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Capitale europea della cultura 2019

Capitolo 2019: nessun voto per Lecce capitale. I numeri sul sito del ministero

Pubblicato il resoconto della commissione esaminatrice che ha attribuito a Matera, con sei preferenze, l'ambito riconoscimento. Tre a Siena, altrettante a Ravenna. Smentito quindi il sindaco, Paolo Perrone, che si era detto certo che il capoluogo salentino fosse arrivato secondo

LECCE - Il capitolo sulla candidatura di Lecce a Capitale europea della cultura si chiude con un numero, zero. Nessuno dei 13 componenti la commissione esaminatrice, che poi ha attribuito il riconoscimento a Matera con 7 voti, ha espresso una preferenza per Lecce. La notizia è ufficiale e viene direttamente dal sito del ministero dei Beni e della Attività culturali e del Turismo, con uno scarno post pubblicato il 5 gennaio: i restanti sei voti sono stati suddivisi tra Ravenna e Siena. Nemmeno le briciole per Cagliari, Perugia-Assisi e per il capoluogo salentino. Tutte, a parte Matera, sono comunque state proclamate dal ministro Dario Franceschini capitali italiane della cultura per il 2015.

Il resoconto numerico è ora destinato a suscitare nuove polemiche. Non perché cambi lo stato dell'arte, ma perché il sindaco, Paolo Perrone, ha più volte dichiarato che secondo le informazioni in suo possesso Lecce era protagonista di un testa a testa con Matera e che alla fine avrebbe avuto tre voti, arrivando a etichettare come menzogne le indicazioni che invece venivano da Ravenna, dove, lo si scopre ora, evidentemente, erano meglio informati. 

Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune, con un post su Facebook punta al sodo: "Non cambia nulla, ovvio. Vinceva solo uno. Semmai la conferma, ufficiale, che il nostro dossier non ha convinto nessuno: in una valutazione comparativa è risultato debole. Sipario". Intorno al discusso bid book stilato da Airan Berg e dal suo staff, nei mesi scorsi, si era aperto un ampio dibattito, prima e dopo la scelta di Matera, tra chi lo riteneva superficiale e chi, come il primo cittadino, lo ha difeso a spada tratta ritenendolo sintesi del massimo sforzo possibile. 

Molto pungente, invece, Paolo Foresio, capogruppo del Pd al Comune di Lecce: “Sono curioso di sapere adesso come si giustificherà il sindaco, forse dando degli sciacalli ai commissari o puntando il dito contro il ministero per la trasparenza con la quale ha messo on line i voti? Mi auguro, invece, che faccia una cosa insolita per lui: cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa ai leccesi, innanzitutto per aver alimentato la “favola” del testa a testa con Matera quando era chiaro – sin dalla consegna del primo bid book – che si stava mettendo in piedi un progetto sbagliato e staccato completamente dalla nostra realtà, poi per aver millantato un secondo posto nella graduatoria clamorosamente smentito”.

“Nei paesi anglosassoni – prosegue Foresio - ci si dimetterebbe dal proprio incarico per molto meno. Una condotta inaccettabile, quella di Perrone, perché un primo cittadino dovrebbe avere senso di responsabilità, serietà e rispetto nei confronti della sua comunità come valori cardine della propria azione amministrativa e politica. Lecce non si merita l’arroganza e la spocchia a cui ci ha abituati questo sindaco e la sua amministrazione e il mio augurio è che i leccesi sappiano finalmente cambiare verso a questo stato di cose e lo facciano quanto prima”.  

Luigi Melica, consigliere dell’Udc che ha seguito da vicino il percorso della candidatura di Lecce, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Caro sindaco, nella vita non ci si può improvvisare, soprattutto se ci si cimenta in competizioni cosi' importanti e e coinvolgenti per tutta la città. Ti è stato facile replicare che ero in malafede e che ero uno "sciacallo" a stigmatizzare il risultato fortemente negativo della nostra città. Ricordo a tutti che nel tacciarmi in quel modo avevi replicato che dicevamo il falso e che lecce  aveva preso 3 voti. Prendi atto della sonora sconfitta, del fatto che non hai avuto nemmeno un voto e soprattutto chiedi scusa, oltre che ai cittadini leccesi, anche alle città di Ravenna e di Siena e da ultimo a chi hai definito sciacallo. E finalmente fai un bagno di umiltà. Rimboccati le maniche e cerca di portare a termine in modo dignitoso un mandato pieno di ombre e sino ad oggi di nessuna luce. Se non sei in grado di farlo, cedi il passo e offri alla città un governo più credibile.

Caustico il segretario cittadino del Pd, Fabrizio Marra, che ha dichiarato: “Il Partito democratico di Lecce ed il suo gruppo consiliare, tacciati spesso di disfattismo e di remare contro la città, da parte del sindaco Perrone, per coprire la propria incapacità amministrativa, oggi prendono atto, ancora una volta, del modo col quale questa giunta, ed i suoi amministratori, si rapportano con i cittadini leccesi e con l’opposizione: prendendoci per i fondelli. Ringraziamo il sindaco per la sua non comune sensibilità istituzionale". 

