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"La prima domenica ecologica? Un flop annunciato"

"Come era facilmente prevedibile la prima domenica ecologica ha fatto flop. Numerosi automobilisti eludendo i divieti di accesso e approfittando anche dei numerosi varchi lasciati incustoditi"


di Cesare De Carlo

Come era facilmente prevedibile la prima domenica ecologica ha fatto flop. Primo perché numerosi automobilisti eludendo i divieti di accesso e approfittando anche dei numerosi varchi lasciati incustoditi hanno scorazzato ugualmente nelle ore proibite e secondo perché i cittadini nel momento in cui hanno deciso di uscire per lo shopping ecologico si son ritrovati nella marea del traffico di sempre. Allora, di grazia che domeniche ecologiche sono queste se la gente che vorrebbe qualche ora di tranquillità, sicurezza e soprattutto aria pulita è costretta invece a districarsi sempre tra le auto ed a respirare la solita aria insalubre e pericolosa?

Se il buon giorno si vede dal mattino, il piano traffico per le festività natalizie non lascia adito all'ottimismo. La programmata riapertura di via Cavallotti con lo spostamento delle pagode in piazza Schipa è una evidente contraddizione. Infatti non si può da una parte invitare gli automobilisti a lasciare l'auto fuori città e dall'altra aumentare, durante il Natale, il numero dei parcheggi in una zona centralissima. Questo significa incrementare il numero delle macchine che possono entrare in città. Di conseguenza anche a Natale Lecce sarà aperta per...smog.

Quindi domeniche ecologiche che non servono a nulla e che costituiscono una beffa per i cittadini. Infatti poiché sono state pensate per agevolare chi vuole muoversi liberamente a piedi o con mezzi non inquinanti almeno per un giorno (e gli altri giorni invece saremo liberi di respirare di tutto e di più), si è stabilito di inserirle in un'unica fascia oraria che va dalle 9 alle 17. Più opportuno e più vantaggioso sarebbe programmarle (visto che non se ne può fare a meno) quanto mai dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 considerando che le ore del pranzo sarebbero inutilizzate. Ma, poi, trattandosi di giorno festivo anche gran parte della mattina la si dedica a recuperare qualche ora di sonno o alla casa, o alla messa oppure a qualche hobby per cui la gente rimanda alle poche ore del pomeriggio-sera il piacere dell'annunciato "shopping ecologico" sperando di poterlo fare in condizioni ottimali di traffico e di qualità dell'aria. Ed invece niente! O tutti ci programmiamo l'uscita fino alle 17 oppure alle 17,01 ci ritroveremo imbottigliati come tutti gli altri giorni nel solito traffico e nei soliti veleni.

L'atteggiamento prevalente dei cittadini coinvolti dovrebbe essere la riscoperta di vie e piazze, con un silenzio di fondo che consenta di recuperare le voci delle persone, il suono delle campane, in contrapposizione alla "normalità" di tutti i giorni. E si badi bene si tratta non solo di una preoccupazione per i significativi aspetti sanitari (sono decine di migliaia le morti in Europa per inquinamento traffico), ma anche di una più generale disaffezione del mezzo proprio che nato per garantire la massima libertà di spostamenti ha finito con la sua pervasività per diventare la principale causa della paralisi delle aree urbane ed una concreta minaccia per la salute di ognuno di noi. Per concludere i dati di molte città italiane che hanno attuato queste benedette domeniche ecologiche hanno dimostrato che i blocchi temporanei sono inutili per abbattere i livelli di pm10 e quindi si tratta di dispositivi superflui (il classico contentino) se non sono accompagnati da una svolta strutturale nella mobilità urbana (più zone pedonali e meno macchine). A buon intenditor...

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