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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Maltempo nel Salento, Gallipoli chiede stato di calamità

Anche la provincia di Lecce, in particolare la zona jonica, è stata duramente colpita dalle intense precipitazioni dei giorni scorsi. La situazione è stata monitorata e controllata, ma prevenire non è meglio che curare?

Nel Salento sono stati molti i danni provocati dal violento nubifragio, i più gravi nell’area jonica della provincia di Lecce. In particolare, a Gallipoli, una potente tromba marina ha devastato il centro cittadino e il Comune, dopo una prima ricognizione, ha stimato in almeno 15-20 milioni di euro i danni al patrimonio pubblico e privato. Venerdì 6 dicembre il Consiglio comunale si riunirà per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Si legge sul sito del Meteo che l’onorevole salentina Teresa Bellanova, componente dell’Ufficio di presidenza del Pd alla Camera dei deputati, ha preannunciato una interrogazione al governo per sostenere la richiesta che giungerà dal Comune di Gallipoli e da eventuali altre zone colpite dal maltempo. La tromba marina abbattutasi su Gallipoli ha causato gravi danni a due scuole, il Liceo “Quinto Ennio” e la scuola Elementare di piazza Carducci, ha divelto alberi, pali della luce e segnali stradali. Gravi sono i danni alle abitazioni del centro da dove si sono staccati calcinacci, ringhiere e cornicioni. Inoltre è molto pesante bilancio dei danni soprattutto nelle darsene e nei cantieri nautici. Le forti raffiche di vento hanno sradicato il tetto del Teatro Tito Schipa.
Un continuo indefesso e cospicuo lavoro di monitoraggio e comunicazioni è stato compiuto dalla protezione civile Puglia in questi giorni di precipitazioni cospicue e costanti. E domani, 6 dicembre, alle ore 10.30, presso la Dismessa Aerostazione Civile di viale Enzo Ferrari a Bari Palese, l’Assessore delegato alla Protezione Civile, Guglielmo Minervini, e i Responsabili del Servizio Protezione Civile della Regione Puglia illustreranno ai giornalisti le attività svolte dal Centro Funzionale Decentrato e dalla Sala Operativa Integrata Regionale durante l’evento meteo-idrologico, che ha colpito la Regione a partire dallo scorso 30 novembre.

Però, c’è da sottolineare ancora una volta, che il rischio idrogeologico è uno di quegli ambiti che nel nostro Bel Paese continua a essere preso sottogamba, nonostante la consistenza dei dati e dei recenti, terribili fatti di cronaca – Marche Sardegna e Abruzzo - siano solo l’ultimo doloroso episodio di tragedie annunciate.

Scaricare ogni colpa solo su fatalità e natura, oltre a essere fin troppo semplice, è riduttivo. Fin quando continueranno colate di cemento illegale l’Italia rimarrà un Paese atrofizzato.  E fin quando saranno approvati indecenti condoni edilizi sarà difficile porre fine agli scempi sul territorio nazionale. Come se non fossero sufficienti le oltre 258mila abitazioni illegali costruite dal 2003 che, secondo una ricerca di Legambiente  hanno “fatturato” in nero 1,8 miliardi di euro (dati al 2012).

L’ultimo documento dell’ A. N. B. I., l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, fotografa con estrema chiarezza la situazione: i comuni a elevato rischio idrogeologico sono 6.633 (oltre l’80 per cento), le persone che abitano in un territorio ad alto rischio toccano quota 6 milioni e quelle in zone a rischio medio 22; gli edifici esposti a frane e alluvioni sono 1.260.000 (dei quali 6.251 scuole e 531 ospedali). La Penisola ha bisogno di costanti e organiche azioni di manutenzione anche per l’intensa urbanizzazione e la forte antropizzazione: conta 189 abitanti per chilometro quadrato (contro i 114 della Francia e gli 89 della Spagna), che vanno dai 68 della Sardegna ai 420 della Campania.

