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Ad Ascoli vittoria da crepacuore. Lecce, basta un punto

Primo tempo ad armi pari, poi nella ripresa segna Corvia, su assist di Di Michele. IL pareggio di Bernacci riapre i giochi, ma proprio allo scadere arriva la stoccata vincente di Defendi

All'apice di una curva emotiva in crescendo per un'intera stagione, arriva un Ascoli-Lecce da crepacuore, che strappa l'urlo "serie A" dalle gole arrossate di tremila ragazzi partiti da mezza Italia, matti d'amore per una maglia. Cartolina di un giorno da epica, tra sudore, calca sui gradoni e cori pennellati di giallo e rosso che fanno venir giù il "Del Duca". Finito il recupero, esplode la consapevolezza e diventa messaggio contagioso che gira di bocca, in bocca, mentre si fanno due calcoli con un orecchio attaccato alla radiolina per consultare il battito cardiaco degli altri campi: una x in schedina, e anche l'aritmetica si unirà alla grande gioia. La provincia di fede giallorossa già vive la suspense, in attesa di venerdì notte. Arriverà il Cesena, e sarà ancora battaglia. L'ultima, si spera.

Ma intanto, un altro ingombrante scoglio prima del porto è aggirato. La gara nelle Marche, quella dell'assalto alla promozione, sembra uscire dalle pagine di una favola scritta dalla penna di un maestro, per quanti brividi risalgono la schiena, fino a far vibrare le corde dell'anima, in un finale mozzafiato, in cui saltano gli schemi e muore la logica, e si fanno largo il cuore, la rabbia e quell'istintiva ingordigia di una squadra che da mesi, ormai, non è più capolista per caso. E se è vero che i punti non bastano mai, questo, al Lecce sembra interessare poco. Perché anche i ragazzi di De Canio non mollano mai.

Segnano, incassano e rischiano, ma poi si rigettano a testa bassa verso l'obiettivo e infilano nelle scarpette le energie residue dopo novanta minuti di lotta libera. Su quel pallone messo in mezzo da Munari e che percorre come un lampo il filo degli ultimi istanti finali di gara, si gettano in due, tanta è la fame di successo, Corvia e Defendi. Lo raggiunge il secondo, e la festa è forse pure un po' più bella, perché la porta un comprimario, che sembrava uscito di scena dopo un periodo buio. Vince così un intero gruppo, che della coesione fa il suo punto di forza.

Primo tempo, regna l'equilibrio

Il Lecce si presenta in gran spolvero, all'appuntamento, e in campo scende la squadra tipo: Rosati, Angelo, Ferrario, Fabiano, Mesbah, Munari, Giacomazzi, Vives, Di Michele, Marilungo e Corvia. Pillon, dal canto suo, sprona i suoi al successo, pur dovendo fare a meno di giocatori come Lupoli e Pesce. Sicura la salvezza, ci sarebbe spazio per un pensierino ai play-off. L'Ascoli inizia così con Guarna, Gazzola, Portin, Micolucci, Giallombardo, D'Agostino, Di Donato, Amoroso, Luci, Antenucci e Bernacci.

I primi minuti mostrano già la vivacità del Lecce, in cui brilleranno, a conti fatti, più stelle. Quelle di Angelo e Mesbah, instancabili sulle rispettive fasce di competenza (ma con qualche affanno di troppo in fase di copertura, peccaormai nota), di Vives, diga di centrocampo quasi insormontabile, e di Munari, che si muove a briglia sciolta e si fa trovare pronto sia quando si tratti di attaccare gli spazi, sia di impostare la fase di copertura. In avanti, Di Michele e Marilungo svariano su tutto il fronte, senza dare punti di riferimento, e giocano ai fianchi di un Corvia piuttosto tonico e ricco di spirito d'iniziativa.

E tuttavia, un Ascoli concentrato e ben messo, riesce a chiudere ogni varco. Difensori e centrocampisti arretrano con perfetto sincronismo, quando il Lecce avanza, e spezzano con puntualità ogni trama di gioco. Tant'è vero che le occasioni migliori sembrano poter arrivare solo dai calci piazzati. Come al minuto 11: corner tirato da Di Michele, Munari colpisce di testa, Marilungo fa da sponda e la palla torna sul piede del centrocampista, che tira alto da ottima posizione. Al 15' l'Ascoli deve già rinunciare a Di Donato, che, acciaccato, lascia il posto a Sommese. Il quale si rivelerà una vera spina nel fianco.

Il tempo di annullare un gol in evidente fuorigioco proprio di Sommese, su assist di D'Agostino, poi arriva una recriminazione per un rigore che davvero non c'è. D'Agostino, sfugge alla marcatura di Mesbah e, da destra, s'infila in area. L'algerino lo rincorre e lo raggiunge, sfiorandolo soltanto. L'ascolano piomba per terra come colpito da una fucilata. E' simulazione allo stato puro, che però, curiosamente, l'arbitro Valeri non punisce con l'ammonizione. Le vere chance di una gara fino a quel momento equilibrata, a ritmi elevati, ma senza sussulti, iniziano dalla parte centrale del primo tempo. Al 27' Di Michele batte dalla tre quarti di campo una punizione in area che capitan Giacomazzi arpiona di testa, spedendo alto di poco.

