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Giovedì, 25 Aprile 2024
Capitale europea della cultura 2019 Via Torquato Tasso

Il Pd e l''Agenda Lecce Capitale europea delle culture". Senza colore politico

"Lo spirito che ci anima è fare in modo che la crescita del territorio, lo sviluppo locale sostenibile e l'interesse pubblico - ha detto il segretario cittadino Marra - non abbiano colore politico e fare proprio ciò che di buono vi è nel bidbook"

LECCE - Lecce Capitale europea della cultura 2019, “delle culture”, per meglio dire, almeno dal punto di vista del Partito democratico cittadino. Che ora prende parte ufficialmente parte al cammino verso l’ultimo traguardo dell’ambito riconoscimento proponendo all’amministrazione comunale di centro destra, col suo gruppo di lavoro fatto di architetti e operatori  culturali, “il proprio fattivo apporto di idee e di studio, di proposte e di utopie,  grazie al lavoro dei tanti amici e compagni che hanno voluto, iscritti e non del Pd leccese, offrire il proprio impegno”, come ha tento a dire  il segretario cittadino Fabrizio Marra nell’apertura della conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede del partito di via Tasso, cogliendo l’occasione per  fare gli auguri alla parlamentare salentina Teresa Bellanova, fresca di nomina a sottosegretario al Lavoro nel governo Renzi.

Più nel dettaglio Marra ha sottolineato l’aspetto collaborativo che sottende “l’Agenda del Partito democratico per Lecce Capitale europea della cultuta” con l’amministrazione guidata dal sindaco Paolo Perrone: “Lo spirito che ci anima è quello di fare in modo che la crescita del territorio, lo sviluppo locale sostenibile e l’interesse pubblico – ha detto - non abbiano colore politico, vedendoci,  quale maggior partito d’opposizione in città, fare proprio ciò che di buono vi è nel bidbook  proposto dall’amministrazione, cercando di migliorare quello che, a nostro avviso, presenta delle criticità  e mettendo anche a questo scopo a disposizione della stessa amministrazione e dei leccesi i propri progetti, affinché “Lecce Capitale Europea della Cultura 2019” non appaia solo una chimera, ma possa prendere corpo, come una candidatura di rilancio bipartisan per la nostra città”.

Quindi, l’augurio: “L’ auspicio è che lo stesso governo del capoluogo  barocco possa, con il medesimo senso istituzionale e di affetto per questa comunità, voler condividere anche con il Partito democratico di Lecce e con le idee dallo stesso messe in campo, quest’avventura, nell’interesse di tutti”.

Marra ha poi presentato il coordinatore dell’Agenda, Gabriele Margiotta, il quale ha spiegato nel dettaglio in cosa consiste la proposta del Pd, quali sono in definitiva le priorità strategiche, secondo il centro sinistra, dell’apporto ai lavori in corso di Airan Berg (il coordinatore della candidatura) e del suo laboratorio. “Il concept di Cultura della Città, correlato alla candidatura a “Capitale europea della Cultura”, che il Pd intende rappresentare, esprime una identità culturale plurale della nostra città – ha spiegato Margiotta -, che ha fatto sintesi, nel corso della sua storia, fra diverse civiltà e culture: da quella messapica, alla civiltà romana, dalla Cultura greco-bizantina a quella barocca”.

Il perché di Lecce Capitale europea delle “culture”. “Oggi, Lecce è una Città multietnica e quindi, anche, multiculturale e di questo si deve tener conto nella elaborazione delle proposte progettuali connesse alla candidatura – ha detto il coordinatore dell’Agenda targata Pd – e a’altra parte, nelle proposte correlate alla candidatura, riteniamo di dover valorizzare la ‘Mediterraneità’ delle nostre tradizioni culturali, espressione della nostra storia, ma anche del nostro futuro. Per corrispondere al parametro della dimensione europea – ha poi aggiunto -  l’internazionalizzazione di Lecce non può non passare dalla promozione dei rapporti culturali con i paesi del Mediterraneo, in particolare, quelli della sponda adriatica, storicamente, collegati da un intenso scambio commerciale e dalla ‘contaminazione’ delle rispettive culture”.

“Oggi, Lecce è una Città multietnica e quindi, anche, multiculturale e di questo si deve tener conto nella elaborazione delle proposte progettuali connesse alla candidatura. D’altra parte – ha concluso Margiotta - nelle proposte correlate alla candidatura, riteniamo di dover valorizzare la “Mediterraneità” delle nostre tradizioni culturali, espressione della nostra storia, ma anche del nostro futuro. 

