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Capitale europea della cultura 2019

Derby pugliese per il sogno europeo: “Lecce migliore candidatura possibile”

La vice presidente della Provincia risponde al sindaco di Bari che ha proposto Taranto come capofila di una macroarea per la candidatura a capitale europea della cultura per il 2019. L'accusa è di strumentalizzare la cultura a fini politici

LECCE – La partita per le candidature come capitale europea della cultura per il 2019 inizia a produrre le prime scintille. L’Italia, insieme alla Bulgaria, dovrà esprimere entro l’anno la propria scelta e, solo in Puglia sono quattro le città che ambiscono al riconoscimento: da Bari a Brindisi, da Lecce a Taranto. Un derby tutto pugliese, con le ultime due in rotta di collisione.

E’ stata la presa di posizione del sindaco del capoluogo regionale, Michele Emiliano, ad aprire il primo round polemico: il primo cittadino barese, infatti, si sta prodigando per una candidatura unitaria dei centri pugliesi, proponendo Taranto come capofila e lo ha ribadito ieri nel corso di una conferenza stampa nella città dei due mari, così come riportato dall’agenzia Ansa: “La candidatura a capitale europea della cultura è una sfida non solo di una città, ma di un territorio nel suo complesso. Bari, in corsa da tempo, così come la città di Lecce, e sta perfezionando il suo dossier. Ma è chiaro che, se in questa battaglia non restiamo uniti, almeno tra le città pugliesi, questa sfida è persa in partenza, dovendo competere contro candidature di altissimo livello”.  

Il progetto e' stato illustrato nella sede del Comune di Taranto alla presenza del sindaco, Ippazio Stefàno. “Tutti insieme - ha proseguito Emiliano - siamo grado di offrire cose straordinarie. Si può candidare una città pugliese a capitale europea della cultura senza esaltare Castel del Monte, San Nicola, il barocco leccese, senza celebrare la potenza archeologica ed evocativa della città di Taranto o parlare della storia di Brindisi? Tutti insieme potremmo battere chiunque”.

Ma la vicepresidente della Provincia di Lecce, Simona Manca, considera strumentale la proposta dell’esponente del Pd: “Continuo a ritenere che Lecce sia la migliore candidatura possibile che la Puglia e l’Italia intera possano offrire nella difficile corsa a capitale europea della cultura 2019. Perciò, ogni altra ipotesi, compresa quella fantasiosa di Michele Emiliano che vorrebbe Taranto capofila di una candidatura collettiva della nostra regione, significherebbe percorrere senza dubbio una strada più debole”.

Così la vice di Antonio Gabellone argomenta il proprio convincimento: “In questo momento storico, nessun’altra città della Puglia e forse dell’intero Paese, gode della visibilità, del prestigio culturale e del fermento di Lecce, che sta completando una rinascita straordinaria, che continua a crescere in appeal turistico, che ha un patrimonio storico e architettonico unico. Non sfruttare questa leva, sarebbe miope. Probabilmente Emiliano cerca di ritagliarsi visibilità, credito e punti sugli indici di reputazione politica che potrebbero poi servirgli in futuro”.

Ancora più polemico l’affondo finale: “La soluzione che prospetta, dunque, è opportunistica e anche sbagliata. Taranto è una città meravigliosa, ma anche profondamente ferita. Sta combattendo oggi una battaglia di civiltà e di vita che definirei epocale, ha bisogno di aiuto, non di essere sfruttata così platealmente per le sue difficoltà. L’interesse sospetto del sindaco di Bari per il futuro di Taranto è bugiardo ed è l’ennesimo tentativo della sinistra di strumentalizzare la cultura a fini politici”.  Un'accusa che riecheggia le polemiche da parte della stessa Simona Manca, registrate in occasione dellultima edizione della Notte della Taranta, quando l'esecuzione di "Bella Ciao" fece storcere il naso agli ambienti di destra.

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