Il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia Erio Congedo critica chi sta attaccando ferocemente il sindaco Perrone e la sua Giunta sull’esito della candidatura di Lecce a capitale europea della cultura 2019, che invita a considerare aspetti che l’analisi di queste ore sta tralasciando con superficialità. “Francamente – evidenzia  Congedo – non riesco a comprendere le critiche di queste ore al sindaco Perrone, al governo cittadino e al progetto di candidatura a capitale europea della cultura. Critiche assolutamente ingenerose, non obiettive e molto confinanti con un irrazionale livore personale e politico. Chi oggi, all’ufficializzazione della valutazione dei commissari da parte del Ministero, ha deciso di addentrarsi nell’analisi del risultato della candidatura di Lecce, lo fa maneggiando per la prima volta l’argomento, dopo aver scelto di approcciarsi allo stesso, sin dall’inizio dell’avventura, con un assortimento colpevole di indifferenza, silenzio e menefreghismo e soprattutto con pericolosa superficialità, passando sopra a due aspetti fondamentali”. 

Il primo – rimarca il politico salentino – è che non può assolutamente essere derubricato come una sconfitta il fatto di essere arrivati al rush finale della competizione, insieme ad altre sei rispettabilissime avversarie e dopo aver superato una folta concorrenza di proposte blasonate e molto ambiziose. Il secondo è che probabilmente meriterebbe una riflessione o addirittura una verifica questa valutazione della commissione che ha deciso di non riservare alcuna preferenza a Lecce2019. Un esito che lascia più che perplessi e che dovrebbe indurre a un minimo di considerazione anche i più critici”.

Alle accuse dell'opposizione sui risultati di Lecce 2019 replica anche il capogruppo di Lecce Città del Mondo, Antonio Lamosa: “Forse qualcuno in città comincia a sognare la luna. Ormai appare evidente, infatti,  il disegno di chi argomenti non ne ha e continua a rilasciare le solite affermazioni sganciate dalla realtà. Qualche politico locale, come il consigliere Foresio, probabilmente ha perso l'ennesima occasione per aprire un dialogo civile,costruttivo e anche critico. Perché per criticare occorre offrire un'alternativa, occorre dare suggerimenti e proposte valide. In 3 anni di Amministrazione, invece, non mi è ancora chiaro quale sia la strategia politica dell'opposizione.

“A leggere le pagine dei giornali di questi giorni – commenta Lamosa – mi pare che siano in molti nel centrosinistra a cantare vittoria per il mancato successo della città di Lecce a Capitale Europea della Cultura. 

Addirittura si chiedono le dimissioni del sindaco senza rendersi conto che essere arrivati tra le sei finaliste è stato comunque un bel traguardo, assolutamente insperato alla vigilia di questa competizione. Sarebbe stato molto utile invece sentire da parte dell'opposizione una considerazione più obiettiva sull'argomento. Di solito squadra che vince non si cambia. In questo caso probabilmente qualche correttivo andrà fatto, ma chiedere le dimissioni per non aver commesso nessun fatto è un esercizio sterile e dannoso, grave per chi ascolta e deve esprimere le dovute valutazioni. Insomma, è giunto il momento di far parlare i fatti invece di ergersi a professionisti della politica mettendo in campo fumosi e fuorvianti argomenti”.

Il sindaco: "Noi male informati da fonti del ministero"

In serata arriva anche l'attesa presa di posizione del sindaco, Paolo Perrone che dice di prendere atto dell'ufficialità del risultato finale e che precisa: "Fonti interne al ministero, che evidentemente oggi si rivelano inattendibili, ci avevano assicurato che la candidatura di Lecce aveva ottenuto le preferenze di alcuni componenti della commissione. Il risultato, secondi, quarti o sesti, comunque non cambia; soltanto una città poteva vincere. Al di là dei voti, resta la bontà del nostro dossier, evidenziata anche dal referto della commissione che lo premia per partecipazione e per proiezione verso il futuro". 

"Questo - aggiunge - ha contribuito a portare Lecce (risultato all'inizio assolutamente insperato)  nella rosa delle sei finaliste su 22 città candidate, molte delle quali attrezzatissime, eppure rimaste ai nastri di partenza nonostante il ricco bagaglio storico-monumentale e una tradizione culturale riconosciuta a livello internazionale.  A nostro favore hanno giocato la passione, l'energia, l'entusiasmo che la stragrande maggioranza dei leccesi ha dimostrato e che ci hanno consentito oggi di ottenere lo straordinario risultato di essere Capitale italiana della cultura 2015".

"E da qui noi dobbiamo partire - aggiunge - per interpretare questo ruolo al meglio delle nostre possibilità. Lecce sarà all'altezza delle aspettative grazie al contributo di tutti i leccesi, semplici cittadini, associazioni e imprese, che hanno creduto nell'avventura di Lecce 2019 e si sono impegnati, ognuno nel proprio piccolo o grande, con forza, dedizione e passione per questa causa comune. Non si schiererà dalla loro parte, purtroppo - conclude -, chi non ha mai creduto in Lecce 2019 e l'ha più o meno contrastata, e continua a sprecare fiato ed energie per fare inutili polemiche".

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