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"Il Salento dimentica Livio Tempesta. Ma gli altri no"

"Quella di Livio è la storia di un bambino del nostro Salento che nella sua breve esistenza ha concentrato tanta bontà da meritarsi di essere ricordato, dagli altri, in modo perenne"

Riceviamo e pubblichiamo un trattato breve in memoria del piccolo Livio Tempesta da parte di un nostro lettore. Che si chiede: "Perché altri ricordano con commozione questa figura, ma il Salento se ne dimentica?"

di Andrea Tondo

Si legge sempre più frequentemente che tante amministrazioni, organizzazioni, associazioni del nostro Salento hanno come obiettivo principale la promozione e la valorizzazione del territorio e dei suoi cittadini illustri. Ebbene anche quando questa possibilità potrebbe essere colta su un piatto d'argento si preferisce, inspiegabilmente, far finta di niente. Quella che leggerete è la storia di un bambino del nostro Salento che nella sua breve esistenza ha concentrato tanta bontà da meritarsi di essere ricordato, dagli altri, in modo perenne. Il 20 novembre del 1941, mentre il mondo era avvolto dall'odio, nacque a Roma il piccolo Livio, figlio di un avvocato di Guagnano, don Pasquale Tempesta, Ispettore Generale Capo di Pubblica Sicurezza in Vaticano e poi nominato Capo degli Uffici di Segreteria del Comitato Italiano per il Concilio Vaticano II.

Nel 1943, all'età di due anni, il piccolo scampò al violento bombardamento aereo del 19 luglio che si abbatté sul quartiere tiburtino dove abitava. Il Natale dello stesso anno, la vista del presepio, costruito fra le pareti domestiche, accese nel cuore di Livio una fiamma inestinguibile per Gesù Bambino, cui si sentì attratto a rassomigliare nella semplicità e nel candore. Non sapeva capacitarsi sul perchè vi fossero bambini cattivi: avrebbe voluto che tutti i bambini fossero come il Bimbo di Betlemme. Incurante delle lodi per la sua grazia esteriore, tenne invece in sommo pregio la bellezza dell'anima. Iniziato a cinque anni il corso elementare, presso i Fratelli delle Scuole Cristiane, a meno di nove già frequentava la quinta, primo sempre in religione e pietà.

Colpito da una malattia inguaribile il 23 dicembre 1950, volava, sull'alba del 7 gennaio, tra gli angeli, angelo anch'egli di bontà e di purezza. Prima di lasciare la vita terrena, rivolgendosi alla madre, domandò: "Mamma, perché i bambini buoni come Gesù Bambino devono morire?". Domanda che per le persone di Guagnano presenti rappresentò un cenno divino e un'ulteriore manifestazione della sua bontà e semplicità. Dopo la sua morte, don Pasquale per mantenere vivo il ricordo del figlio, organizzò una grande festa con la consegna di giocattoli per tutti i bimbi di Guagnano. La sua spoglia riposa nella Cappella di Famiglia a Guagnano, ma il suo spirito aleggia fra i suoi "Piccoli Amici" e il suo esempio ispira e anima il Centro Nazionale per la Bontà nella Scuola, istituito presso il Ministero della Pubblica Istruzione, che promuove ogni anno la "Giornata della Bontà" e la consegna del premio "Livio Tempesta", con l'intento di diffondere ed esaltare nella scuola la cultura dei valori etici e sociali.

Il premio, come prevede la circolare, viene assegnato ad alunni, gruppi di alunni e classi delle scuole primarie, secondarie di I grado e secondarie superiori - statali, paritarie e non paritarie - che abbiano compiuto significativi ed esemplari atti di bontà e solidarietà; oppure a scuole che abbiano progettato e realizzato un intervento di solidarietà e volontariato sul territorio, anche mediante un gemellaggio con realtà scolastiche in Italia e all'estero. I premi sono assegnati in una manifestazione nazionale che si svolge a Roma, in Campidoglio, nel mese di Novembre. Considerato l'alto valore formativo ed educativo del Premio, nelle scorse edizioni il Capo dello Stato ha ricevuto in udienza gli alunni e/o le classi premiate.

Tantissime sono le scuole ed i circoli didattici sparsi per l'Italia che si fregiano del suo nome garantendo così che il ricordo di questo nostro piccolo grande salentino rimanga vivo e perenne. A Guagnano però il suo unico ricordo è una piccola piazzetta a lui intitolata. Queste poche righe, tratte da articoli o libri di autori locali, vogliono rappresentare un piccolo ma doveroso omaggio a questo "angelo" nel giorno della ricorrenza della sua nascita, con l'augurio che possa risvegliare in tutti noi i sentimenti così fortemente presenti nella breve vita del nostro piccolo Livio. Mi auguro inoltre che un giorno qualcuno possa occuparsi seriamente di questo bambino della nostra terra, rivalutandone la figura e l'importanza che il suo ricordo ha assunto in tutto il mondo, sperando che nelle future edizioni del premio possa essere previsto, anche tramite l'interessamento della Provincia, quantomeno un gemellaggio tra il Campidoglio ed il Comune di Guagnano, dove riposa Livio.

Per tutti coloro che volessero portare un fiore al piccolo Livio, la sua cappella è la terza a sinistra entrando dal cancello principale. E' una delle cappelle più antiche come testimoniano i segni visibili dovuti all'inesorabile trascorrere del tempo.

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