Non passa che un minuto, e, su un capovolgimento di fronte, Bernacci, di testa, lancia Antenucci in mezzo all'area. Rosati esce male e la palla lo sorpassa, ma Ferrario la spazza via prima che possa anche solo avvicinarsi alla linea di porta. E non è ancora niente. Arrivano poco dopo, in rapida successione, due magistrali prodezze dei portieri. Inizia Guarna, al 35'. Mesbah serve Corvia, defilato sulla sinistra, il cui cross a mezza altezza è perfettamente calibrato per la battuta al volo di Marilungo, abile ad anticipare un frastornato Giallombardo. Ma l'estremo difensore è reattivo nel respingere la botta ravvicinata. Due minuti dopo, tocca a Rosati esaltarsi. Sommese, con un cross da sinistra, imbecca Bernacci - solo al cospetto di una difesa nell'occasione addormentata -, che si tuffa a colpo sicuro. Ma il portiere del Lecce intercetta di piede, spedendo in angolo. I salentini potrebbero passare nel finale, quando Angelo lotta caparbiamente su un pallone, riuscendo a servire in piena area Di Michele. L'attaccante ex Torino controlla e calcia, ma la palla sfiora solo il palo.

Ripresa: botta, risposta e controreplica finale

La ripresa si apre dopo pochi istanti con una botta al volo di Corvia, deviata in corner da un difensore, seguita da un'altra parata di Rosati, al 6'. Luci, da destra, s'inventa un insidioso tiro-cross che il portiere mette fuori a mano aperta, anticipando eventuali avversari pronti a colpire di testa. Al 12', secondo cambio nell'Ascoli. Si fa male anche D'Agostino ed al suo posto entra Romeo, acclamato dal pubblico di casa, ma che non porta fortuna ai bianconeri. E' infatti il 21' minuto quando il Lecce caccia gli artigli, trapassando un momento di stanca della gara, e si porta in vantaggio. L'azione è da manuale, avviata da Marilungo, che serve a destra Di Michele, abile a scattare sul filo del fuorigioco e a passare in diagonale per Corvia, appostato sul lato opposto, al quale non resta nient'altro da fare che insaccare. Intelligente il movimento del bomber romano, che si mantiene dietro la linea del pallone, sul passaggio di Di Michele, eludendo l'off-side.

L'Ascoli accusa notevolmente il colpo ed i salentini potrebbero dilagare, dilapidando, però, alcune buone iniziative, fino a subire un pareggio che forse appare inatteso anche allo stesso Ascoli. E' un traversone di Luci, al 31', da destra ad innescare il colpo di testa di Bernacci, sul quale Angelo è in ritardo in chiusura, e Rosati resta paralizzato per la particolare angolazione che assume la traiettoria. De Canio corre ai ripari e al 33' sostituisce uno stanco (e ammonito) Di Michele, per inserire Defendi, mentre la gara assume tonalità di acceso nervosismo e saltano tutti gli schemi. Ne è testimonianza un contropiede lanciato al 38' da Munari, con l'Ascoli sbilanciato ed in inferiorità numerica. Peccato che la rifinitura per Angelo sia troppo lunga. Il brasiliano raggiunge comunque il pallone, ma il cross dal fondo per Marilungo non può essere perfetto, e l'azione sfuma.

E si è praticamente già nel finale, indescrivibile per intensità. De Canio toglie Marilungo e inserisce Schiavi, per dare più spessore alla difesa ed evitare qualche spiacevole doccia fredda. Ma intanto Angelo fa fallo dal limite su Antenucci (39'), beccandosi un giallo, e sulla punizione che ne segue, Romeo sfiora pericolosamente di testa. Ormai si gioca ad una sorta di ping-pong, che vede Guarna ancora una volta protagonista assoluto su un'azione partita dal piede di Mesbah, al 41', e conclusa con un colpo di testa ravvicinato di Giacomazzi (che dopo uscirà per fare spazio a Bertolacci). Ancora una volta il portiere si rivela decisivo, respingendo il tiro. Eppure, è niente rispetto a quanto riesce al suo dirimpettaio. Rosati si supera letteralmente, al 41', quando Antenucci riesce a far filtrare al centro dell'area un pallone che la difesa respinge malamente sui piedi di Romeo, il quale lascia scoccare un rasoterra affilato. L'estremo difensore si distende rapido, sfiorando con la punta delle dita quel tanto che basta per deviare in corner.

Finita qui? Macché. E' appena scoccato il primo di cinque minuti di recupero, quando Munari s'invola sulla destra e crossa al centro dell'area. Corvia prova il numero in rovesciata, ma non colpisca la sfera. Defendi, invece, si avventa come un falco e batte al volo di destro, non dando scampo a Guarna. Esplode il settore dei tifosi del Lecce, ma c'è ancora da soffrire. L'Ascoli si catapulta in avanti con le ultime forze e al 47' sfiora l'incredibile pareggio con un colpo di testa di Romeo che sorvola la traversa.

Non trascorre che un minuto, ed ecco che Corvia compie fallo a centrocampo su Portin. L'arbitro lo ammonisce, il giocatore si lascia andare a qualche protesta di troppo e così scatta anche il rosso, che per lui ha il sapore di un inesorabile verdetto: saltare la gara con il Cesena. Ed è proprio sull'espulsione che cala il sipario di una gara ad alta intensità. Il Lecce conquista con i denti tre punti che hanno il sapore dolce del miele, in una gara che è già storia da ricordare, quando fra qualche anno, scorgendo a ritroso le pagine degli almanacchi sportivi, gli occhi cadranno sul tabellino: sabato 8 maggio 2010, Ascoli-Lecce 1-2.

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