Di seguito le priorità strategiche della’Agenda del Partito democratico per Lecce Capitale europea della cultura 2019.

1) VALORIZZAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI E CULTURALI 

In ottemperanza al principio generale della “sostenibilità”, che sottende alla candidatura e che è anche di buon senso, si intende sostenere la opportunità di diminuire, in termini complessivi, la volumetria delle edificazioni cementizie, cogliendo l’occasione della candidatura europea, per ristrutturare e riqualificare, invece, i monumenti e gli spazi storici, destinandoli alla fruizione di manifestazioni culturali e di laboratori artistici, gestiti da associazioni culturali e cooperative di giovani. In dettaglio si propone:Salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali attraverso una gestione a carattere imprenditoriale delle progettualità di sviluppo ad essi connesse, tale da poter realizzare uno scouting ed una attrazione di capitali italiani ed esteri, allo scopo di creare un indotto capace di produrre profitto, attraverso, appunto, la valorizzazione di iniziative di impresa che abbiano ad oggetto la cultura.

Al riguardo, a titolo di esempio, appare opportuno rendere pienamente fruibile, sia ai turisti che ai Leccesi, un bene monumentale che è anche un importante e prestigioso contenitore culturale, come l’ex Convento dei Teatini. Pur essendo stato destinato ad ospitare degli uffici comunali, non può restare appannaggio di una ristretta cerchia di fruitori “istituzionali” ed “associativi”. E’evidente una sottoutilizzazione del bene culturale rispetto alle numerose richieste di manifestazioni espositive e culturali e alle esigenze turistiche che provengono da una Città che si candida a Capitale europea della Cultura. Inoltre, restano nascoste ai visitatori le antiche celle dei monaci, situate al piano superiore, che pure hanno un valore storico ed architettonico. Pertanto, riteniamo che questo contenitore culturale, come pure numerosi altri, di cui la nostra Città è fortunatamente ricca, non possano restare “ostaggio” di esigenze meramente amministrative e burocratiche, ma debbano ricevere, al contrario, una gestione manageriale, capace di renderli fruibili sul piano turistico e agibili per le iniziative di tutti gli attori culturali del territorio. Adoperando tale metodologia, di conseguenza, si potranno elaborare delle progettualità che conferiscano un effettivo valore aggiunto al livello culturale della Città e, in conclusione, sarà ipotizzabile attrarre interessi di investimento privato e produttivo, orientandoli verso la promozione della Cultura cittadina.

Valorizzazione dei reperti e degli itinerari archelogici. 
D’altra parte, la componente archeologica del patrimonio culturale della Città è sottovalutata.  Il Parco di Rudiae costituisce il più rilevante spazio archeologico cittadino assolutamente abbandonato e inutilizzato. Esso è la testimonianza dell’identità storica ed originaria della Città, su cui intervenire per qualificare l’asset archeologico del nostro patrimonio culturale. 

In un’ottica di ripensamento del modello urbano della Città, avremmo preferito destinare l’area di Piazza Tito Schipa, piuttosto che ad un ennesimo centro direzionale, che contribuisce a congestionare ulteriormente il traffico in un’area urbana già troppo martoriata dalle automobili, a  parco archeologico, in considerazione anche dei reperti scoperti, permettendo la fruibilità ai cittadini ed ai turisti.  Infine, a completamento di un itinerario di valorizzazione del settore archeologico della Città, si richiama la proposta di riqualificazione del Molo di Adriano di San Cataldo.

Riqualificazione storica, architettonica e urbanistica di aree a rilevanza strategica. 
Intervento di recupero e ristrutturazione dell’area che va da Porta Napoli fino al rondò di ingresso della Città, con riqualificazione delle mura urbiche, che renda fruibili i Bastioni di San Francesco e l’area dell’ex Carlo Pranzo, realizzando, anche, un parco ecologico, dotato di attrezzatura sportive e destinate al tempo libero. D’altra parte, tale riqualificazione consentirebbe una fruibilità effettiva di tutta un’area della Città, sia per i turisti, ma soprattutto per gli studenti che popolano la zona, ricca di sedi universitarie, come il Codacci Pisanelli, lo Sperimentale Tabacchi, la struttura di Palazzo Parlangeli ed anche la sede degli Olivetani. 