Ma cosa si intende per dissesto idrogeologico?  Si definisce così l’effetto di quell’insieme di processi morfologici che producono modificazioni territoriali in tempi da relativamente a molto rapidi, spesso interagendo in modo negativo o distruttivo sulla vita e le opere dell’uomo, assumendo di conseguenza una grande rilevanza sociale ed economica. Non necessariamente si tratta di fenomeni legati al “degrado” del territorio, spesso in realtà riguarda anzi quei fenomeni naturali, quali frane, smottamenti, processi erosivi e fluviali, che nel corso di centinaia di migliaia di anni hanno modellato il paesaggio, rilievi, coste e pianure. La stessa influenza dell’uomo su tali processi non è ben quantificabile, sebbene alcune modifiche dirette del territorio (disboscamenti e usi del suolo non idonei) e altre indotte sul clima a scala globale possono certamente averne intensificato l’azione. È un dato di fatto comunque che i costi a carico della collettività conseguenti al dissesto idrogeologico sono in continuo aumento e motivano gli sforzi, che non sono però mai abbastanza, per le attività di conoscenza, previsione, prevenzione

Nel nostro Paese urgono azioni decise per la  messa in sicurezza del territorio, per una vera e propria guarigione ambientale. La riconversione del patrimonio edilizio è l’esatto contrario dei condoni tout court, causa, solo, di ulteriore abusivismo, di ulteriori cantieri illegali,  e di nuovi rischi per territori e persone. È in questo senso necessaria formazione professionale specifica per creare figure legate alle attività di conservazione e riqualificazione del patrimonio.

Qui l’elenco dei comuni in provincia di Lecce con il relativo livello di rischio, così classificato secondo il Consiglio Nazionale dei Geologi e l’ANBI:  molto basso è lo 0; basso è 1; medio è 2; elevato è 3; molto elevato è 4:

  • Acquarica del Capo   4
  • Alessano   4
  • Alezio   4
  • Alliste   4
  • Andrano   4
  • Aradeo   4
  • Arnesano   4
  • Bagnolo del Salento   4
  • Botrugno    4
  • Calimera    4
  • Campi Salentina    4
  • Cannole    4
  • Caprarica di Lecce    4
  • Carmiano    4
  • Carpignano Salentino    4
  • Casarano   4
  • Castri di Lecce   4
  • Castrignano de' Greci    4
  • Castrignano del Capo    4
  • Cavallino    4
  • Collepasso    4
  • Copertino    4
  • Corigliano d'Otranto      4
  • Corsano    4
  • Cursi    4
  • Cutrofiano    4
  • Diso           4
  • Gagliano del Capo    4
  • Galatina     4
  • Galatone    4
  • Gallipoli    4
  • Giuggianello    4
  • Giurdignano    4
  • Guagnano    4
  • Lecce    4
  • Lequile    4
  • Leverano    4
  • Lizzanello    4
  • Maglie  4
  • Martano     4
  • Martignano    4
  • Matino    4
  • Melendugno     4
  • Melissano    4
  • Melpignano     4
  • Miggiano    4
  • Minervino di Lecce    4
  • Monteroni di Lecce    4
  • Montesano Salentino   4
  • Morciano di Leuca    4
  • Muro Leccese   4
  • Nardò   4
  • Nevian     4
  • Nociglia    4
  • Novoli   4
  • Ortelle   4
  • Otranto    4
  • Palmariggi    4
  • Parabita    4
  • Patù      4
  • Poggiardo    4
  • Presicce    4
  • Racale  4
  • Ruffano    4
  • Salice Salentino     4
  • Salve     4
  • Sanarica    4
  • San Cesario di Lecce      4
  • San Donato di Lecce      4
  • Sannicola     4
  • San Pietro in Lama    4
  • Santa Cesarea Terme    4
  • Scorran    4
  • Seclì      4
  • Sogliano Cavour    4
  • Soleto  4
  • Specchi    4
  • Spongano    4
  • Squinzano    4
  • Sternatia    4
  • Supersano    4
  • Surano   4
  • Surbo   4
  • Taurisano    4
  • Taviano     4
  • Tiggiano     4
  • Trepuzzi     4
  • Tricase   4
  • Tuglie   4
  • Ugento                     4
  • Uggiano la Chiesa    4
  • Veglie   4
  • Vernole     4
  • Zollino  4
  • San Cassiano     4
  • Castro  4
  • Porto Cesareo    4

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