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Con lo scooter a Lecce, mi multano a Roma

Ecco cosa succede quanto un vigile scambia il numero di una targa con un altro. Mi avrebbero "beccato" in via Cernia, nella Capitale, lo scorso 17 gennaio. Ma io, quel giorno, ero nella mia città

Caro signor De Vita Antonio, matricola 26331, "agente acceratotore" del Comune di Roma, scrivo a Lei e non a Il Dirigente Dott. Pasquale Pelusi, per chiarirle in modo informale dalle colonne di Lecce Prima, quotidiano on line del Salento, di cui sono il condirettore, che il 17 gennaio 2007, in pieno inverno, mai mi sarei potuto trovare "alle ore 08:58 in Roma VIA CERNIA 23 DIRETTO VIA GOITO" a bordo del mio scooter a "CIRCOLARE NELLA CORSIA O AREA DI PERCORRENZA RISERVATA AI MEZZI PUBBLICI".

Certo, questa mia osservazione dovrò dimostrarla, attraverso un ricorso al Prefetto di Roma, come mi ha spiegato dall'altra parte del telefono "Buon giorno sono Francesca" di "CHIAMA ROMA Tel. 060606". Anche perché "la violazione non è stata contestata - si legge nel verbale - per non intralciare il servizio pubblico di trasporto". Insomma, Lei non ha potuto fermarmi per fare fino in fondo il suo dovere di vigile urbano e per non intralciare il traffico romano. La mia parola contro la sua. E intanto, però, le è bastato scambiare un numero con un altro, una lettera con un'altra rispetto a quelle originali riportate sulla targa del mio scooter, per crearmi tutti questi bei grattacapo e intralciare, questa volta, il mio personale traffico quotidiano. Come sono strane a volte le coincidenze della vita, vero signor De Vita Antonio? Tant'è.

E così, mentre pendono sulla mia testa 80 euro di sanzione, dovrò inoltrare ricorso, affrontare spesucce di raccomandate varie, file agli sportelli postali e tutto quanto. Io a Lecce, dove vivo e lavoro, lei a Roma, dove vive e lavora. Eppure il destino ci ha fatto incontrare, anche se avrei preferito proprio di no, non ne abbia a male.

Sempre dall'altra parte del telefono "Buon giorno sono Francesca" di "CHIAMA ROMA Tel. 060606", una santa per quello che sta passando in questo periodo di multe impazzite nella Capitale - come d'altronde riporta la cronaca nazionale -, mi ha detto: "Ma caro signore, queste sono le direttive, lei dovrà fare ricorso e dimostrare che il 17 gennaio 2007 non si trovava a bordo del suo scooter in via Cernia ma a Lecce, perché noi non sappiano se lei il suo scooter nel frattempo lo ha prestato a qualcuno. Ci hanno telefonato anche da Milano, per un problema simile al suo, ricorso pure per loro".

"Ma come prestato a qualcuno?". "E già - fa la signorina "Buon giorno sono Francesca" - perché lei lo scooter lo ha potuto prestare a qualcuno, no?". "E come no - ribatto - ora che ci penso l'ho prestato a mia madre, il 17 gennaio 2007, ora ricordo: a 70 anni suonati è voluta salire a bordo del mio scooter 250 di cilindrata, casco, guanti e tutto l'equipaggiamento invernale, per andare a trovare un'amica che non vedeva da anni. Ha percorso più di 600 chilometri tutta la notte per venire a Roma, in via Cernia. Sa, le donne sono fatte così… quando si mettono una cosa in testa...".

Scherzi a parte, signor De Vita Antonio, ora dovrò scrivere al Prefetto, allegare, immagino, la dichiarazione del mio direttore il quale affermerà che il 17 gennaio eravamo a lavorare per dare vita al nostro giornale e che lo scooter si trovava fermo lì, parcheggiato sotto il balcone della redazione. A Lecce.

Grazie per la sua attenzione e buon lavoro.

Vincenzo De Filippi
Condirettore di Lecce Prima, quotidiano on-line del Salento (www.lecceprima.it)

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