Il centro storico della Città non può trascurare una ricomposizione ideale e funzionale di quel dualismo storico e culturale fra la piazza religiosa del Duomo e la piazza civica di Sant’Oronzo. Una riconversione fisico-ambientale si rende necessaria per rivitalizzare il centro antico, riverberandosi, positivamente, sull’intera Città. Si tratta di rivisitare Piazza Sant’Oronzo. Tale rivisitazione va concepita all’interno di una nuova vision urbana e paesistica comprendente gli episodi architettonici e spaziali della Piazza, dell’Anfiteatro, delle architetture seicentesche della Chiesa delle Grazie e quelle più recenti che hanno sostituito le precedenti, alterando l’effetto di insieme e la morfologia di Piazza, compreso l’edifico della Banca di Italia. Tale edificio, oggi, ha perso il suo significato istituzionale e funzionale. Esso andrebbe riqualificato e ridestinato, assumendo il ruolo di catalizzatore culturale e sociale. Potrebbe essere un nuovo contenitore culturale di opere d’arte, da valorizzare e promuovere. 
La  creazione di spazi, da parte dell’Amministrazione comunale, destinati alla promozione della cultura sportiva e dell’educazione allo sport. Gli spazi del “Campo CONI” non sono sufficienti a soddisfare tali obiettivi, Mentre, il rilevante spazio del cosiddetto “Campo dei militari”, sebbene oggetto di una convenzione fra il Ministero della Difesa ed il Comune, in comodato gratuito, non è stato mai messo a disposizione della Città dall’Amministrazione. Questo potrebbe essere uno spazio, nel cuore della Città, da riqualificare e destinare alla promozione della cultura dello sport e dell’educazione sportiva.

2) PROMOZIONE  DELLA CULTURA 

La costruzione di una “Cittadella delle Culture europee”, con un Palacongressi e ampi spazi laboratoriali, destinati alla sperimentazione artistica e culturale, a disposizione di artisti provenienti da tutta Europa e da tutto il mondo. Un’ipotesi progettuale rappresentativa della dimensione europea della candidatura, potrebbe essere un “Teatro delle Culture tradizionali europee”, con una compagnia teatrale, composta da attori ed artisti provenienti dai vari paesi d’Europa, che, così, valorizzerebbe le identità culturali tradizionali dei paesi europei.

Concorsi e bandi promozionali, finalizzati a coniugare sinergicamente, l’utilizzazione delle applicazioni innovative delle Tecnologie multimediali alla elaborazione artistica.

3) I GIOVANI TALENTI E LA CULTURA

In ossequio al principio generale relativo alla candidatura della “valorizzazione dei talenti” si propone: la promozione di concorsi internazionali dedicati all’arte, per attrarre giovani talenti dell’arte contemporanea. Ad esempio, proponiamo un concorso internazionale d’idee, denominato PunchOnArt, rivolto agli artisti, provenienti dall’Italia e dall’estero e finalizzato alla riqualificazione estetica dei pali della metropolitana di superficie (filobus) di Lecce. Si intende intervenire sulla riqualificazione urbana, dimostrando come l’Arte sia capace di migliorare l’estetica di una Città, come Lecce, promuovendo, al contempo, creatività e scambi culturali internazionali;

Un’azione di Formazione qualificata rivolta ai Giovani per una nuova Cultura di impresa, che li renda capaci di valorizzare, sul piano imprenditoriale, la Cultura ed i Beni culturali.  L’intervento formativo di qualificazione dei profili di riferimento dovrà partire dall’Università del Salento, partner strategico della candidatura di Lecce a Capitale europea della Cultura.

Nell’ottica di una valorizzazione dei talenti, la creazione di Laboratori d’arte per bambini, rappresenterebbe senza dubbio un’opportunità  che la nostra città offrirebbe alle nuove generazioni, in sintonia con la sua vocazione di città d’arte e di cultura. 
“Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust.

Creare familiarità e dimestichezza con i linguaggi dell’arte, fa si che essa diventi modello del guardare nel mondo anche ciò che arte non è, con occhi trasformati da quell’esperienza. Nell’arte si scopre una magia che travalica gli oggetti in sé e che aiuta a vivere cogliendo quello che l’abitudine del quotidiano spesso nasconde; l’arte fornisce l’occasione per avere una chiave di lettura del mondo nuova, per avere più risposte ad una stessa domanda. Essa sollecita la nostra sensibilità e forma il nostro modo di immaginare e di pensare, crea conoscenza del mondo ed influenza il modo in cui ciascuno vede, interpreta e conosce la realtà stessa.

