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"Carcere sovraffollato, a Lecce situazione esplosiva"

Il sindacato di polizia penitenziaria denuncia il grave disagio all'interno del penitenziario leccese: "1100 detenuti a fronte di 660 posti disponibili. Foltissima anche la presenza di stranieri"


di Federico Pilagatti *

Il S.A.P.Pe- sindacato autonomo polizia penitenziaria- maggior sindacato di categoria, lamenta che sui mass-media passano solo le notizie eclatanti di fatti di sangue che impressionano l'opinione pubblica, ma l'ordinarietà è un qualcosa molto più terribile, poiché racconta di episodi di protesta, di violenza, di sopraffazione giornaliera, che la Polizia Penitenziaria con coraggio e professionalità riesce ad arginare con fatica, mettendo a rischio la propria vita. Purtroppo quello che sta accadendo presso l'Istituto di Lecce è un qualcosa di molto preoccupante poiché ultimamente ci sono state ben tre aggressioni a Poliziotti Penitenziari che hanno avuto quale unica colpa quella di imporre il rispetto delle regole e delle leggi dello stato all'interno dell'Istituto.

I numeri parlano da soli e ci raccontano di una guerra sottile, insidiosa, pericolosa che si combatte all'interno del penitenziario di Lecce e che vede quali attori principali i detenuti. Alcuni numeri riferiti all'ultimo anno, per capire la gravità della situazione a Lecce: circa 10 tentati suicidi;quasi 80 atti di autolesionismo; circa 10 aggressioni;oltre 120 manifestazioni di protesta (rifiuto del vitto, rifiuto terapia medica, ecc.). Le motivazioni di questa guerra strisciante, sono perlopiù da ricercare nell'affollamento del Penitenziario leccese che ospita quasi 1100 detenuti a fronte di 660 posti disponibili. Foltissima anche la presenza di detenuti stranieri che a Lecce supera abbondantemente la quota del 20 per cento dei detenuti presenti.

Il S.A.P.Pe. lamenta poi una cattiva organizzazione dei servizi: per esempio quello sanitario, per cui le visite mediche ai detenuti sono previste una o due volte la settimana ed alcune volte saltano per vari motivi, provocando tensioni e malumori che spesso generano violenza. Registriamo poi l'assenza della Direzione dell'Istituto su tante questioni urgenti ed importanti,a partire da un dialogo più costruttivo e serio con i lavoratori (che si sentono abbandonati), che potrebbe ridare un po' più di fiducia e serenità. Il S.A.P.Pe. chiede che la Direzione dell'Istituto dedichi la stessa attenzione che viene espressa per una serie di attività didattiche e rieducative rivolte ai detenuti, anche per le problematiche attinenti alla sicurezza del personale e dell'Istituto.

Comunque la questione cruciale per Il S.A.P.Pe è la carenza dell'organico che, costringe i Poliziotti Penitenziari da soli nelle sezioni detentive con oltre 70 detenuti di tutti i tipi (mafiosi, con problemi psichiatrici, precauzionali -violentatori, pedofili, ecc.) a contrastare i sopracitati fenomeni con coraggio, professionalità e tantissimo sacrificio. Il S.A.P.Pe. perciò chiede che con la massima urgenza si provveda ad una massiccia riduzione di detenuti al fine di riportare il sovraffollamento in condizioni accettabili, poiché solo così sarà possibile evitare situazioni di collasso con conseguenze negative sulla sicurezza del penitenziario leccese e che per forza di cose, avrebbe riflessi negativi sulla sicurezza della città di Lecce. Perciò si chiede l'autorevole intervento anche di amministratori e politici, locali e nazionali affinché si possano avere sbocchi positivi all'intera vicenda.

Infine in merito a comunicati apparsi sui mass-media da parte di alcuni sindacati di categoria, il S.A.P.Pe. chiede responsabilità a tutti, poiché invece di proporre soluzioni alle gravi problematiche di lavoro e di sicurezza dei poliziotti penitenziari leccesi, si pensa a creare ancora più caos e disagio tra i lavoratori.

* Ispettore superiore, segretario regionale del S.A.P.Pe.

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