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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Rapine, agguati, aggressioni: nel nord Salento tensione come negli anni bui

L'omicidio di ieri notte è l'ultimo anello di una catena di violenza che negli ultimi mesi ha investito i comuni del nord Salento, riportando le lancette indietro nel tempo, a quando i paesi di quella sorta di fascia cuscinetto tra le province di Brindisi e Lecce erano una sorta di enclave della Scu

LECCE – Rapine, sparatorie, pestaggi, agguati e intimidazioni. L’omicidio di ieri notte è l’ultimo anello di una catena di violenza che negli ultimi mesi ha investito i comuni del nord Salento, riportando le lancette indietro nel tempo, a quando i paesi di quella sorta di fascia cuscinetto tra le province di Brindisi e Lecce erano una sorta di enclave della Sacra corona unita.

Cambiano gli scenari, i volti e le strategie del crimine, ma restano i fatti di una cronaca sempre più spesso violenta e tragica, in cui il sibilo sinistro delle pallottole torna ed echeggiare con troppa facilità.

Pochi giorni fa era stato proprio il campo sosta “Panareo”, dove risiedono le vittime dell’agguato di ieri notte, il luogo di un’aggressione tanto brutale quanto singolare. La vittima, infatti, non è un abituale residente del campo, ma un giovane di Squinzano, Angelo Napoletano, che per motivi non chiari, probabilmente di carattere personale, era presente all’interno della struttura.

L’aspetto balzato subito agli occhi della polizia (senza che vi sia necessariamente un nesso) è che l'uomo è il fratello di Roberto Napoletano, il 27enne di recente prima arrestato dai carabinieri e poi comunque scarcerato dai giudici del riesame, e ritenuto dai militari della compagnia di Campi Salentina l’autore di un tentativo di estorsione ai danni del noto locale Livello 11/8 di Trepuzzi.

Proprio nell’abitazione di quest’ultimo, fra gli altri, si erano recati gli investigatori della questura per un controllo, nel corso dell’indagine, nel tentativo di raccogliere indizi e particolari. In due, dopo aver esploso un colpo di pistola in aria a scopo intimidatorio, avevano colpito violentemente la vittima, usando persino una mazza da baseball, per poi darsi alla fuga.

Il 13 marzo scorso un commando armato aveva fatto irruzione all'interno di un’impresa di import ed export, sulla via che collega Trepuzzi a Surbo. Un assalto armato con tanto di fucile, pistola e una mitraglietta. Una squadra composta da cinque individui aveva compiuto un assalto nei locali della ditta appartenente ad Achille Andreani, sulla strada provinciale che congiunge la cittadina a Surbo, fuggendo con un bottino di soli duemila euro.

Era il 15 settembre del 2013 quando, proprio per le strade di Trepuzzi, si erano vissuti quindici minuti da Far West. Quindici minuti di fuoco quelli vissuti nella notte, come i colpi di pistola calibro 9x21, esplosi a tre destinatari diversi, in altrettante vie del comune del nord Salento. Ad essere colpiti dall’inquietante episodio, tra le 23,15 e le 23, 30 di sera, un condominio al civico 19 di viale Europa, la villetta di un imprenditore al civico 8 di via Arnesano, specializzato nel settore della produzione di energia da fotovoltaico e, infine, una ferramenta di via Kennedy. Un episodio inquietante, che aveva riportato la paura in città.

Senza dimenticare altri fatti di sangue, per i quali vi sono procedimenti in atto. Come il tentato duplice omicidio di Luca Greco e Marino Manca, avvenuto alla fine dell'estate del 2012 proprio fra Squinzano e Trepuzzi, con un corollario di ulteriori ritorsioni. Fatti per i quali il pm Giuseppe Capoccia ha di recente invocato la condanna di Salvatore Milito, Michele Intermite e Patrick Colavitto. Sullo sfondo, secondo gli inquirenti, uno scenario dominato dai traffici di stupefacenti.  

E ancora, un duplice omicidio, che riguarda un altro Luca Greco (omonimo del primo, ma di Campi Salentina) e Massimiliano Greco, di San Donaci. I corpi furono trovati a marzo del 2013 in una cisterna. Il movente sarebbe da ricercare in vicende di natura addirittura banale, quali presunti apprezzamenti alla donna di uno dei sei indagati, Mino Perrino, anche se gli investigatori hanno sempre ipotizzato che potessero esservi altre ragioni più scottanti di qualche dissapore.  

Episodi scollegati tra loro ma che riportano la tensione ai livelli di guardia, per una criminalità che è tornata a far sentire la propria violenza per le strade cercando, attraverso la paura e l’intimidazione, di appropriarsi del territorio.

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