Fondamentale è avvicinare i bambini sin dalla più tenera età all’arte, perché essa diviene lo strumento attraverso cui renderli attenti, sensibili, attivi e fornisce l’occasione per educarli al gusto ed alla creatività.
Oggi più che mai si avverte l’esigenza di alfabetizzare i più giovani con il linguaggio dell’arte, perché il mondo in cui viviamo li sottopone ad una infinità di informazioni e stimoli che mettono in crisi la possibilità di conoscere e comprendere in modo esaustivo.

I bambini sono disorientati, hanno poche occasioni di riflessione critica e pochi modelli culturali e linguistici in grado di contrastare le categorie dello stereotipo; tutto ciò può essere causa della c.d. “anestesia”, cioè dell’incapacità di un sentire personale e soggettivo.

Far familiarizzare i bambini ed i ragazzi con l’arte significa allontanare il rischio, offrendo loro materiali intellettuali e modalità di osservazione e interpretazione del mondo presi in prestito dall’arte ma utilizzabili oltre il campo dell’arte stessa.
E’ opportuno entrare nel mondo dell’arte secondo una modalità che è insieme conoscenza e piacere, studio e gioco e, soprattutto, costruzione di identità e di stili di pensiero critici, autonomi e competenti.

Ecco che allora l’arte e le opere d’arte non sono materia da studiare ed imparare ma materiale culturale e didattico in relazione al quale progettare ed attivare laboratori, discussioni, riflessioni, giochi, ricerche con l’obiettivo di aiutare i bambini a “vedere il mondo”, a disegnarlo, a costruirlo con occhi resi più critici, curiosi e creativi grazie all’esperienza dell’incontro con l’arte.

Sarebbe, poi, opportuno costituire una short-list dei professionisti della cultura, cui attingere in occasione dell’organizzazione di manifestazioni ed eventi, legittimando dei criteri di accesso razionali alla lista. Infine, sarebbe interessante affiancare i giovani talenti artistic, con questi giovani e qualificati esperti del settore della Cultura, capaci di orientare, in modo serio e concreto, la crescita del talento artistico verso orizzonti professionali.

Valorizzazione del settore della produzione e rappresentazione cinematografica, promuovendo le giovani risorse umane, capaci di qualificare il settore dei servizi all’indotto, sostenendo le cooperative di giovani, utilizzando, ad esempio, il cineporto come location di sperimentazione cinematografica internazionale, come pure i locali dell’ex “Galateo”.

In adesione al connotato della dimensione europea della candidatura, sarebbe necessario promuovere delle manifestazioni culturali che, al contempo, richiamino l’identità culturale locale e il carattere europeo ed internazionale, corrispondendo, altresì, a quel modello di “Glocalizzazione culturale”, elaborato e lanciato dal sociologo Roland Robertson, che coniuga l’identità culturale locale con i processi di globalizzazione della Cultura, in una sintesi che valorizza ed esalta entrambi.  
Ad esempio, la massima espressione del talento musicale della Città di Lecce è stato Tito Schipa, assai noto in tutto il mondo. Sarebbe proponibile un concorso internazionale, sul piano canoro, per giovani talenti, intitolato a Tito Schipa, promosso dall’Amministrazione comunale, finalizzato a valorizzare, appunto, i giovani talenti locali ed internazionali, in partnership con i circuiti delle associazioni e dei teatri che promuovono la musica lirica, in tutta Europa.

In quest’ottica dovrebbe trovare asilo nella nostra città un Laboratorio europeo dei mestieri dell’opera lirica, perfettamente in sintonia con la nostra storia e le nostre tradizioni. L’insieme delle attività professionali richieste per allestire una opera lirica è altamente vario. Infatti diverse sono le attività artistico-professionali concorrenti, che portano alla messa inscena dello spettacolo; tra queste vi sono quelle che attengono a ciò che accade in palcoscenico di fronte allo spettatore, sia  alla macchina operativa dietro le quinte dello spettacolo; performances artistiche; attività tecnica, sia preparatoria che operativa, dello spettacolo.

In questo senso si possono individuare quelli che chiameremo i “ mestieri” dell’ Opera di cui il laboratorio internazionale si vuole occupare, in collaborazione con i suoi partner stranieri, al fine di offrire ai professionisti del settore non solo una formazione ulteriore, ma una realtà costantemente operativa, un laboratorio permanente in cui esercitare sia l’apprendimento che la pratica di detti mestieri.

