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Moi te nde ticu quattru

"Lecce sporca, e se fosse ormai assuefazione?"

"L'immondizia? Ovviamente c'è qualcosa che non va, qualcosa di macroscopico visto la qualità del servizio. E le situazioni sono tante, da piazza Libertini a viale dello Stadio"

Ancora proteste dei cittadini sulla qualità del servizio di raccolta rifiuti a Lecce. L'ennesima lettera di un nostro lettore offre lo spunto per alcune riflessioni.

di Tonino Meo

Ho letto l'e-mail del signor Giuseppe Rizzo ("Sporco Salento, insieme a te non ci sto più"), pubblicata nella rubrica "Moi te nde ticu quattro" e, purtroppo, le affermazioni riportate non possono che trovarmi d'accordo. Ad eccezione della frase "il degrado si consuma sotto gli occhi di concittadini compiacenti". Non si tratta di compiacenza, magari neanche di indifferenza. A mio avviso si tratta di assuefazione a situazioni e comportamenti che durano da troppo tempo senza interventi risolutivi da parte di chi ci amministra.

Il periodo di ferie bene si presta ad essere attenti ad argomenti sui quali, altrimenti, non spenderemmo attenzioni particolari. In questi giorni le cronache cittadine parlano dell'iniziativa del neo assessore al wellfare (benessere). Da una passeggiata notturna per le vie della città egli ha potuto constatare come la "movida" leccese spesso si svolge travalicando le regole che pur ci sono. Banchetti di improvvisati venditori ambulanti in gran numero, rifiuti di bevande alcoliche e pipì puzzolente un po' ovunque. L'assessore, giustamente, chiede a chi è preposto ai controlli di aumentare la vigilanza.

Ora, la funzione del nuovo assessorato in questione, wellfare, dovrebbe essere di aumentare il benessere dei cittadini leccesi. Ok, ma gli altri assessorati allora a cosa servono?????

Posso pensare che egli abbia un compito di osservatore, attento a raccogliere gli umori degli abitanti con capacità di stimolo verso le altre funzioni del governo comunale. Se così fosse, sulla scorta del volume scarsissimo di benessere procurato ai leccesi dalle ultime amministrazioni, deduco che non è atteso da un futuro semplice. Provo a fornirgli qualche spunto.

Come detto, in ferie le riflessioni sono più ampie. Trascorrerle in città ad agosto, con molto meno caos del solito, consente l'osservazione di cose e fatti che altrimenti sembrano normali.

Al primo posto l'immondizia. Non poteva essere altrimenti. Ovviamente c'è qualcosa che non va, qualcosa di macroscopico visto la qualità del servizio. La riformulazione degli accordi contrattuali con le ditte appaltatrici da parte della passata amministrazione venne annunciata con ampio risalto ma con il senno di poi si può solo constatarne il netto fallimento.

In altre realtà i mercati settimanali sono sottoposti a vigilanza severa, i venditori sono i primi a non lasciare traccia del loro passaggio e comunque è disposto un servizio di pulizia immediato e completo. Provate a transitare per il viale dello stadio in qualsiasi giorno della settimana, la campagna circostante è quasi invisibile per lo schifo depositato, l'aereo militare posto a monumento e' ridotto a uno spaventapasseri… E piazza Libertini si presenta nelle medesime condizioni con l'aggravante che vecchi furgoni arrugginiti, che fungono ormai da depositi stanziali, vengono fatti sostare perennemente nella totale indifferenza da parte di chi è preposto a vigilare.

Ancora, ho personalmente sperimentato l'efficienza del servizio numero verde di Ecotecnica segnalando l'accumularsi di rifiuti da circa due mesi a lato dei bidoni di raccolta che si trovano nelle vicinanze di casa mia (via Vecchia San Cesario a 30 metri da via dell'Abate), tra l'altro materiale edilizio di risulta e canne fumarie in eternit. La voce gentile che mi ha risposto mi ha chiesto perché ho atteso due mesi prima di chiamare. Ingenuamente ho detto che confidavo negli operatori che quotidianamente svuotano i contenitori, mi sembrava naturale che fossero loro a segnalare alla propria azienda la necessità di una pulizia straordinaria. Morale della favola, a distanza di cinque giorni la montagna continua a crescere sotto gli occhi di tutti e io mi sento preso in giro.

Ha destato una certa ilarità il provvedimento di un sindaco che ha multato una coppia di sposi per i manifesti esposti nel paese. Da noi i pali dei semafori sono tappezzati di adesivi elettorali, manifesti di sagre o presepi viventi..... tutto appartiene alla normalità…

Traffico e vivibilità. Ben vengano le nuove piste ciclabili. Personalmente ogni tanto ci ricasco e con mia moglie e i bambini provo ad arrivare in centro in bici. Impossibile, le auto sono parcheggiate dappertutto. Provo le medesime difficoltà di quando in centro spingevo il passeggino; ostacoli ovunque… automobilisti che parcheggiano in tutti i modi, troppo certi dell'impunità. Le isole pedonali che sono tali solo sulla carta e la solita, mortificante sensazione che i furbi restano sempre impuniti…

I semafori dovrebbero servire a regolare il traffico. Se si ha la pazienza di percorrere il tratto di circonvallazione compreso tra viale Rossini fino e viale Leopardi si può sperimentarne la totale inefficenza. Sembrano sincronizzati al contrario, parti al verde e contemporaneamente, cento metri più avanti, vedi che scatta il rosso… Per non parlare delle lampadine fulminate e non sostituite o delle fronde degli alberi che spesso ne impediscono la visibilità. Tutto contribuisce al senso di improvvisazione e trascuratezza. Il massimo si raggiunge un normale giorno autunnale quando a decine transitano i pullman blu dalla provincia…

Il verde pubblico. Nella nostra città le aiuole sembrano avere scopi diversi da quelli che normalmente ci si attende. In piazza Ariosto sono perfetti per le baracche dei fruttivendoli ambulanti. Le aiuole tra viale Marconi e piazza Libertini assolvono allo stesso scopo per i vù cumprà. I prati vicino a incroci e semafori sono bivacchi di zingari che si riposano prima di dare l'assalto agli automobilisti.

I contenitori gialli per la raccolta di vestiti usati. Di notte sono presi d'assalto da poveretti ma i cumuli che restano per terra non vengono rimossi per intere settimane.

Potrei continuare ma già mi sono dilungato troppo per ambire all'ospitalità del Vostro quotidiano. Spero, da semplice cittadino, di aver contribuito a richiamare l'attenzione su alcuni fatti e comportamenti che ormai rischiano di assumere la connotazione di "normalità". Noi leccesi ci conviviamo da troppo tempo e potremmo sembrare quasi indifferenti. Le cronache cittadine si occupano di priorità più contingenti ma solo affrontando, e risolvendo, problemi ordinari e quotidiani il cittadino noterà gli effetti del "wellfare".

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