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Venerdì, 19 Aprile 2024
Moi te nde ticu quattru

"IMPRENDITORI O… PRENDITORI?"

"Il quadro è scoraggiante: è in atto da mesi una rivolta fiscale, soprattutto nel Nord- Est, alimentata dalle continue esternazioni di un partito politico, che inneggia all'evasione fiscale"


di Francesco Nardelli *

Vorrei iniziare da una frase del Presidente J. F. Kennedy: " Non chiedetevi cosa l'America può fare per Voi ma cosa Voi potete fare per l'America".

Da questo assunto si può dedurre: cosa l'imprenditore fa per l'Italia? Il quadro è scoraggiante: è in atto da mesi una rivolta fiscale, soprattutto nel Nord- Est, alimentata dalle continue esternazioni (ormai decennali ) di un politico, nonché da un preciso partito politico, che, un giorno si e l'altro anche, inneggiano all'evasione fiscale; su tutti i quotidiani, e nel mondo, si certifica delle centinaia di miliardi di euro annuali di evasione fiscale nel nostro paese; del rifiuto, del sistema imprenditoriale malato ( esaltato sempre dall'onorevole di cui sopra ), di accettare qualsiasi forma di studio di settore, anche se minimo ( infatti, è normale che un pasticciere debba dichiarare 11.000,00 euro l'anno e rifiutare di "adeguare il proprio reddito ad almeno 22.000,00 euro, quando tutti sanno che anche quest'ultimo, in realtà, è insignificante?), mentre le associazioni datoriali, con manifesti pubblici chiamano le categorie" alla guerra!"; le liberalizzazioni non possono essere attuate, perché ogni singola categoria è certa che la "propria casta" non può essere toccata; per non parlare delle imprese che colludono con i sistemi criminali certi di poter raggiungere, in nero, guadagni illimitati.

Nel nostro piccolo, regione Puglia, il professor Elia, docente universitario di economia, ha fatto rilevare l'esistente, e distorto, rapporto imprese-politica- professionisti che ha portato alla totale debacle dei finanziamenti della legge 488; oltre al soffocamento di ogni legittima aspirazione imprenditoriale.
In pratica i finanziamenti erogati, sembra, non hanno apportato alcun beneficio al Salento, né in termini di occupazione che di sviluppo imprenditoriale.

Poi, è di oggi, la notizia, anche questa nota a tutti… ma nessuno sa, delle centinaia di barche, a riposo nei porti, e fonte di sicuro reddito non dichiarato ed evaso.

In buona sostanza i benefici sono per pochi intimi, mentre i danni sono per il sistema Salento e per quelle imprese sane che, pur avendo idee e progettualità, vengono sempre escluse e messe da parte. Occorre, al contrario, realizzare un salto culturale, come ha suggerito il Presidente Montezemolo, ovvero che l'imprenditore riacquisti il senso di missione sociale " acquistando meno macchinoni ai propri figli e investendo molto di più nella e sull'azienda".

Solo dopo si potrà parlare di mala burocrazia, mancanza di infrastrutture, politica assente o rivolta altrove, di spazi regalati alla criminalità, di necessità di dialogo istituzionale, di programmi per lo sviluppo, di sinergie, di aggregazioni imprenditoriali, ecc.

* Presidente Vicario CONFAPI-ANIEM

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