Quali sono i mestieri dell’opera? Individuiamo al momento almeno i principali:
Regista; Cantante lirico, sia solista che Corista; Professore d’Orchestra; Maestro Sostituto; Direttore D’orchestra; Direttore di Coro; Macchinista; Scenografo; Scenotecnico; Costumista; Sarta Teatrale; Parrucchiere/Truccatore; Illuminotecnico; Light designer; Esperto della comunicazione; Grafico; Amministratore di Compagnia; Direttore della produzione; etc
Tutti questi “mestieri” insieme concorrono sia nella fase preparatoria dello Spettacolo Lirico, sia nella fase della “rappresentazione”, senza trascurare anche gli aspetti più strettamente economici come la preparazione di un budget e la produzione dello spettacolo.

I Laboratorio si caratterizzerebbe come “ Laboratorio Permanente” con la possibilità della realizzazione pratica di opere da parte di giovani artisti ed operatori e l’obiettivo di costituire una “ Compagnia  d’Opera Europea”, di giovani cittadini d’Europa sotto i 35 anni,  che ciclicamente possano arrivare alla realizzazione di una vera e propria stagione lirica che verrebbe rappresentata in tutti i paesi partner.

L’obbiettivo è altresì quello di costituire una rete europea di teatri di tradizione che solo grazie all’innovazione, svecchiandosi e misurandosi con le nuove tecnologie possano ampliare la loro attività a livello internazionale e ritrovare una maggiore forza espressiva tale da renderli appetibili anche a chi normalmente consuma cinema, video clips, internet, e comunica con rapidità ed essenzialità.  Ogni paese con la Sua struttura partecipativa, si occuperebbe di un “ Blocco “ di mestieri , e si potrebbero realizzare Workshop e Laboratori transnazionali in cui far confluire le esperienze formative e artistiche.

4) TURISMO CULTURALE ED ECO-SOSTENIBILE

Il Turismo costituisce un asset di rilievo strategico per la Città di Lecce e per tutto il Salento ed è strettamente connesso con la fruizione dei beni culturali. Pertanto, l’infrastruttura turistica e la qualificazione dei servizi turistici connessi al settore culturale rappresentano una necessità, per una Città che, oltre a candidarsi a capitale europea della Cultura”, spesso si autodefinisce “a vocazione turistica”. 

Purtroppo, è assente una programmazione strategica, necessaria a sostenere la destagionalizzazione del turismo, che si può concretizzare soltanto con la promozione di eventi culturali (mostre di opere d’arte, concorsi di idee, convegnistica del mondo delle professioni) di portata nazionale ed internazionale, durante tutto l’arco dell’anno. 

Sarebbe interessante riaprire una parentesi aperta dall’Amministrazione, qualche anno addietro e poi rapidamente richiusa, sulla possibilità di introdurre sistemi di innovazione nella promozione e fruibilità dei beni e delle attività culturali della Città. Come è noto, le City Card costituiscono un mezzo di sollecitazione all’utilizzo dei servizi integrati, offerti sia al turista che al cittadino, previo pagamento di un piccola somma finalizzata all’acquisto della card. Per servizi integrati si intendono: accessi ridotti o gratuiti a musei e spazi culturali convenzioni e sconti per ristoranti, strutture ricettive, corsi, esercizi commerciali, mezzi di trasporto, visite guidate, spettacoli teatrali, concerti, ecc.. La City Card, quindi, garantirebbe al turista e al cittadino, un costo ridotto o talvolta gratuito, per la fruizione di beni ed attività culturali, incrementando, così, la partecipazione agli eventi culturali e. al contempo, l’indotto culturale della Città. Il costo della Card, per l’Amministrazione, in conclusione, sarebbe coperto dall’acquisto della stessa da parte dei cittadini.

Un’ipotesi progettuale dell’Amministrazione comunale da recuperare, sempre nel campo dell’innovazione, è rappresentata dalla utilizzabilità dei QR Codes, relativamente alla promozione del turismo e alla fruibilità dei beni culturali della Città e all’accesso delle informazioni correlate. Lo strumento multimediale permetterebbe ai cittadini e ai turisti di accedere gratuitamente, alle informazioni riguardanti sia lo specifico bene culturale, che alle attività realizzate e da realizzarsi in quello spazio culturale. Sarebbe sufficiente collegare il QR Code ad un portale web aggiornato.

