Ahmet Pascià.

Secondo la versione storica più comune della vicenda, i Martiri rifiutarono la conversione all'Islam dopo la caduta della loro città, invasa qualche giorno prima (il 28 luglio) dall'Impero Ottomano.

Beatificati il 14 dicembre 1771 dal pontefice Clemente XIV, sono stati - poi - canonizzati il 12 maggio 2013 da papa Francesco. 

Il fatto storico

Il racconto giunto fino al giorno d'oggi è stato riportato da un autorevole cronista dell'epoca, Antonio De Ferraris detto anche Galateo (Galatone, 1444 – Lecce, 22 novembre 1517): un medico, filosofo ed astronomo italiano, appartenente alla minoranza greca del Salento. Le affermazioni sono state estratte da "Otranto 1480 - L'assedio", una puntata andata in onda su Rai Storia

"Gli uomini che scamparono alla strage furono condotti fuori la città e trucidati sotto gli occhi del crudelissimo capo barbaro" affermava De Ferrario. 

"Nessuno, in un così gran numero di persone, abiurò alla fede di Cristo per paura della morte, anzi si incoraggiavano a morire l'un l'altro" proseguiva.

Galateo è l'unico cronista contemporaneo ad aver fatto riferimento esplicito al movente religioso per il compimento della strage. Nelle altre cronache - infatti - non c'è spazio per la proposta della salvezza in cambio della conversione. 

A quel tempo, per i popoli dell'Asia centrale, era usuale offrire la possibilità di conversione ai propri nemici. A volte però, questi, per continuare a professare la loro religione erano obbligati al pagamento di una tassa speciale chiamata Jiziya.

Proprio per ciò, il movente della stage otrantina - per molti studiosi - non è solo religioso. Esso può essere associato anche alla combinazione di più fattori: tra questi la punizione verso chi ha rifiutato di arrendersi, la vendetta per l'uccisione dell'ambasciatore turco durante la lotta; non per ultime - però - vanno considerate le motivazioni militari, ovvero l'intento di seminare il panico per indebolire la resistenza dell'esercito locale. 

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