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Capitale europea della cultura 2019

Le reazioni: Foresio si scalda: "Mistificazioni". Loredana Capone smorza i toni

Il capogruppo del Pd non ci sta a passare nella schiera degli "sciacalli" e annuncia la richiesta di un consiglio monotematico. L'assessore regionale chiede piuttosto di interrogarsi su quali siano i motivi della sconfitta. E Lamosa chiama a raccolta: "Basta polemiche, lavorare insieme"

LECCE – La conferenza stampa convocata dal sindaco Paolo Perrone sulla pubblicazione del report riguardante i motivi alla base dell’uscita di scena di Lecce nella corsa a Capitale europea della cultura 2019, con il dito puntato contro gli oppositori politici che a suo dire avrebbero gufato contro, ha provocato ovvie e contrastati reazioni politiche.

A partire da quelle di Paolo Foresio, capogruppo del Pd a Palazzo Carafa, che si sente chiamato in causa in prima persona e usa toni forti: “Perrone mistifica la realtà”. E annuncia la richiesta di un consiglio monotematico per “proseguire il confronto davanti alla città”.

“Lecce ha perso la corsa a capitale europea della cultura per colpa del Pd cittadino che ha gufato contro, del Pd regionale che, nella prima selezione, puntava su Taranto e di una commissione che, a suo dire, sarebbe conservatrice e non avrebbe capito il progetto?”, si domanda Foresio, ma il tono è ovviamente sardonico. “Questo è il massimo dell’analisi politica che il primo cittadino si è sentito in grado di fare rispetto alla valutazione negativa della giuria?”, prosegue. “Direi che stavolta ha superato davvero se stesso negando persino l’evidenza e gettando per l’ennesima volta la croce addosso a una parte dell’opposizione, rea di essere causa di tutti mali della città che da quindici anni governa lui”.

“Prima di parlare di viltà e sciacallaggio di chi non avrebbe contribuito all'impresa e avrebbe mosso accuse solo dopo l'esito finale – contrattacca -, mi sarei aspettato almeno l’onestà intellettuale di ricordare che per mesi ha chiesto, facendo quasi terrorismo psicologico, a tutti i consiglieri di minoranza un atteggiamento costruttivo e non critico nei confronti della sfida europea e noi lo abbiamo accontentato, dando dei suggerimenti”.

Nella mischia sulla valutazione della Commissione internazionale si getta oggi anche il capogruppo di Lecce città del mondo, Antonio Lamosa, ma ovviamente spezzando una lancia in favore di Perrone, replicando sia Foresio, sia il consigliere dell’Udc Luigi Melica, per le considerazioni dei giorni scorsi.

“Di questo passo facciamo solo del male alla nostra città”, dice. “Posso condividere critiche costruttive, ma è ora di finirla con questa stucchevole demagogia. Quanto appare sui quotidiani locali di questi giorni è frutto di una campagna politica denigratoria e senza fondamenta. Lecce non è una città che merita di essere messa al centro di polemiche sterili e senza ombra di dubbio squalificanti per l’intera comunità".

"Da cittadino prima e da politico poi invito tutti a stoppare queste assurde polemiche. Non ha alcun senso dire oggi – a giochi fatti – io avrei fatto meglio. Sembra la solita vecchia storia di saltare sul cavallo vincente abbattendo quello che non è riuscito a vincere.  Una cosa deve essere chiara: Lecce è giunta alla finale a testa alta, senza i favori del pronostico, ma con tanta passione ed energia, sospinta dalla partecipazione della nostra comunità”.

Il riferimento, come detto, è a Foresio e Melica in particolare, ai quali dice: “Se vogliamo costruire la Lecce del futuro facciamolo insieme. Facciamo in modo che chi legge le nostre opinioni sappia valutarle e comprendere fino in fondo, senza scorciatoie e strumentalizzazioni di parte. Per il bene della nostra comunità.

“C’è gente – aggiunge - che ogni giorno lotta per non perdere il posto di lavoro, per sopravvivere alla grave crisi economica di un Paese che risente di una fase politica complicata, dove non sembrano trovare posto le  ideologie e una precisa strategia politica, sociale ed economica. I cittadini, invece, hanno bisogno di capire quali sono le proposte concrete per uscire dalla crisi e quali interventi sono necessari per andare avanti. Hanno bisogno oggi di sapere da chi sono amministrati e quali sono i programmi da portare avanti per migliorare le loro condizioni di vita”.

L’assessore regionale alle Attività produttive, Loredana Capone ritiene che “solo guardando gli errori commessi si possono superare le sfide del futuro”. “Tutti avremmo voluto gioire di questa proclamazione e tutti, indipendentemente dal colore politico, abbiamo sostenuto, ciascuno per il proprio ruolo, il progetto della città di Lecce”.

Poi, dà un corpo al cerchio e uno alla botte. Da un lato asserisce: “Sono d’accordo con il sindaco, non è il caso ora di fare sciacallaggio mediatico: la sconfitta è arrivata”. Dall’altro, ammonisce: “E’ stata una caduta seria per una città che ambiva a raggiungere un grande traguardo europeo. Ciò che non comprendo, però, è il motivo per cui di fronte al giudizio di una giuria internazionale, con professionisti mondiali del settore che si sono espressi in modo così chiaro e dettagliato, l’atteggiamento dell’amministrazione comunale sia quello di puntare il dito contro qualcuno invece che provare a riflettere seriamente su cosa non ha funzionato”.

“Perché è evidente che qualcosa non ha funzionato se non è parso chiaro che cosa l’intera operazione avrebbe lasciato alla città. Non ha funzionato se le risorse previste sono state reputate incoerenti con i progetti in cantiere. Non ha funzionato se non si sono sapute offrire indicazioni rassicuranti sul resto della previsione d’investimento per il 2019. L’Europa – aggiunge -, nella voce della commissione internazionale chiamata a designare la città più virtuosa, ieri ci ha fatto sapere che le ‘utopie’ erano troppo scollate dal territorio, che, in sostanza, funzionavano più nella teoria che nella pratica”.

“Su questo siamo tenuti a interrogarci”, aggiunge. “Per farlo, però, dobbiamo andare oltre il sogno di Capitale europea e indagare tra la comunità, tra le percezioni, perché se è vero che una parte di essa ha partecipato attivamente a questa corsa contro il tempo, è vero anche che un’altra parte non è stata coinvolta”. 

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