Riteniamo inevitabile ricordare, poi, il fallimento dell’Amministrazione comunale nel tentativo di promozione della nicchia del turismo portuale (vedi San Cataldo). Al riguardo, intendiamo suggerire un modello turistico culturale, che coniughi la storia e l’identità culturale di Lecce e la salvaguardia dell’ambiente, attraverso il recupero e la valorizzazione del “Molo romano di Adriano”, ora, in completo stato di abbandono, sebbene potesse, invece, rappresentare un target di offerta turistica culturale, in grado di proporre “Lecce Città della Cultura del Mare”. 

La riqualificazione dell’area circostante al “Molo Adrianeo” potrebbe rappresentare, oltre che la tappa di un circuito storico-archeologico assai suggestivo, anche uno spazio destinato alla elaborazione artistica collegata alla Cultura del Mare, implementando, quindi, la fruibilità, anche, durante il periodo invernale e contribuendo alla destagionalizzazione del turismo e alla valorizzazione della marina leccese, fin’ora non adeguatamente valorizzata.

Inoltre, considerata la sottoutilizzazione turistica dell’ostello di San Cataldo, da parte dell’Amministrazione comunale, tale intervento di riqualificazione produrrebbe evidenti benefici sulle presenze turistiche collegate al target del turismo culturale e giovanile. 

Valorizzazione dell’identità culturale mediterranea e promozione degli itinerari turistici in ambito enogastronomico-culturale 
Il settore Agroalimentare oggi costituisce un comparto di importanza strategica per lo sviluppo della Città di Lecce e per il Salento. Appare di logica evidenza  il connubio e la sinergia fra l’identità culturale Mediterranea, le nostre tradizioni culturali enogastronomiche e il potenziale di sviluppo delle produzioni tipiche, che ne sono espressione. 

“La Dieta Mediterranea”, primo esempio di “Patrimonio del Mondo” di carattere immateriale riconosciuto dall’UNESCO, esprime una evidente correlazione con la storica Identità culturale Mediterranea di Lecce e del Salento. D’altra parte, non dimentichiamo la caratterizzazione, legata all’agroalimentare, dell’Expò 2015, che ha individuato la Regione Puglia come capofila delle regioni meridionali per la valorizzazione del settore agroalimentare. Sarà opportuno connettersi alle direttrici del Ministero dei Beni culturali e della Regione, per intercettare eventuali bandi di finanziamento, che coniughino la cultura ed il comparto agroalimentare e che siano correlati all’Expò 2015.

Sarebbe interessante, sul piano della promozione turistica, costruire un percorso storico-culturale che, partendo dalla nostra Identità culturale Mediterranea, di cui è espressione anche la Dieta Mediterranea, attraverso, appunto, una ricostruzione storica delle tradizioni enogastronomiche del Salento, valorizzi i comparti produttivi connessi, in particolare, quelli delle produzioni tipiche e della ristorazione. Un progetto di ricerca storica, che sia, successivamente, finalizzato al marketing del territorio e alla promozione dell’enogastronomia tipica, riproducendo successivamente i piatti tipici originari e gli allestimenti scenografici in abito storico, per rappresentare l’originaria identità culturale, anche attraverso le tradizioni enogastronomiche.
Inoltre, appare realistica e utile, la realizzazione di una scuola internazionale di cucina e cultura enogastronomica, che si collochi all’interno di un contenitore a valenza storica, svolga attività formativa per chef provenienti da tutto il mondo e consenta la promozione internazionale della nostra Dieta Mediterranea, attraendo target turistici, di nicchia e promuovendo nel contempo, l’export del comparto agroalimentare.

5) ACCESSIBILITA’ E MOBILITA’  EUROPEA

Non da ultimo va elaborato un vero programma di mobilità ecosostenibile : Lecce e tutto il Salento dovranno essere modernamente collegati all'Europa, se vogliamo che la nostra candidatura a Capitale europea della Cultura sia credibile, invece la situazione attuale è particolarmente critica.

