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Giovedì, 25 Aprile 2024
Capitale europea della cultura 2019

Capitale della cultura, il momento del dilemma. Perrone incalza i democratici

La Regione auspica una sola candidatura pugliese, ma chi tra Lecce e Taranto farà un passo indietro? Resta l'alternativa di una posizione unitaria, in nome dell'antica Terra d'Otranto. Il 20 settembre deve essere pronto il dossier

LECCE – Settembre si avvicina e la candidatura di Lecce a capitale europea della cultura per il 2019 entra nell’aula consiliare per l’approvazione della delibera che formalizza la partecipazione del capoluogo barocco alla lotteria di pretendenti dalla quale  verrà fuori la short list con le città che avranno superato la pre-selezione.

E’ da tempo in corso un ampio dibattito, soprattutto in relazione all’altra candidatura pugliese, quella di Taranto: la Regione, più volte sollecitata ad esprimersi in merito, ha fatto sapere che non interverrà nel merito, ma che due aspiranti finirebbero per indebolirsi a vicenda. Né Lecce, né al momento il capoluogo ionico, sembrano però disposti  a fare un passo indietro.

Paolo Perrone ha oggi invitato gli esponenti del centrosinistra cittadino a prendere ufficialmente una posizione per dare con l’unanimità una condizione di maggiore forza al dossier che verrà consegnato il 20 settembre. Il responsabile del procedimento è il dirigente Raffaele Parlangeli, il coordinatore della candidatura è Airan Berg, che nel 2009 ha contribuito al successo della città austriaca di Linz nell’ambito dello stesso riconoscimento al quale aspira Lecce.

Il sindaco da settimane preme su quella che ritiene l’ambiguità del Partito democratico, che, a livello regionale, starebbe subendo i diktat del sindaco di Bari, Michele Emiliano, acceso sostenitore della promozione di Taranto tanto da fermare la candidatura della sua città, pur avanzata in un primo momento. Perrone ha chiesto a Loredana Capone e agli altri del Pd – assenti perché usciti dall’aula per dissenso sulla questione del riconoscimento del debito fuori bilancio per la Tangenziale Est – di pronunciarsi nell’interesse della comunità leccese.

Nell’opposizione, intanto, c’è chi ha maturato una posizione: Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune, ritiene che la candidatura unitaria di quella che potrebbe ricordare la Terra d’Otranto possa essere l’unica in grado di convincere i valutatori e di poter beneficiare del sostegno della Regione Puglia. Un percorso da definire nell’ambito della pari dignità tra le città – ha spiegato l’esponente della minoranza – che si sarebbe dovuto attivare molto tempo prima, invece di presentare singole candidature che oggi potrebbero apparire molto tattiche (politicamente) e poco strategiche ai fini del risultato.

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