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Venerdì, 29 Marzo 2024
La Foto del Giorno Diso

Il gelso di Acquaviva

"Attiguo alla bellissima e struggente insenatura Acquaviva di Marittima, c'è un fondo agricolo a gradoni, ricco di vegetazione tanto da essere denominato "Bosco"

"Attiguo alla bellissima e struggente insenatura Acquaviva di Marittima, c'è un fondo agricolo a gradoni, ricco di vegetazione tanto da essere denominato "Bosco".

Su un suo terrazzamento, al tempo della mia infanzia, svettava rigogliosa una gran pianta di gelso (ancorché rimaneggiata, è tuttora in piedi), dal gustoso frutto nero violaceo che giungeva a maturazione durante il periodo estivo, quando consistenti gruppi della popolazione del paese erano soliti raggiungere quel tratto di mare per i rituali bagni.

Il podere non era né recintato né delimitato da muri; ufficialmente era intestato a una locale famiglia benestante, ma, per antica anche se non ortodossa consuetudine, si considerava alla stregua di proprietà comune.

CAM00375-2Pure il mitico albero di gelso era, quindi, ritenuto appartenente a tutti. Chi ne aveva voglia, vi si accostava, si arrampicava sui rami e faceva grosse scorpacciate di frutti, con golosa voracità e senza badare all'impiastricciamento della bocca e del volto.

I ragazzini - e, fra loro, io non potevo certamente mancare - facevano la parte del leone nelle scalate al benemerito gelso, in certo senso gareggiando a chi mangiava più more. A differenza dei grandi, dopo averne divorato a sazietà, essi piluccavano due manciate di frutti, quindi, con pressione fra dita e palmi, li spiaccicavano e, infine, adoperavano il succo zuccheroso che sgorgava grondante per dipingersi il volto e il corpo.

Dopo le abbuffate e i camuffamenti da piccoli negri, con quattro salti, i monelli raggiungevano poi la distesa d'acqua salata sottostante e si detergevano vigorosamente, diffondendo intorno, ovviamente, un'innaturale chiazza di colore, ma arrivando alla fine a più o meno pulirsi il volto.

Purtroppo, in qualche occasione, le scalate all'amata pianta erano seriamente "disturbate" e fremiti di paura assalivano i giovani scalatori.

Nel Salento, tra la fauna presente, è diffuso un rettile innocuo denominato biacco, dal colore uniformemente nero e, perciò, forse più impressionante, che, a quanto sembra, deve essere ghiotto di gelsi.

Sta di fatto che talvolta, mentre noi eravamo sulla pianta, scorgevamo, giù sul terreno, uno o più esemplari di serpenti, lì convenuti per divorare i frutti caduti dai rami.

Per la paura, ci guardavamo bene dallo scendere, fino a quando tali ospiti, sazi e appagati, non riprendevano a strisciare per far ritorno ai loro anfratti".

Rocco Boccadamo

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hierophis-viridiflavus-carbonarius-2LeccePrima intende regalare questa rubrica ai suoi lettori. Si chiama "La foto del giorno" e scopo dell'iniziativa è pubblicare sul nostro giornale gli scatti che vorrete inviarci con una semplice e-mail all'indirizzo redazione@lecceprima.it
Vi invitiamo pertanto a dare sfogo al vostro estro fotografico e a firmare per LeccePrima la "Foto del giorno". Ma sono gradite anche due righe di commento, se siete d'accordo: dove è stata scattata la fotografia, per esempio, quando e perché. E allora, armatevi di obiettivo, fateci vedere di cosa siete capaci e occhio allo scatto!

P.S.: Nel momento in cui invierete le foto sarà sempre la redazione di LeccePrima a decidere se pubblicarla, oppure no. Inoltre la e-mail che ci invierete varrà come autorizzazione per la pubblicazione della vostra fotografia.

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