L'incertezza sul futuro dell'aeroporto di Brindisi (termine del contratto con Ryanair, declassamento nel Piano nazionale degli aeroporti), la difficoltà nei collegamenti con i principale centri urbani salentini, la mancanza di una cabina di regia che coordini orari e vettori aerei, ferroviari e su gomma impongono la convocazione immediata di un Consiglio Comunale monotematico e aperto per avviare un Tavolo di confronto permanente tra Istituzioni e Enti coinvolti per la definizione di una politica dei trasporti di tutta l'area metropolitana salentina. In particolare riteniamo indispensabile:

Risulta necessaria una riconversione ferroviaria del collegamento con l’aeroporto di Brindisi. L’aumentata capacità attrattiva dei flussi turistici internazionali ha portato ad una vertiginosa crescita dei passeggeri transitanti per Brindisi e diretti nella nostra provincia. Ma alla rapidità del trasporto per Brindisi corrisponde una lentezza, se non impossibilità, nel raggiungere le principali mete turistiche salentine. Diventa quindi urgente riconsiderare la modalità di collegamento dell'aeroporto con la rete ferroviaria.

Come pure urge la cantierizzazione immediata del ribaltamento della Stazione FS di Lecce. La necessità di realizzare il sottopasso alla Stazione di Lecce e il terminal dei bus di trasporto pubblico è ormai indispensabile. La revisione della organizzazione complessiva del nodo ferroviario e la realizzazione della nuova stazione FSE devono divenire opere immediatamente da cantierizzare.

Diventa anche necessario un avvio immediato di un servizio di metropolitana provinciale. I lavori per l’ammodernamento della rete delle Ferrovie Sud-Est sono ormai del tutto completati e quindi possibile attivare da subito e a livello sperimentale un moderno servizio di trasporto ferroviario tra i principali centri urbani salentini, affiancato da un servizio di trasporto pubblico su gomma allargato alle tre provincie dell’area jonico-salentina.

E’ auspicabile infine una riconversione paesaggistica delle arterie stradali salentine. L’esperienza della SS275 e della Regionale 8 ci conforta nel sostenere che nessuna opera di trasformazione del territorio può contrastare con le volontà delle popolazioni residenti e che il periodo dei grandi appalti stradali è finito nella nostra provincia. Chiediamo una immediata riconversione tecnico-progettuale delle modifiche previste sulle direttrici Porto Cesario-Casalabate e Otranto-Gallipoli, che valorizzino i contesti paesaggistici presenti garantendo sicurezza e una fruizione "lenta" del territorio.  

 PROPOSTE METODOLOGICHE      
             

1) Un comitato scientifico a composizione mista, locale ed internazionale, con autonomia decisionale nella valutazione e selezione dei progetti. Il comitato dovrebbe essere composto da professionisti locali della cultura, del teatro, della musica, ecc.. affiancati da un professionista di fama nazionale/internazionale. I componenti del comitato dovrebbero essere selezionati per estrazione, previa presentazione dei propri CV, attraverso una rotazione semestrale. Inoltre le proposte pervenute al Comune dovrebbero giungere al comitato in forma assolutamente anonima, in modo da escludere ogni rischio di favoritismo. Il comitato scientifico avrebbe il compito di selezionare gli eventi e le iniziative culturali, da tenersi negli spazi comunali. Il ruolo dell'Assessorato e della dirigenza si limiterebbe, così, ad essere politico ed amministrativo e non già discrezionale.                    

L’attuale direzione artistica non sembra godere della legittimazione scientifica a valutare, realmente, le proposte progettuali da parte dell’organo politico amministrativo, che, al contrario, appare come il vero selezionatore dei progetti, pur non avendo le competenze tecniche per svolgere una funzione così delicata.

2) Criteri di gestione delle risorse finanziarie che abbiano fondamento nella qualificazione strutturale dell’offerta culturale. Le scarse risorse a disposizione, destinate a sostenere lo start up della candidatura necessitano di essere utilizzate, in modo programmato e razionale, sostenendo quei progetti, che garantiscano i requisiti di qualificazione strutturale dell’offerta culturale della Città, consentendo, effettivamente, la maggiore fruibilità possibile da parte della popolazione utente. Appare non corrispondente a tale criterio la concessione di fondi a manifestazioni di elite, anche note, che restano purtroppo appannaggio di pochi eletti, senza lasciare una traccia di sostanza, nella cultura della Città.

