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Venerdì, 29 Marzo 2024
Capitale europea della cultura 2019

Capitale europea della cultura: Bari sostiene Taranto e Lecce rischia l'isolamento

Siglata l'intesa tra le due città per la candidatura di una macro area con epicentro nella città dei due mari. In Puglia anche Lecce e Brindisi ambiscono al riconoscimento: sullo sfondo investimenti e sviluppo in tempi di casse vuote

LECCE – La candidatura di Taranto a capitale europea della cultura per il 2019 è la quarta proposta che esprime la Puglia. Dopo Bari, Brindisi e Lecce, anche il capoluogo jonico presenta le sue carte per un riconoscimento che non è solo simbolico, ma che rappresenta il volano per una serie di investimenti che possono modificare il volto di una città. 

Un traguardo ambito, insomma, soprattutto di questi tempi, quando trovare uno straccio di finanziamento pubblico è un’impresa. Anche se dell’Europa si parla spesso e male, con una certa dose di qualunquismo, resta la dimensione comunitaria quella in grado di garantire fondi e progetti per lo sviluppo di un territorio.

Ora dunque in campo c’è anche Taranto, centro principale della Magna Grecia, città che legato la sua essenza popolare e portuale al progetto industriale dell’Ilva e all’arsenale militare, che di recente ha conosciuto l’onta del dissesto finanziario, e che ora è alla ricerca di un rilancio declinato secondo la direttrice della sostenibilità ambientale e del risveglio sul piano culturale.

Dalla prospettiva leccese, la candidatura di Taranto non è una buona notizia per almeno tre motivi: intanto si percepisce il valore simbolico di questa aspirazione, dopo un anno di quotidiana presenza nelle cronache ambientali e giudiziarie; in secondo luogo perché il capoluogo regionale cede il suo testimone alla città dei due mari. Lo ha detto lo stesso sindaco, Michele Emiliano, che questa mattina si è recato a Taranto per la conferenza stampa di presentazione della candidatura.  Per ultimo, infine, perché la città jonica si pone come riferimento di una macroarea – Bari compresa – che punta a trarre beneficio dal riconoscimento come capitale europea.

Alla base del passo indietro di Emiliano, probabilmente, ci potrebbe essere un’intesa che è anche politica: la candidatura del primo cittadino alla carica di presidente della Regione è un fatto che si dà oramai per acquisito.  E’ ovvio però che per arrivare in fondo al percorso ci vuole ben altro che una strategia regionale: molte altre città sono già parecchio avanti nella preparazione della candidatura, a partire dalla vicina Matera, e dimostrano una compattezza ed un entusiasmo che a Lecce, che ha scelto di provarci da sola, ancora non si vedono. Probabilmente manca ancora la consapevolezza di quali possano essere i vantaggi per la città ed i suoi abitanti, in termini di risorse e di servizi.

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