3) Gestione manageriale e trasparente dei contenitori culturali, in particolare, museali.  In coerenza con quanto scritto dall’Amministrazione comunale e dal comitato nel Bidbook, sarebbe necessario corrispondere, realmente, a principi cardine, quali: “una nuova cultura delle relazioni”, “reinventarsi dal basso verso l’alto”,”lavorare insieme”,  “partecipazione”, “inclusione sociale”. In particolare, in relazione alla gestione dei contenitori culturali e museali, a cui sarebbe necessario fornire una gestione manageriale competente e trasparente, non sembra si possa dare un giudizio di coerenza sull’operato dell’Amministrazione, rispetto ai principi sopra descritti. Ad esempio, il MUST, che è un museo civico e che, anche per una questione nominale, dovrebbe essere un museo storico, in realtà non lo è. E’ diventato infatti un museo d'arte contemporanea, che è, di fatto, gestito da un dirigente apicale dell’Amministrazione e da un consulente privato, che amministrano in modo elitario una struttura, che, al contrario, dovrebbe essere in grado di attrarre qualificati flussi turistico-culturali e che, invece, non sembra esprimere un’offerta culturale all’altezza delle aspettative della Città. I criteri di gestione non appaiono trasparenti ed economicamente congruenti, poiché si privilegiano selezioni di artisti locali, per motivi, forse, localistici e/logistici, piuttosto che dare un respiro qualitativo alle iniziative artistiche rappresentate.  

La proposta, dunque, è di pubblicare un bando di gara annuale, in base al quale i professionisti e gli artisti del settore culturale, sia quelli locali, ma anche coloro che provengono da altre parti d’Italia e da altri paesi, possano effettivamente, partecipare con le proprie proposte alla elaborazione di un'offerta culturale differenziata. Sarà il comitato scientifico di cui sopra ad effettuare la selezione della proposta più interessante (in questo caso sotto l'egida di un direttore del MUST) ed a redigere un report, nel quale si rendano pubblici i criteri in base ai quali si è selezionata una proposta anzichè un'altra, affinchè la scelta delle iniziative e delle esposizioni artistiche da sostenere sia trasparente e legata ad una reale programmazione.

4) Processi di partecipazione della cittadinanza e dell’intera comunità provinciale, coerenti con i principi espressi nel Bidbook, relativi alla  “concertazione”, finalizzata a realizzare “strumenti di Governance basati sulla condivisione e sulla diffusione della conoscenza”, attraverso il “coinvolgimento, effettivo, dei cittadini”, da parte dell’Amministrazione, “che divengono protagonisti e co-autori dello sviluppo”. 

Al riguardo, proponiamo, un metodo concreto e trasparente di coinvolgimento dei cittadini, attraverso una distribuzione di schede di proposta tecnica, rivolte agli attori sociali, culturali ed economici, che intende, non soltanto raccogliere idee e suggerimenti, come fatto fino ad ora, ma anche consentire uno spazio di critica propositiva, in forma anonima, che ad oggi non è mai stato assimilato dagli organizzatori. Infatti, si consentono proposte, di fatto, ma non si assimilano.  Inoltre, riterremmo efficace l’utilizzazione di un programma telematico, capace di rendere ampia a partecipata la possibilità di proposta da parte dei cittadini. Si potrebbero installare, in alcuni contenitori culturali della Città, delle postazioni telematiche mobili, al fine di consentire, attraverso una semplice applicazione software, di fare esprimere ai cittadini un’opinione sul percorso della candidatura e presentare dei suggerimenti sulle concrete proposte progettuali da realizzare a sostegno della candidatura. In realtà, pur esistendo una semplice pagina web, dedicata a “Lecce 2019”, non viene assolutamente dato un seguito alle proposte ricevute. 

Nella fase preparatoria della candidatura, in realtà, l’Amministrazione pur ascoltando i cittadini e gli attori sociali e culturali del territorio, non è mai andata oltre l’ascolto formale, non assimilando nel suo programma le proposte “esterne”. Nella valutazione dei progetti presentati al coordinatore artistico Airan Berg nessun progetto è stato mai rifiutato, formalmente, ma, di fatto, non ne è stato mai preso alcuno in considerazione, con la giustificazione, assai discutibile, che fosse necessaria una valutazione “politica”, da parte dell’assessorato di riferimento. 

Ci chiediamo dunque, a cosa serve andare a cercare all’estero e remunerare un coordinatore artistico, se poi questi non alcuna possibilità di decidere sulle proposte progettuali?  Per di più, non essendo un reale conoscitore della realtà locale, il valente coordinatore artistico ha dovuto fronteggiare serie problematiche di approfondimento della stessa realtà territoriale, nonché di carattere comunicativo. Pertanto, non sembra che l’Amministrazione, fino ad ora, abbia seguito. realmente e con coerenza, i summenzionati dettami generali che sono richiamati esplicitamente, nel Bidbook.

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